TERZA COMMISSIONE: “NORME PER LE POLITICHE DI GENERE E PER UNA NUOVA CIVILTÀ DELLE RELAZIONI TRA DONNE E UOMINI” - AUDIZIONE A PALAZZO CESARONI SUL DISEGNO DI LEGGE DELLA GIUNTA

Si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Cesaroni, sede dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, l’audizione convocata dalla Terza commissione in merito al disegno di legge della Giunta regionale “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”. Durante l’incontro, a cui hanno partecipato consigliere di parità, insegnanti, sindacaliste, operatrici sociali e esponenti dell'associazionismo, è emerso l'apprezzamento per un testo che affronta questioni attuali e di grande rilevanza.

Data:

08 Set 2016 18:15

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(Acs) Perugia, 8 settembre 2016 - Si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Cesaroni, sede dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, l’audizione convocata dalla Terza commissione, presieduta da Attilio Solinas, in merito al disegno di legge della Giunta regionale “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”.

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato consigliere di parità, insegnanti, sindacaliste, operatrici sociali e esponenti dell'associazionismo, è emerso l'apprezzamento per un testo che affronta questioni attuali e di grande rilevanza. Particolare attenzione è stata chiesta per i progetti formativi rivolti a docenti e studenti, che molti degli intervenuti hanno valutato fondamentali per sensibilizzare i ragazzi rispetto alle problematiche della differenza di genere ed aiutarli nel proprio percorso di affermazione verso una cittadinanza consapevole.

All’incontro hanno partecipato: Gemma Paola Bracco (consigliera di parità), Antonella Piccotti (insegnante), Chiara Tomassini, Barbara Mischianti (Cgil), Laura Benigni (coop sociale “l'Aiutarella”, Terni), Paola Palazzoli (Rete donna antiviolenza onlus), Ilaria Berti (associazione “Liberamente donna”), Chiara Pucciarini (Centro pari opportunità), Mirco Casciarri (Associazione genitori scuole cattoliche).

 

GLI INTERVENTI

Gemma Paola Bracco (consigliera di parità): “C’è necessità di parlare di queste tematiche e di raccordarle in una legge quadro. Nel testo però la consigliera di parità non viene menzionato né in merito alla rete regionale per le pari opportunità né sulla promozione delle pari opportunità nel lavoro e nella formazione. Stesso problema per quanto riguarda i tempi di lavoro e di vita. Bene il sistema antiviolenza e i centri che sono stati creati ma anche il centro pari opportunità dovrebbe rientrarci, per l’esperienza maturata, anche come organo di supervisione”.

Antonella Piccotti (insegnante): “Stanziare dei fondi per promuovere progetti di formazione e informazione per i docenti, in modo che essi possano poi sensibilizzare i propri alunni rispetto alle problematiche della differenza di genere. Ai ragazzi servono rispetto e consapevolezza, per aiutarli nel proprio percorso di affermazione verso una cittadinanza consapevole”.

Chiara Tomassini: “Legge positiva che valorizza le differenze e auspica politiche che mettano le donne nelle condizioni di fornire il proprio positivo contributo per lo sviluppo di una società regionale più armonica, con un equilibrio sociale avanzato. Per quanto riguarda la scuola, uno dei due presidi educativi della società, dove i ragazzi devono seguire, anche in sinergia con le famiglie, percorsi educativi improntati sul riconoscimento delle differenze. Una scelta che permetterebbe di favorire un vero cambiamento sociale”.

Barbara Mischianti (Cgil): “Siamo preoccupati per la copertura economica di una legge organica, innovativa, importante ed interessante. La norma è di ampio respiro e abbraccia tutti i settori. Quindi ha bisogno di risorse certe e duratura nel tempo, dato che i frutti di queste disposizioni li vedremo non nell’immediato. Siamo preoccupate per il futuro dei centri antiviolenza e chiediamo maggiore attenzione al futuro dei consultori dato che siamo va affrontata l’obiezione di coscienza, che nella Regione Lazio è stata superata nei consultori. Serve personale che colmi il turn over, necessari percorsi di inserimento lavorativo per le donne vittime di violenza che garantiscano loro l’indipendenza economica e la possibilità di uscire dalla propria situazione”.

Laura Benigni (coop sociale “L'Aiutarella” Terni): “Sono molti anni che in Umbria si discutono queste tematiche, ora finalmente la legge le raccoglie. Manca un supporto statistico aggiornato sull’occupazione femminile, le conseguenze della maternità, gli effetti sociali della disoccupazione, indispensabile per aggiornare le previsioni normative. Bisogna individuare delle priorità, capire che devono essere sostenute le madri sole così come i padri soli. Andrebbero poi messi in evidenza quelli che sono i problemi degli uomini umbri, che andrebbero coinvolti nelle strategie antiviolenza, affinché la nostra regione possa fare da traino alle altre”.

Paola Palazzoli (Rete donna antiviolenza onlus): “Attendiamo da anni una legge di garanzia dell’esistenza delle donne. Ambiti prioritari: relazioni, formazione, tutela della salute, contrasto alla violenza di genere. Importante utilizzare bene la lingua, declinandola correttamente al genere. Nominare significa dare valore e vorremmo che la Regione cominciasse da subito a cambiare le relazioni utilizzando termini in modo corretto rispetto al genere. Servono più fondi per l’educazione alle differenze, come quella di genere. Rendere inclusivi i servizi sanitari per le donne vittime di violenza, prevedendo la formazione di donne interpreti. Attenzione al benessere psicofisico delle donne, dare piena attuazione della legge 194, monitoraggio e controllo sulla presenza di obiettori nelle strutture pubbliche”.

Ilaria Berti (associazione Liberamente donna): “L’associazione gestisce i due centri antiviolenza aperti in Umbria nel 2014. La violenza sulle donne è anche economica, quindi servono misure per la ricollocazione e l’inserimento lavorativo. Le donne ospitato in regime residenziale dal marzo 2014 ad oggi sono circa 50, solo a Perugia, con 35 minori. Da gennaio a luglio 2016 sono state accolte 207 donne. In due anni, solo a Perugia, ci sono stati oltre mille colloqui. Importante il ruolo dell’Osservatorio anche se è necessaria un'analisi qualitativa dei dati per una lettura completa e appropriata della violenza di genere”.

Chiara Pucciarini (Centro pari opportunità): “La rilevanza delle problematiche che sono state evidenziate oggi rende ancora più necessario un coinvolgimento maggiore del Centro per le pari opportunità, della sua esperienza e delle sue professionalità”.

Mirco Casciarri (Associazione genitori scuole cattoliche): “I genitori devono essere protagonisti dell’educazione dei propri figli. Difficile trovare soluzioni per le complessità delle relazioni tra genitori e figli e tra i coniugi. Fondamentale il ruolo delle scuole e del personale che ci lavora. Proponiamo di coinvolgere le persone, con percorsi di sostegno e di aiuto, anche attraverso il Forum delle associazioni dei genitori per la scuola. Siamo disponibili e abbiamo strumenti di coinvolgimento adatti. La convivenza pacifica e serena non si costruisce con un approccio ideologico”.

 

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI

Carla Casciari (Pd): “Mettere meglio a sistema tutte le risorse, umane e strumentali, che abbiamo. Associazioni e singoli contribuiscano ai lavori della Commissione, ognuno con le proprie competenze”.

Sergio De Vincenzi (Rp): “Il tasso di violenza nella società è aumentato ad ogni livello. Gli aspetti sono molto complessi e dovremmo essere consapevoli che per instaurare relazioni costruttive tra uomo e donna bisogna tenere presente che la debolezza può non essere solo della donna”.

Attilio Solinas (presidente commissione): “Molto soddisfatto per la qualità degli interventi. Confermo l’impegno a far giungere il prima possibile il testo in Aula, un testo che sia coerente con le aspettative delle donne umbre. Si tratta di una priorità assoluta per la Terza commissione”. MP/

Ultimo aggiornamento: 21/10/2016