(Acs) Perugia, 25 giugno 2010 - “E' spaventoso che l'Umbria si sia guadagnata il primato in Europa, come regione con il più alto tasso per morti per droga, la media è di nove morti per mille abitanti. Vista la situazione sconcertante della nostra regione è arrivato il momento di decidere se continuare combattere la diffusione delle droghe a colpi di slogan oppure mirare al recupero globale della persona”. Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Maria Rosi (responsabile “politiche giovanili” per il Progetto officina del Pdl), secondo cui si può anche “discutere se per la comunicazione di massa sia meglio dire che le droghe sono tutte uguali o tutte diverse ma, alla fine, non dobbiamo dimenticare che dall’altra parte abbiamo un mercato forte, abile, competente, strategicamente e logisticamente molto ben organizzato che, in questo momento è vincente perché in espansione”.
Secondo il consigliere regionale del Pdl non si può pensare “che la soluzione efficace sia la semplice repressione, anche se necessaria, perché manderebbe in galera spacciatori e consumatori-spacciatori: va fatta un'analisi approfondita delle cause sul perché si arrivi all’uso e all’abuso di stupefacenti. Inoltre – aggiunge Rosi -, anche se l'azione repressiva si dimostrasse efficace, l'abuso di sostanze potrebbe spostarsi ancor di più verso quelle ‘lecite’ come super alcolici e farmaci, ugualmente dannosi”.
Per affrontare questa drammatica situazione Maria Rosi propone di “tornare a sensibilizzare l'opinione pubblica sui danni causati dalle droghe: fin dalle elementari i bambini andrebbero informati sui rischi provocati dagli stupefacenti. E' importante che l'ex tossicodipendente dopo il suo reinserimento nella società sia seguito, affinché non torni nuovamente a fare uso di droghe. I politici, gli adulti, i genitori, devono avvertire – continua Rosi - l'impellente necessità di assumersi il forte l'impegno di motivare i giovani, standogli accanto nella loro formazione e crescita, non facendoli sentire soli, ma facendo capire loro che il futuro va affrontato”.
L'esponente del Popolo della libertà evidenzia che non si può pensare che sia sufficiente “dire ai ragazzi che la droga fa male e uccide: dobbiamo costruirgli delle alternative sociali forti e motivarli a investire le loro energie in attività sociali. Dobbiamo motivarli e spingerli ad investire costruttivamente le loro energie, sulla loro formazione professionale, incentivarli a fare sport e volontariato, piuttosto che a sballarsi con gli amici. Farò convegni e tutto quello che è necessario – conclude - per sensibilizzare ancor di più opinione pubblica e istituzioni verso il problema delle morti per droga”. MP/mp