(Acs) Perugia, 18 marzo 2016 - “Nessun accenno nel Defr 2016-2018, approvato a maggioranza martedì scorso in Aula, a misure di sostegno della natalità, così come alla formazione di nuove famiglie che possano costituire la base sociale per la ripresa. Solo generici richiami al lavoro o ai giovani che suonano più come slogan che come sostanza”. Così il consigliere regionale Sergio de Vincenzi (RP) secondo il quale nel “principale Documento di programmazione regionale” ci sono “errori di valutazione assai gravi, e proprio nei termini elementari. Il primo e più rilevante di essi – spiega - è legato alla sottovalutazione del calo demografico, per altro mai espressamente citato nel Defr, che attanaglia ormai da tempo la nostra regione, tanto che rende quanto mai velleitario il solo parlare di un modello di sviluppo. Insomma – aggiunge - c'è proprio da chiedersi come sia possibile parlare di futuro, quando ci si trova di fronte ad una popolazione che invecchia inesorabilmente, senza la speranza di una gioventù che ne possa prendere il posto, contribuendo nel contempo a sostenerne i costi di un welfare sempre più pletorico”.
Secondo De Vincenzi dalla lettura del Defr “non si riesce ad intravvedere alcun modello di sviluppo che poggi su basi minimamente credibili. Si parla poi, genericamente, di economia reale, di produzione e di turismo mentre poco o nulla si dice riguardo a chi dovrebbe consumare i prodotti. Non si parla di implementazione e tutela delle produzioni di eccellenza, di agricoltura e zootecnia, di territorio, di cultura, di tutela dell'ambiente e di trasporti quali elementi collegati al turismo, il vero petrolio di questa regione. E anche sul fronte della Sanità, il pomo della discordia Marini/Barberini, nulla di nuovo. Per non parlare poi – aggiunge De Vincenzi - di semplificazione burocratica e dell'eliminazione di tutte quelle storture amministrative che rappresentano vere e proprie zavorre ormai non più sopportabili per l'imprenditoria di ogni dimensione della nostra regione”.
“In sostanza quindi – sottolinea il consigliere di opposizione -, resta solo il rammarico per un documento che avrebbe dovuto dare qualche risposta ai dati negativi diffusi nei giorni scorsi: Pil procapite sceso dell'8,37 per cento e il più alto numero di impiegati nella pubblica amministrazione in relazione alla densità abitativa della popolazione. Ma come è possibile che di queste e tante altre storture se ne sia accorta perfino la scrittrice Susanna Tamaro, come riportato sul Corriere della Sera del 17 marzo, e non la nostra Giunta? Un invito allora a leggere quel pezzo. Forse – conclude - qualche buona idea potrebbe essere utilmente carpita”. RED/tb