TERNI: “CRISI ASPASIEL IRRECUPERABILE, GRAVE IL SILENZIO DELLA REGIONE” – NEVI (FI) ANNUNCIA INTERROGAZIONE

Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Cesaroni, Raffaele Nevi, annuncia la presentazione di una interrogazione urgente alla Giunta regionale sulla Aspasiel, “un'azienda sana, qualificata ed apprezzata sul mercato che oggi è vuota di clienti e di professionalità, in una situazione che sembra irrecuperabile”. Per Nevi “qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di questo fallimento che comporta un grave danno per Terni, anche perché la cosa peggiore di questa vicenda è il totale silenzio delle istituzioni locali e della Regione”.

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01 Ott 2016 12:45

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(Acs) Perugia, 1 ottobre 2016 – “Mentre il Comune di Terni sta per fallire e la Regione se ne infischia sempre di più di quello che avviene nella Conca, forse anche per questo motivo, emerge in tutta la sua gravità la storia di Aspasiel. La cosa peggiore di questa vicenda è il totale silenzio delle istituzioni locali e della Regione. Ora il silenzio finirà”. È quanto dichiara il capogruppo regionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, che annuncia la presentazione di una interrogazione urgente con la quale chiede “alla Presidente Marini e all'Assessore Paparelli perché hanno taciuto in presenza di una palese violazione dell'accordo sottoscritto da Ast al Mise il 3 dicembre 2014 in cui a pagina 3 si scriveva testualmente che 'le business unit manterranno e svilupperanno il portafoglio clienti per rafforzare la loro presenza sul mercato'”.

“Stiamo parlando – spiega Nevi - della realtà industriale che negli ultimi dieci anni si era distinta nel territorio nazionale ed internazionale per competenze, visione e risultati. Anche in momenti estremamente difficili ha sempre presentato bilanci in utile e fatturato in crescita verso il mercato esterno. Aspasiel oggi non ha più clienti, ha il 30 per cento in meno di dipendenti, 20 professionisti in meno quando l'accordo di mobilità firmato da tutte le sigle sindacali e dalla ThyssenKrupp, al Mise ci dava meno 5; per non parlare dell'indotto che faceva parte dello stesso progetto condiviso tra ThyssenKrupp e Regione oggi azzerato, con meno 30 esterni tra strutturali e a progetto”.

Per Nevi “la domanda viene spontanea: perché nessuno degli attori in campo si è reso conto del disastro economico e strategico che questo avrebbe causato? Il fatto è che la situazione ad oggi sembra irrecuperabile. Gli ultimi due clienti, dei circa 30 importanti presenti in Aspasiel da 12 anni, lasceranno con rammarico a fine anno: il Gruppo Rinascente e il Comune di Roma a seguire. I dipendenti sono scoraggiati ed umiliati per una situazione incomprensibile a cui nessuno da risposte. Non vorrei che fossero vere le voci che girano in azienda che qualcuno ha voluto accaparrarsi i clienti di Aspasiel. Ciò ha provocato un grande danno economico per Terni visto che molte aziende locali hanno dovuto risolvere i contratti in essere con l'Azienda di Pentima e molti validi dipendenti si sono licenziati e sono andati a lavorare fuori città. È allora c’è da chiedersi: al Mise di cosa si parla? Una realtà che fattura 20 milioni di euro, di 120 addetti tra interni e consulenti non è importante?”.

“Qualcuno – prosegue Nevi - dovrà assumersi la responsabilità rispetto ad un fallimento tanto grave quanto può esserlo quello di un'azienda sana, qualificata ed apprezzata sul mercato. Tanto più se è vero, come è vero, che la stessa Aspasiel nacque nel 1989 grazie ad un finanziamento di poco meno di un miliardo di lire, concesso grazie alle Legge 181 per il rilancio delle aree soggette alla crisi delle aziende siderurgiche. Al tempo la società si chiamava Gti, Gruppo Tecnologico d'Integrazione, nel 1995 la Gti in liquidazione è stata conferita alla Finsiel diventando Aspasiel. Successivamente nel 2004 dopo la chiusura del ramo d'azienda del magnetico, Aspasiel fu riconfermata un asset strategico della Regione (Lorenzetti Marini) e della ThyssenKrupp per voce del dottor Radamacher. Una realtà da lanciare e sviluppare per aiutare il territorio ed Ast. Se non era più d'interesse poteva essere venduta: data la strategicità dell'azienda e le sue competenze una soluzione tecnica/economica si poteva trovare. L'Ict è uno dei settori trainanti dell'economia mondiale: avevamo una realtà piccola ma competitiva e ci si sarebbe potuti sedere al tavolo della Regione per capire un suo collocamento al di fuori del gruppo ThyssenKrupp. Oggi, invece – conclude Nevi - l'azienda è vuota di clienti e di professionalità, praticamente fallita. Lo stesso destino crepuscolare della città e di chi la governa”. RED/dmb

Ultimo aggiornamento: 27/10/2016