Sociale
CONSIGLIO REGIONALE (2): SERVIZI PRIMA INFANZIA: STATO QUALITATIVO, QUANTITATIVO ED ECONOMICO DEL SISTEMA REGIONALE – IN CONSIGLIO LA RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE “30/2005”
Il Consiglio regionale ha preso atto della relazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione della legge regionale “30/2005” ("Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia") illustrata in Aula dal presidente della Terza Commissione. La rendicontazione triennale dell'Esecutivo all'Assemblea legislativa sui risultati delle azioni stabilite dalla normativa è un obbligo (clausola valutativa) previsto dall'articolo 14 della legge “30/2005”. Messa a sistema dei servizi per la prima infanzia, integrazione pubblico-privato, alto grado di copertura della domanda di servizi (39,2 per cento), risorse economiche più che raddoppiate dal 2005 ad oggi. Sono questi alcuni dei punti “qualificanti” esposti nella relazione.
PRESTITO SOCIALE D'ONORE: LE BANCHE HANNO EROGATO RISORSE A 116 DEI 256 RICHIEDENTI – IL FONDO REGIONALE DIVIENE ANCHE DI GARANZIA IN CASO DI INSOLVENZA
In Terza Commissione l'assessore al Welfare ha relazionato sul prestito sociale d'onore di 5mila euro massimo da restituire in 5 anni senza interessi che, nonostante le garanzie di Gepafin, le banche hanno concesso solo a 116 dei 256 richiedenti delle varie zone sociali umbre, rilevando la mancanza di affidabilità per la restituzione in soggetti che pure erano stati ammessi in base ai requisiti posseduti. La Regione ha effettuato una modifica di legge per cui il fondo previsto dalla legge 25 del 2007 diventa anche fondo a garanzia dei prestiti concessi, intervenendo quindi in caso di insolvenza del beneficiario. La Commissione consiliare ha preso atto con parere favorevole all'unanimità.
NO PROFIT: ACCOLTE 26 DELLE 33 DOMANDE DI ISCRIZIONE AL REGISTRO REGIONALE DEL VOLONTARIATO. 16 CANCELLAZIONI – RELAZIONE DELLA GIUNTA IN COMMISSIONE
Approvata all'unanimità, dai membri della Terza Commissione di Palazzo Cesaroni, la Relazione annuale della Giunta sulle organizzazioni dedite al volontariato. Ventisei nuove iscrizioni e sedici cancellazioni dal Registro. In totale operano sul territorio regionale 545 associazioni, la gran parte delle quali impegnate nel sociale.
WELFARE: CON LA CLAUSOLA VALUTATIVA INSERITA NELLA LEGGE 13, MONITORATI GLI INTERVENTI IN FAVORE DELLE FAMIGLIE UMBRE – RELAZIONE DELLA GIUNTA IN TERZA COMMISSIONE CONSILIARE
Trasferito alle famiglie vulnerabili il 96 per cento delle risorse previste dalla legge “13/2010”, che disciplina gli interventi a favore della famiglia. Tempi di risposta alle domande presentate dai nuclei familiari umbri mediamente inferiori ai 30 giorni previsti. I dati della relazione della Giunta al Consiglio dopo l'inserimento della clausola valutativa, per valutare l'efficacia della legge.
SERVIZI SOCIALI: “CON LA CRISI AUMENTA LA DOMANDA; GLI ENTI LOCALI RIPROGETTINO LA RETE DELL'OFFERTA PRENDENDO AD ESEMPIO LE MIGLIORI ESPERIENZE DI BILANCIO SOCIALE E WELFARE” - NOTA DI SMACCHI (PD)
Per il consigliere regionale Andrea Smacchi del Pd l'aumentata domanda di servizi sociali provocata dagli effetti della crisi economica deve spingere gli enti locali a riprogettare l'attuale rete dell'offerta dei servizi territoriali, imitando le esperienze migliori di alcune zone che hanno hanno definito il bilancio sociale e del welfare coniugando la programmazione con la spesa. Smacchi dà anche atto alla Regione di aver mantenuto le risorse destinate al fondo sociale ed a quello per la non autosufficienza.
COOPERATIVE SOCIALI: “L'AUMENTO DELL'IVA DAL 4 AL 10 PER CENTO INCENTIVA MERCATO PRIVATO, LAVORO NERO E SFRUTTAMENTO” - STUFARA (PRC-FDS) INVITA REGIONE ED ISTITUZIONI A SCHIERARSI A FIANCO DEGLI OPERATORI
Damiano Stufara, capogruppo di Prc-FdS in Consiglio regionale, invita istituzioni regionali e locali a farsi carico delle istanze espresse dalle cooperative sociali contro l'aumento dell'Iva dal 4 al 10 per cento destinato ad incentivare mercato privato, lavoro in nero e sfruttamento. Stufara, che accusa il governo Monti di scaricare i costi del risanamento dei conti pubblici sulle spalle dei più deboli, ritiene che la scelta varata con la legge di stabilità, provocherà un aumento di circa 500 milioni di euro dei costi sostenuti dalle famiglie e dalla collettività per i servizi scolastici, per l'assistenza ai non autosufficienti, ai minori e ai tossicodipendenti.







