(Acs) Perugia, 12 settembre 2012 - “È l'ennesima scelta di un governo specializzato nel penalizzare le idee innovative e nel gettare fumo negli occhi ai tanti cittadini che attendono la ripresa economica e ricevono in cambio solo interventi a favore delle grandi lobby”. Oliviero Dottorini, capogruppo regionale Idv, così commenta le “indiscrezioni” che darebbero per imminente la decisione definitiva per la trasformazione in autostrada delle E45.
“Tutti sanno – spiega Dottorini - che in Italia quando non si sa più che pesci pigliare, si mette in cantiere una grande opera. È il caso della E45 autostrada, chimera che ormai da decenni riempie le cronache della nostra regione, ma che al massimo servirà a sperperare qualche bel miliardo di euro. Le già gravi condizioni in cui versa questa importante arteria stradale rischiano di peggiorare ancora, qualora si insistesse sulla via della trasformazione in autostrada a pedaggio. Occorre invece agire subito – sostiene l'esponente dell'Idv - per predisporre un piano per la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria di una strada che è volutamente lasciata nel degrado più assoluto. Per questo desta sconcerto la scelta di un governo che giunge a concepire di gettare al vento miliardi di euro per un progetto di trasformazione in autostrada chiaramente insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, particolarmente inutile e dannoso per una regione come l'Umbria”.
Secondo Dottorini si tratta di miliardi che potrebbero essere investiti “per un piano di manutenzione e messa in sicurezza secondo gli standard europei o per un grande piano di adeguamento della viabilità e di recupero delle periferie delle nostre città, in grado anche di dare impulso all'economia regionale. Credo sia legittimo, dopo anni di promesse e finte rassicurazioni, sentirsi presi in giro da un governo che continua a promettere autostrade e lascia sul campo solo le macerie di un’arteria che fa vergogna”. “È bene ricordare – prosegue il capogruppo regionale dell'Idv - che nei progetti originari l'Anas prevedeva costi di realizzazione pari a 12 miliardi di euro per un cantiere che avrebbe dovuto rimanere aperto oltre venti anni e vedere raddoppiato il traffico di mezzi pesanti nella nostra regione. Una scelta miope, senza effetti sull’economia regionale, se non penalizzanti, soprattutto per le piccole e medie aziende e per l’imprenditoria innovativa. Chi crede nella green economy o sulla necessità di riconversione della nostra economia – conclude - dovrà aspettare ancora, magari fino all’avvento di un nuovo governo che sappia dotarsi di una visione aperta e innovativa dello sviluppo”. RED/tb