(Acs) Perugia, 18 ottobre 2013 - “La replica del presidente Lucio Caporizzi ai rilievi che ho mosso nell'interrogazione consiliare sui compensi dell'ex direttore generale di Umbria Mobilità, Franco Viola, non chiarisce né risolve la questione”. Così il consigliere regionale, Paolo Brutti (Idv) secondo il quale “Caporizzi ammette che il Consiglio d'Amministrazione ha illecitamente assunto Viola senza un regolare bando di concorso e che quindi è stato costretto ad annullare il contratto in autotutela. Cita una sentenza del Consiglio di Stato – spiega Brutti -, la quale afferma che l'indebito trattamento economico assegnato al dirigente non deve essergli richiesto indietro. Questo perché l'errore non sarebbe stato commesso da Viola, ma dal Consiglio d'Amministrazione, il quale è tenuto a versare anche il Tfr maturato dal dipendente nel periodo in cui ha svolte le sue mansioni”.
Secondo Brutti, “a parte la figura non proprio brillante del vertice di Umbria Mobilità, che in altri momenti avrebbe portato allo scioglimento del vertice stesso, l'inghippo grave viene dopo e sta nel fatto che Viola continua a percepire il suo compenso sotto forma di indennità di mancato preavviso, come un dirigente che sia stato licenziato dall'oggi al domani e che perciò abbia ricevuto un danno da questa inadempienza. Se il contratto è stato annullato perché illegittimo - insiste il consigliere regionale - non ha senso che si eroghi l'indennizzo per mancato preavviso. Mancato preavviso di che? Il mancato preavviso di un contratto nullo ammonta a zero euro, non alle molte migliaia di euro che riceve oggi Viola dopo l'annullamento del contratto. Se poi Viola volesse fare causa ad Umbria Mobilità per il danno che gli ha apportato faccia pure. Quello che non si deve fare da parte del CdA di Umbria Mobilità è di erogare denaro a terzi senza che ve ne sia il giustificato e lecito motivo”.
Per Brutti, “questa indebita dazione di denaro va fermata o qualcuno dovrà mettere mano al portafoglio per risarcire il danno che si sta infliggendo alle casse pubbliche, quelle che alimentano Umbria Mobilità. I soci continuano a fare gli indiani? Trovo veramente indecente – conclude Brutti - dover fare questi appelli quando Umbria Mobilità è sull'orlo del fallimento, gli autobus non hanno carburante e quando interi quartieri si vedono tagliati fuori dalla riduzione forzosa delle tratte”. RED/as