UMBRIA TPL: “PER DIRLA ALLA FLAIANO, 'LA SITUAZIONE È GRAVE MA NON È SERIA' ” – LIGNANI MARCHESANI (PDL): “STANNO GIUNGENDO AL PETTINE I GRAVI ERRORI DI GESTIONE DELL’AZIENDA”

Il consigliere regionale del PdL, Andrea Lignani Marchesani, torna a lanciare l'allarme sulla crisi di Umbria Tpl. Nel definirla “sull'orlo del baratro”, evidenziando che viene “tenuta a galla solo dai prestiti e dalle linee di credito che gli istituti bancari concedono ancora all’azienda” e che “gli stessi stipendi di ottobre dei lavoratori dipendono esclusivamente da un ulteriore prestito”, Lignani definisce “una vergogna il fatto che una governance aziendale, incapace della pura e semplice 'normale amministrazione', sia ancora al proprio posto”. Lignani chiede dunque con forza “l'azzeramento del Consiglio di amministrazione e l’identificazione di nuovi componenti, scelti secondo parametri legati ad una contingenza 'emergenziale', con il coinvolgimento consapevole e responsabile di tutte le parti in gioco”.

Data:

12 Ott 2012 01:00

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(Acs) Perugia, 12 ottobre 2012 - “Per dirla alla Ennio Flaiano, la situazione di Umbria TPL 'è grave ma non è seria'. Ormai non è più possibile nascondere che la holding regionale dei trasporti sia sull’orlo del baratro, tenuta a galla solo dai prestiti e dalle linee di credito che gli istituti bancari concedono ancora all’azienda”. Lo scrive il consigliere regionale del PdL, Andrea Lignani Marchesani che rimarca come “gli stessi stipendi di ottobre dei lavoratori (nonché parte della quattordicesima mensilità) dipendono esclusivamente da un ulteriore prestito che, a detta dei sindacati, gli stessi dirigenti 'implorano' alle banche, pena il ritrovarsi le casse vuote e di conseguenza il blocco di quanto dovuto ai propri dipendenti”.
 

Per Lignani Marchesani è “in ogni caso veramente inconcepibile vedere che i dirigenti e lo stesso Consiglio di amministrazione di Umbria TPL (i protagonisti in negativo di questa malagestione finanziaria) restano tranquillamente ai loro posti ed anzi continuino ad essere 'coperti' dalla parte politica (Regione e Provincia, che dovrebbero peraltro iniziare a riconoscere le proprie responsabilità...), che crea cortine fumogene per impedire ai cittadini ed ai lavoratori di comprendere la reale gravità della situazione. Le rassicurazioni che i dipendenti della holding hanno ascoltato più volte e da mesi ora, davvero, non contano veramente più: servono i fatti e serve assolutamente un nuovo presidente ed un nuovo Cda, con un sostanziale cambio di rotta”.


Resta in ogni caso una vergogna – ammonisce Lignani Marchesani - che una governance aziendale, incapace della pura e semplice 'normale amministrazione', sia ancora al proprio posto, specie quando permane sullo sfondo la possibilità che, a breve, siano invece i lavoratori a doverne pagare gli errori. Dire che le 'casse sono vuote' – aggiunge l'esponente del centrodestra - fa a pugni con le centinaia di migliaia di euro che ancora vengono concessi per 'consulenze' esterne a manager già in pensione”.


In conclusione, Lignani Marchesani torna a “chiedere, con forza, un azzeramento del Consiglio di amministrazione e l’identificazione di nuovi componenti, stavolta scelti non più su logiche politiche, ma secondo parametri legati ad una contingenza 'emergenziale', che deve vedere il coinvolgimento consapevole e responsabile di tutte le parti in gioco”. RED/as


 

Ultimo aggiornamento: 12/10/2012