(Acs) Perugia, 20 luglio 2010 – “La Giunta regionale dica quali strategie intende mettere in campo per ribadire la centralità dell’aeroporto di Perugia-Sant’Egidio nel sistema trasportistico dell’Italia Centrale”. E’ quanto chiede, attraverso una interrogazione, il consigliere del Pdl e vice presidente del Consiglio regionale, Andrea Lignani Marchesani per il quale sono necessarie “azioni volte a dimostrare la necessità di una regione competitiva dal punto di vista infrastrutturale, quale supporto all’economia e al turismo dell’intero contesto nazionale”.
Lignani, nell’atto, fa riferimento al ‘Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano’, commissionato dall’E.n.a.c. (Ente nazionale dell’aviazione civile) a ‘One Works’, ‘Kpmg’ e ‘Nomisma’ che è stato trasmesso in via definitiva al ministero per le Infrastrutture e che, detto rapporto, ha come tema principale quello di un ‘sistema’ concentrato in poche grandi infrastrutture (Roma-Fiumicino, Milano-Malpensa e Venezia) raccordate con scali di area limitrofi, che “sconsiglia in nome di risparmi e competitività la proliferazione degli scali”. “Il sistema individuato per l’Italia centrale, – spiega Lignani - prevederebbe un asse ‘Roma Fiumicino-Roma Ciampino-Viterbo’, che porterebbe nel 2030 ad un raddoppio dei passeggeri, individuando altri scali primari soltanto quelli di Pisa e Firenze. Il progetto di sviluppo dell’aeroporto di Viterbo, geograficamente vicino alla nostra Regione, - ricorda - aveva già nel recente passato suscitato dubbi ed interrogativi tuttora in essere per quanto attiene l’opportunità e la sostenibilità economica complessiva dell’operazione in questione”.
Quindi – avverte - l’attuazione di detto Rapporto penalizzerebbe in via definitiva l’aeroporto di Perugia-Sant’Egidio, vanificando gli investimenti ed i miglioramenti degli ultimi anni grazie ai quali, pur rimanendo uno scalo minore nel panorama aeroportuale italiano, ha avuto un costante e consistente aumento di traffico e di passeggeri. Un incremento – continua – che ha consentito di passare dai circa 12mila200 passeggeri del 1996 agli oltre 123mila400 del 2009. L’apertura di nuove rotte – spiega - ha determinato anche la ‘tenuta’ del turismo umbro in tempi di crisi, contenendo il decremento di presenze e arrivi complessivi in alcuni comprensori della regione”.
“L’impegno della S.a.s.e. e di tutti i soci istituzionali – conclude Lignani Marchesani - ha consentito ulteriori finanziamenti governativi in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, evento che amplierà le possibilità di fruizione dello scalo perugino”. RED/as