(Acs) Perugia, 3 settembre 2013 - Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) interviene con una interrogazione sulla questione relativa all'aumento del costo dei biglietti da parte di Umbria Mobilità e chiede all'Esecutivo come intenda risolvere “la situazione di disagio che colpisce duramente i meno abbienti ed emarginati”. Il consigliere vuole inoltre conoscere “le azioni previste per il futuro della società regionale di trasporto al fine di garantire un servizio che soddisfi i bisogni e gli interessi dei cittadini, in particolare di quelli più deboli”.
Goracci pur riconoscendo le difficoltà di Umbria Mobilità “con i costi del gasolio aumentati e il pesante taglio apportato dal Governo nazionale al Fondo per il trasporto pubblico” si dice tuttavia convinto che con la manovra di aumento del costo dei biglietti “la Regione Umbria e altri soggetti istituzionali attuano una politica assolutamente asservita alle logiche di mercato e che va inevitabilmente a ricadere negativamente sulle tasche dei cittadini meno abbienti, pur nel contesto di un capitale totalmente pubblico”.
Il consigliere regionale rileva poi che si sono espressi “disagi e lamentele da parte degli abitanti umbri riguardo l'aumento dei biglietti e degli abbonamenti per il trasporto di Umbria Mobilità. E a questo proposito Goracci fa notare che un abbonamento mensile “ad esempio per il tratto Gubbio-Perugia che rientra nella I° fascia (40-45 Km), richiedeva fino al mese scorso un costo di 65 euro che, dal 1° settembre del 2013, è stato portato a 77 (+18,46 per cento); analoghi aumenti sono stati applicati anche per le altre fasce”.
Il consigliere Goracci fa infine notare che ci sono cittadini i quali per spostarsi utilizzano solo ed esclusivamente mezzi pubblici, “specialmente quelli delle fasce più deboli della società o chi, rimasto senza lavoro , è obbligato per sopravvivere a una mobilità forzata. E i lavoratori che usufruiscono del servizio – aggiunge - non hanno di certo avuto aumenti remunerativi del 18,46 per cento; un danno ancora maggiore si produce poi a carico degli studenti che non hanno alcuna entrata e si ritrovano a dover pagare di più il trasporto pubblico. Credo – conclude – che si debba operare concretamente per la salvaguardia dei servizi pubblici, senza incidere gravemente sulle spalle dei cittadini già in difficoltà a causa della crisi economica e dell'assenza di lavoro”. RED/tb