(Acs) Perugia, 27 gennaio 2017 – Il consigliere regionale del Partito democratico Giacomo Leonelli annuncia un'interrogazione in commissione per sapere “quali sono i servizi erogati dalle ASL regionali a sostegno della disabilità sul territorio umbro e in particolare, nel distretto Asl 2, per le famiglie con figli affetti da sindrome di iperattività e disattenzione e quali iniziative la Giunta intenda prendere al riguardo”.
“Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività in età infantile o ADHD – spiega Leonelli - viene definito come un disturbo evolutivo dell’autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Tale disturbo, uno dei più frequenti a esordio in età infantile, rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo, l'integrazione e l'adattamento sociale di bambini, adolescenti ed adulti”.
“La complessità della diagnosi – prosegue - necessita dell’uso di strumenti appropriati che consentano di valutare la presenza dei sintomi nei diversi contesti di vita del bambino e il trattamento multimodale va adattato alle caratteristiche specifiche del bambino e del suo contesto di vita. Dopo i 14 anni fortunatamente l’iperattività tende a scomparire, ma non così la disattenzione e, per qualche esperto, fino al 50 per cento dei bambini con ADHD andrebbe inoltre incontro a disturbi psicosociali nell’età adulta (abuso di sostanze, fumo e alcool inclusi). Le famiglie con bambini affetti da tale sindrome hanno bisogno del supporto di esperti per fronteggiare al meglio sia la diagnosi che le terapie di cui necessitano i loro figli. Inoltre, non sempre le cure di cui necessitano tali bambini vengono riconosciute dal sistema sanitario nazionale e regionale al fine di abbattere i costi per le famiglie che spesso, al contrario, sono costrette a rivolgersi a privati professionisti con conseguente impoverimento della famiglia stessa o completa impossibilità di far fronte a queste spese”. RED/PG