TRASPORTI: “FORTI DUBBI SULLA STAZIONE AD ALTA VELOCITÀ IN TOSCANA, L'UMBRIA DIVENTEREBBE PIÙ ISOLATA” - NOTA DI RICCI (PORTAVOCE CENTRODESTRA E LISTE CIVICHE)

Il portavoce del centrodestra e delle liste civiche, Claudio Ricci, ribadisce la contrarietà al progetto di creare una stazione ferroviaria ad alta velocità in Toscana: “dobbiamo portarla al centro dell'Umbria – dice Ricci - vicino all'aeroporto e ai principali nodi stradali, con i treni Freccia argento che già oggi potrebbero passare di più in Umbria percorrendo la rete esistente”.

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18 Ago 2015 01:00

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(Acs) Perugia, 18 agosto 2015 - “Nutriamo forti dubbi sulla scelta di collocare la stazione ad alta velocità 'Mediaetruria' in Toscana, fuori dall'Umbria e a circa 50 chilometri da Perugia, isolando così la regione dalla rete italiana ed europea ad alta velocità ferroviaria”: lo ribadisce il portavoce regionale di centrodestra e liste civiche, Claudio Ricci, sostenuto dai consiglieri di opposizione Valerio Mancini, Emanuele Fiorini (Lega), Raffaele Nevi (FI), Marco Squarta (FDI) e Sergio De Vincenzi (RP).

“La nostra visione strategica – spiega Ricci - è quella di portare l'alta velocità al centro dell'Umbria, vicino all'aeroporto e ai nodi stradali principali come la futura rete, fra l'Umbria e le Marche, della Quadrilatero, riproponendo come strategica la variante ferroviaria Orte-Falconara, che toccherebbe anche l'eugubino-gualdese, nonché aumentando i convogli ferroviari, con i treni Freccia argento, che già oggi potrebbero passare di più in Umbria percorrendo la rete ferroviaria esistente, anche per collegare Perugia con Milano in poco oltre le tre ore”.

“In questi giorni – aggiunge il consigliere regionale - anche esperti e tecnici, come riportato dalla stampa, fanno emergere molti dubbi, parlando anche di 'inutilità' per l'Umbria e per i pendolari, che farebbe perdere attrattività turistica e potenziali investimenti, poiché verrebbero canalizzati nelle zone dove ci sono maggiori nodi di accesso ai sistemi di trasporto”.

“Auspichiamo – conclude Ricci - che tutti, incluse le categorie culturali e socio economiche, si mobilitino per evitare la sempre maggiore emarginazione dell'Umbria, che sta diventando una regione debole e fragile, come riportato, anche recentemente, da molti studi economici”. RED/pg


 

Ultimo aggiornamento: 18/08/2015