WELFARE: “ACCERTAMENTI TRIBUTARI AI PENSIONATI EX LAVORATORI LUSSEMBURGO” - SMACCHI (PD) ANNUNCIA INTERROGAZIONE: "VERIFICARE PROCEDURE E TOGLIERE LE SANZIONI".

Il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) annuncia la presentazione di una interrogazione alla Giunta rispetto agli “accertamenti tributari ai pensionati ex lavoratori in Lussemburgo”. Nell'evidenziare che “sono scattate delle pesanti sanzioni, pari al 120 per cento dell’imposta, a carico di questi soggetti che sono in particolare persone dell'alto Chiascio”, Smacchi chiede alla Giunta di conoscere “quali azioni intende intraprendere per risolvere questa problematica per ottenere la non applicazione delle sanzioni tributarie almeno in presenza di obiettiva incertezza della norma”.

Data:

06 Dic 2017 14:15

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(Acs) Perugia, 6 dicembre 2017 - “La convenzione tra l'Italia e il Lussemburgo sancita nel 1981 vieta le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio con il fine, da un lato, di prevenire le evasioni fiscali e dall'altro di rappresentare un importante strumento di politica internazionale tributaria volto ad evitare che uno stesso soggetto sia tassato due volte in due stati diversi”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Partito democratico) evidenziando come “dai controlli effettuati nel 2016 dalla Guardia di Finanza su incarico dell'Agenzia delle Entrate di Perugia sui redditi non dichiarati nel modello, sono scattate delle pesanti sanzioni, pari al 120 per cento dell’imposta, a carico di questi soggetti che sono in particolare persone del comprensorio dell'alto Chiascio che negli anni 60 emigrarono in Lussemburgo".

Smacchi annuncia una interrogazione alla Giunta regionale per “conoscere quali azioni intende intraprendere per risolvere questa problematica al fine di ottenere la non applicazione delle sanzioni tributarie almeno in presenza di obiettiva incertezza della norma”. Inoltre Smacchi rimarca la necessità di “fare chiarezza sulla esigibilità delle somme richieste alla luce dei diversi pareri discordanti. Pareri che si sono susseguiti negli anni da parte dell'Inps, delle Commissioni Tributarie e delle Direzioni Regionali e che non chiariscono quindi la certezza o meno della norma. Parliamo di somme da restituire che si aggirano intorno a 25-30mila euro, cifre importanti che stanno costringendo i pensionati a ricorrere a prestiti ad hoc per riuscire a pagare. Tutto ciò – conclude Smacchi - deve essere chiarito. Non si possono scaricare su persone che hanno lavorato per una vita le incertezze interpretative di uffici dello Stato”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 06/12/2017