(Acs) Perugia, 15 gennaio 2015 - “La notizia dello slittamento del previsto incontro dedicato alla vicenda Trafomec , non può che destare preoccupazione per le sorti di un sito industriale storico, dei suoi ex lavoratori, da tempo in lotta per il doveroso riconoscimento dei loro diritti e delle assunzioni promesse negli accordi”. Lo dichiara il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) evidenziando che “la tabella di marcia, da tutti i punti di vista, sconta ritardi e intoppi di non poco conto: le spettanze alle quali hanno diritto gli ex dipendenti risultano non esser state ancora versate per intero, mentre delle 120 assunzioni previste a seguito di non facili trattative nella primavera dell'anno scorso, se ne sono concretizzate solo 100”.
“I lavoratori della Trafomec – ricorda Goracci - erano ben 270 nel 2011, ripartiti in tre distinti stabilimenti: una emorragia che ha interessato il tessuto sociale e produttivo provinciale e regionale in misura non certo trascurabile, coinvolgendo una realtà industriale sulla cui strategicità (che nessuno può disconoscere) sono scorsi fiumi di parole, non sempre corroborati da fatti. È necessario che la Regione Umbria, in tempi brevi e con la massima chiarezza, ponga sui tavoli deputati alla risoluzione della vicenda dei punti fermi invalicabili, in ordine all'avvenire dell'azienda e al destino dei lavoratori. Si tratta – continua il consigliere regionale – di un patrimonio considerevole di saperi, un valore aggiunto di tecnologie e professionalità come quello in questione non va disperso, ma valorizzato e messo al servizio dello sviluppo della comunità. I diritti degli ex dipendenti vanno riconosciuti integralmente e tutte le assunzioni messe in programma vanno garantite, secondo le linee consensualmente stabilite dagli accordi. L'Umbria – conclude - non può assistere alla lenta, ma inesorabile morte per consunzione di un presidio produttivo che può e deve giocare, anche per il presente e per l'avvenire, un ruolo importante nell'accrescimento della qualità del nostro tessuto industriale, troppo condizionato da monocolture, oligopoli e rendite di posizione che hanno aggravato e resa pesantissima una fase congiunturale già di per se drammatica”. RED/mp