“Trasimeno al collasso: inerzia e ritardi mettono a rischio navigazione e turismo. La giunta chiarisca quali azioni intende mettere in campo”

Melasecche (Lega) annuncia interrogazione

Data:

08 Ago 2025 12:34

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(Acs) Perugia, 8 agosto 2025 - “Ho depositato un’interrogazione a risposta immediata per denunciare il gravissimo peggioramento della crisi idrica del Lago Trasimeno e le conseguenze potenzialmente drammatiche per il servizio di navigazione e per l’intero comparto turistico regionale”: lo annuncia il consigliere regionale della Lega Enrico Melasecche.

“La situazione del Lago - spiega - ha raggiunto un livello di criticità allarmante e l’ulteriore abbassamento idrometrico registrato in questa prima parte dell’anno, facilmente prevedibile, sta determinando per la prima volta nella storia recente ultradecennale del Trasimeno la progressiva interruzione della navigazione, con i battelli più grandi e capienti già fuori uso. Il traghetto ‘Perugia’ e il battello merci ‘Grifone’ sono fermi, mentre il ‘Concordia II’ opera in condizioni di grave rischio per l’integrità del mezzo, con l’elica che sfiora il fondale e con una probabile avaria nei prossimi giorni se non si interverrà tempestivamente. L’impossibilità di utilizzare il ‘Grifone’ compromette gravemente la sicurezza dell’Isola Maggiore: nei mesi scorsi un incendio è stato domato solo grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, trasportabili esclusivamente a bordo del battello merci. Oggi, se si ripetesse un’emergenza simile, l’isola non sarebbe raggiungibile dai soccorritori. Quasi l’intera flotta rischia il blocco totale, con sospensione dei collegamenti da e verso le isole, in particolare l’Isola Polvese, e con danni economici e reputazionali gravissimi, proprio alla vigilia di Ferragosto, con perdita di quote di mercato difficilmente recuperabili negli anni a venire”.

“A Isola Maggiore - prosegue Melasecche - le darsene sono ormai in condizioni critiche: il livello dell’acqua non consente l’ingresso delle imbarcazioni private, indispensabili per residenti e attività commerciali. Nel frattempo, l’attività di asportazione delle alghe con le taglierine sembra non essere attuata completamente, con una percentuale significativa di biomassa che resta in acqua e sulle rive, in putrefazione maleodorante, offrendo uno spettacolo indecoroso che allontana turisti e aggrava il problema ambientale. Questa situazione era ampiamente prevedibile ed è il risultato di una inerzia amministrativa prolungata da parte della Giunta Regionale e dell’Unione dei Comuni nei mesi invernali e primaverili, quando sarebbe stato necessario avviare subito le operazioni di dragaggio. Negli ultimi otto mesi, nonostante i reiterati allarmi, non è stata adottata alcuna misura preventiva relativa alle conseguenze sulla navigazione per il calo del livello delle acque, stimato in circa 10 cm rispetto allo scorso anno. Va ricordato che nel 2020, durante il governo regionale di centrodestra, la Regione Umbria aveva trasferito all’Unione dei Comuni circa 3 milioni di euro, stanziati dal Ministero competente, destinati proprio al dragaggio. Nonostante ciò, l’Unione, guidata dal centrosinistra, non ha mai completato gli interventi, contribuendo al progressivo deterioramento della navigazione. La giunta precedente aveva inoltre provveduto, dopo lustri di immobilismo, a risolvere i problemi causati dalla crescita di alberi adulti decine di metri sui letti della rete, alla pulizia dei canali Moiano e Anguillara per favorire, in caso di piogge improvvise, l’officiosità idraulica di adduzione al Lago”.

“Sul fronte dell’approvvigionamento idrico, dopo l’incarico affidato all’Università di Perugia dalla precedente amministrazione regionale per verificare la compatibilità chimica e ittica dell’utilizzo delle acque della diga di Montedoglio, la gestione politica del dossier da parte dell’attuale Giunta si è contraddistinta per proclami altisonanti ma in una evidente debolezza negoziale nei confronti della Regione Toscana, che in più occasioni avrebbe manifestato atteggiamenti padronali mai esercitati dall’Umbria verso le regioni confinanti. Tale approccio è culminato nel clamoroso episodio della delibera di Giunta n. 751 del 22 luglio 2025, su materie di importanza storica per il futuro dell’Umbria, approvata senza alcun confronto preventivo con il Consiglio Regionale o con i territori. Il protocollo, presentato trionfalmente alla stampa, è stato addirittura celebrato dal capogruppo del PD e dalla Presidente della II Commissione, competente in materia, dopo che già era stato ritirato il 31 luglio, senza che gli stessi fossero informati, evidenziando un dilettantismo gestionale e politico che, dopo la discutibile manovra fiscale, mina ulteriormente la credibilità della Giunta Proietti. L’accordo era stato comprensibilmente presentato come vittoria dal presidente della Toscana e si configurava come una ‘svendita’ degli interessi umbri, subordinando l’uso di una risorsa idrica nazionale, cui l’Umbria ha pieno diritto, a logiche elettorali della Toscana, quasi fosse una concessione locale. Un approccio inaccettabile, che potrebbe aprire la strada a ricatti su altri fronti strategici. Dall’allontanamento della Stazione Alta Velocità dal sito baricentrico di Creti individuato da RFI, alla condivisione dell’elisoccorso Nibbio, fino ad accordi sanitari che allontanano l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva e recuperare quella attiva”.

“Per queste ragioni - conclude Melasecche - con l’interrogazione depositata chiedo alla Presidente della Giunta Regionale e agli assessori competenti di specificare quali provvedimenti immediati siano previsti a sostegno del servizio di navigazione, affinché alle limitazioni nell’uso dei natanti già poste in essere e sottaciute alla pubblica opinione, nonostante un profluvio di comunicati stampa in gran parte fuorvianti, non facciano seguito ulteriori blocchi o rottura delle eliche a causa del progressivo abbassamento del livello e del mancato reale e concreto avvio delle operazioni di dragaggio indispensabili, in attesa dell’avvio nei prossimi mesi delle operazioni di trasferimento parziale delle acque in surplus della diga di Montedoglio non utilizzabili per l’irrigazione in Toscana. Chiedo anche quali provvedimenti concreti, materiali e immediati, con relativo e inderogabile cronoprogramma di attuazione che si chiede di fornire, intendano adottare per scongiurare il rischio reale e imminente del blocco totale del servizio di navigazione prima e dopo la festività di Ferragosto, e per ripristinare condizioni minime di operatività e sicurezza per i passeggeri e per il personale di bordo, le cui condizioni di lavoro e responsabilità sono ormai divenute insostenibili, con il ricorso da parte dei lavoratori a stratagemmi operativi, costretti a proseguire il servizio nonostante le operazioni di quotidiano aumento del rischio. Domando che la giunta chiarisca dettagliatamente altresì quali motivazioni sono alla base dei ritardi nei lavori di dragaggio dei pontili e delle rotte di navigazione e quali eventuali vincoli esistano da parte della Soprintendenza e, se sussistenti, quali maggiori costi gravino in ragione di prescrizioni della stessa a causa di modalità operative e destinazione dei fanghi, tutto ciò nonostante la nomina da parte del Governo del Commissario ad hoc, richiesto e ottenuto grazie all’intervento della giunta precedente. Chiedo, inoltre, di conoscere quali siano le specifiche ragioni politiche e amministrative per le quali non si sia ancora dato avvio ai lavori di dragaggio dei fondali e dei canali di accesso ai porti del Trasimeno, e in base a quali criteri e valutazioni sia stato definito, se esistente, il calendario dei dragaggi stessi, oltre che per quali ragioni alcune aree particolarmente critiche, come quella adiacente a Isola Maggiore, non sembra risultino incluse nella pianificazione approvata dalla Giunta Regionale. Faccio inoltre richiesta di spiegare in che modo intendano garantire, negli accordi attuali e futuri, che la gestione della risorsa idrica di Montedoglio avvenga nel pieno rispetto della competenza nazionale, quale diritto sacrosanto, non negoziabile, anche dell’Umbria sotto il controllo superiore dell’Autorità di Bacino competente, assicurando che l’acqua destinata al Trasimeno non costituisca una sorta di ricatto localistico per ottenere altre partite negoziali. Non possiamo accettare che l’adduzione delle acqua di Montedoglio al Trasimeno diventino motivo per sancire l’allontanamento della Stazione Alta Velocità dall’Umbria rispetto alla individuazione del sito di Creti baricentrico rispetto alle tre province di Perugia, Arezzo e Siena, frutto dello studio approfondito al tavolo paritetico RFI-Toscana-Umbria e individuato da RFI. È inaccettabile anche che un’ipotesi di accordo tra le due regioni porti alla condivisione del nostro elisoccorso, che è diventato autonomo grazie alla volontà della Lega e del centrodestra, dopo anni di incapacità della sinistra di dotarne l’Umbria, proprio ora che sta funzionando in modo universalmente riconosciuto per salvare vite umane, producendo di fatto lo spostamento del baricentro operativo verso nord ovest, e penalizzando dal punto di vista sanitario proprio l’Umbria del Centro Sud, poiché è lapalissiano che il Nibbio, se impegnato oltre i confini regionali, non avendo il dono dell’ubiquità, difficilmente potrebbe rispondere con l’immediatezza odierna alle richieste urgenti dei territori più lontani. Sarebbe inoltre inopportuno se venissero sanciti, tra Umbria e Toscana, accordi sulla sanità che allontanano nei decenni la possibilità di recuperare efficienza e attrattività delle strutture dell’Umbria abbattendo la mobilità passiva e recuperando quella attiva. Auspico che la giunta riferisca quanto prima in merito alle questioni da me sollevate, poiché  il Lago Trasimeno, principale bacino fra tutti quelli di cui l’Umbria può vantarsi, è un patrimonio ambientale, economico e identitario di tutti, e non possiamo permettere che incapacità, inerzia e accordi al ribasso ne decretino il collasso. Servono azioni immediate, trasparenti e concrete, e servono adesso”. RED/PG

Ultimo aggiornamento: 04/09/2025