(Acs) Perugia 16 ottobre 2012 – L'aumento dal 4 al 10 per cento dell'Iva sulle prestazioni socio-sanitarie delle cooperative, deciso con l'ultima legge di stabilità, soffoca il sistema locale delle cooperative e promuovere la crescita di un vero e proprio mercato privato dell'assistenza, senza curarsi dello sfruttamento, del caporalato, del lavoro nero che a tale mercato sempre più si combina.
Lo afferma Damiano Stufara, capogruppo di Prc-FdS in Consiglio regionale, invitando le istituzioni regionali e locali a farsi carico delle istanze espresse dagli operatori del settore, promuovendo azioni volte a contrastare questo disegno nelle sedi predisposte.
Per Stufara, che ritiene giunto il momento di “smetterla con la complicità con chi, come il presidente del Consiglio Mario Monti, sta svendendo il Paese”, gli effetti di questa scelta, “attuata unitamente alla riduzione delle detrazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie per l'assistenza, si tradurranno in un aumento di circa 500 milioni di euro del costo sostenuto dalle famiglie e dalla collettività per i servizi scolastici, per l'assistenza ai non autosufficienti, ai minori, ai tossicodipendenti. Una misura che si aggiunge ai tagli per il sociale, che stringe in una vera e propria morsa un intero settore, dal quale dipende l'effettività dei diritti alla salute e alla dignità di milioni di persone. E' l'ennesima prova - aggiunge Stufara - che quello di Monti è un Governo per soli ricchi, privo di qualsiasi vergogna quando si tratta di intervenire su ciò che rimane del nostro stato sociale.
Per trovare i 13 miliardi di euro necessari per la legge di stabilità, predisposta dal Governo per pagare gli oboli di rito ai totem europei della speculazione finanziaria sanciti con il fiscal compact – osserva ancora Stufara - si è pensato, come sempre, di non disturbare quell'esigua minoranza che in Italia detiene la metà della ricchezza nazionale, bensì di bussare ancora alle porte dei più poveri, che secondo un vecchio adagio non hanno molto, ma sono tantissimi”. Per queste ragioni conclude il capogruppo di Prd-Fds, riteniamo “inaccettabile e da contrastare nelle sedi istituzionali preposte un provvedimento che scarica i costi di un risanamento dei conti pubblici ad uso e consumo degli speculatori europei sulle spalle dei più deboli”. GC/gc