“Sostegno alle donne in gravidanza e alla vita nascente”

L’Assemblea legislativa approva, con i soli voti della maggioranza, la mozione di Carissimi, Fioroni e Pastorelli (Lega)

Data:

11 Lug 2023 15:08

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(Acs) Perugia, 11 luglio 2023 - L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato (con gli 11 voti favorevoli della maggioranza e 4 contrari della minoranza) l’atto di indirizzo firmato dai consiglieri Daniele Carissimi, Paola Fioroni e Stefano Pastorelli (Lega) sul “Sostegno alle donne in gravidanza e alla vita nascente”, che propone il finanziamento di interventi di promozione e realizzazione di progetti individuali di accompagnamento alla gravidanza, di promozione del valore sociale della maternità da parte di organizzazioni e associazioni operanti nel settore della tutela materno-infantile. I consiglieri di opposizione (Meloni, Paparelli e Bori-Pd, De Luca-M5s) avevano chiesto di discutere alcuni emendamenti all’atto ma i contenuti degli stessi, illustrati in Aula dalla minoranza, non sono stati accolti dal proponente Carissimi, che non ha accettato di allargare la discussione e l’eventuale modifica dell’atto a temi come la contraccezione e il ruolo dei consultori pubblici.

Illustrando l’atto di indirizzo, il primo firmatario ha spiegato che “da tempo la Regione Umbria dedica particolare attenzione ai temi della famiglia e della natalità e al supporto nel momento della nascita di un figlio e durante la sua crescita, come testimoniato dalle ingenti risorse stanziate e dalle importanti misure avviate negli ultimi anni a sostegno delle famiglie in difficoltà e per la prevenzione dell'abbandono alla nascita. Tra queste rivestono particolare rilievo le misure che hanno come obiettivo l’accompagnamento delle famiglie e dei bambini lungo il loro percorso di crescita, tra le quali il bonus bebè, il bonus per le rette degli asili per bambini da 0 a 6 anni, le borse di studio da 6 a 18 anni, il bonus campi estivi, l’estensione della no tax area alle borse di studio per gli universitari, nonché alcuni interventi a sostegno per le neo-mamme. Nonostante i numerosi, sostanziali e trasversali interventi a sostegno della natalità e della famiglia, in Umbria esiste ancora l’esigenza di garantire la piena applicazione della legge 194/1978 nella parte in cui pone in capo anche alle Regioni l’onere di rimuovere le cause che potrebbero portare le donne alla interruzione della gravidanza e di sostenerle offrendo loro tutti gli aiuti necessari sia durante la gestazione sia dopo il parto. Tale esigenza risulta ancora più pressante e amplificata a causa delle nefaste conseguenze della pandemia da covid-19 e dalla crisi energetica e del mondo del lavoro, le quali stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese umbre, aumentando ancora di più le difficoltà nel portare avanti una gravidanza. Negli scorsi mesi la Regione Piemonte ha istituito il Fondo ‘Vita nascente’, le cui risorse sono destinate a finanziare interventi di promozione e realizzazione di progetti individuali di accompagnamento alla gravidanza, di promozione del valore sociale della maternità da parte di organizzazioni e associazioni operanti nel settore della tutela materno-infantile iscritte negli elenchi approvati dalle Asl. I progetti che possono beneficiare di finanziamenti sono finalizzati ad attività di supporto alle mamme per almeno i primi mille giorni dei neonati, anche attraverso punti di ascolto e consulenza, forme di sostegno economico, aiuti materiali e fornitura beni di prima necessità, percorsi di sostegno psicologico sia individuali che di gruppo con figure professionali adeguatamente formate e accompagnamento ai gruppi di mutuo-aiuto tra gestanti e neo mamme. Tali progetti devono essere altresì sviluppati a stretto contatto con il territorio di riferimento, anche attraverso il coinvolgimento di consultori familiari, consultori pediatrici e centri di accoglienza e devono prevedere forme di comunicazione e diffusione delle informazioni attraverso i principali siti istituzionali, e canali multimediali di informazione. Possono essere finanziati interventi a supporto della segretezza del parto per le gestanti che scelgano di non riconoscere del nascituro, per attuare a tutti gli effetti la parte preventiva della legge 194/1978 che tutela in concreto il valore sociale della maternità attraverso la rimozione delle cause che potrebbero determinare la scelta di interrompere la gravidanza. Chiediamo quindi alla Giunta di istituire un Fondo regionale, sul modello di quanto avvenuto in Piemonte, per prevenire le interruzioni volontarie di gravidanza e attuare compiutamente la parte preventiva della L. 194/1978, attraverso il finanziamento di interventi volti a rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che impediscono la costituzione e lo sviluppo di nuove famiglie. A garantire alle donne in gravidanza e alle neo mamme un totale di otto sedute di psicoterapia al fine di rendere il benessere mentale più accessibile e inclusivo”.

INTERVENTI

Simona Meloni (Pd): “Così com’è non possiamo votare questa mozione, abbiamo presentato emendamenti. Non si può ricondurre tutto soltanto alla sfera economica, dimenticando la sfera affettiva, personale e sociale delle donne. Se pensiamo che con solamente delle mancette le donne non abortiscano siamo fuori strada. Mettiamoci nei panni di una donna che prende una simile decisione: forse è sola, non ha un compagno, non ha terminato gli studi, non vuole diventare mamma, è stata violata; in questa mozione non c’è un accenno alla contraccezione gratuita, come in altre regioni, non si accenna a una formazione per i giovani. Perché non affrontare il tema in materia costruttiva anziché ideologica? Manca la fase di accoglienza, di educazione, di formazione. Perché garantire solo otto sedute di psicoterapia? Associazioni private nelle strutture pubbliche per gestire questi casi, non va. Abbiamo preparato emendamenti che tengono conto di queste cose. Non è questione di essere a favore o contro ma non possiamo ricondurre tali scelte delle donne a un mero artificio contabile di facilitazione. Il Pd la mozione così com’è la respinge”.

Thomas De Luca (M5s): “Tra il concepimento, il parto e il decesso c’è in mezzo una vita, dobbiamo agire su quella, non solo sugli estremi di questo intervallo esistenziale. Dobbiamo garantire che vengano pienamente garantiti tutti i diritti che sono sistematicamente compressi, il diritto alla salute, il diritto alla libera scelta e autodeterminazione della propria vita. Non è accettabile ridurre una simile scelta solo alla sfera economica. Ma i contenuti della mozione non tengono conto di queste cose. Non può essere che soggetti privati intervengano nelle strutture pubbliche a svolgere un ruolo pienamente in capo allo Stato. Aggiungere che gli interventi debbano essere realizzati esclusivamente attraverso i consultori pubblici, attraverso dotazione organica di psicologi e stabilendo le assunzioni per farlo”.

Tommaso Bori (Pd): “Atto ideologico e sbagliato, dare l’idea che una donna scelga se portare avanti una gravidanza o meno solo per questioni economiche è inaccettabile. Da quando vi siete insediati il tema dei consultori è scomparso, e invece sono funzionali alla legge 194. Il vostro Piano sanitario regionale esclude tutti i temi legati alla donna e alla maternità. Il benessere psicologico è delle donne ma anche dell’uomo e della famiglia. A loro offriamo solo soldi. Sono stati smantellati i servizi psicologici territoriali, tolte risorse, tolto personale. Nel piano sanitario manca anche completamente il tema della salute mentale, non c’è una parola. Il vostro approccio alla donna è preoccupante, la donna non è solo una fattrice, è una persona che deve essere libera di scegliere, avere opportunità di lavoro. Per avere una maternità servono servizi alla famiglia, nel Piano non c’è una parola su asili nido, doposcuola, possibilità di avere figli senza rinunciare alla carriera lavorativa”.

Paola Fioroni (Lega): “Rimando al mittente qualsiasi accusa che questa maggioranza non si occupa della vita delle persone, delle donne. Qualche mese fa è stata approvata la mozione sul piano di welfare aziendale legato alla maternità, che prevede conciliazione dei tempi di vita e lavoro. La parola consultorio io la trovo più volte, sappiamo bene che i consultori sono il primo supporto alle donne in difficoltà. La Toscana ha ammesso associazioni e soggetti del privato sociale a costruire una rete con i consultori per dare risposte alle difficoltà delle donne. Dove in questo atto si negherebbe la libertà di scelta di una donna? Questa mozione vuole attuare la 194”.

Stefano Pastorelli (Lega): “La mozione spiega come la pensiamo su certi temi, viene alla luce la differenza fra maggioranza e opposizione. Questo atto non toglie nulla, casomai aggiunge qualcosa. Andiamo incontro alla vita nascente con un aiuto, non è vero che non serve un aiuto economico”.

Fabio Paparelli (Pd): “Quello che non va bene in questa mozione è che la volontà della donna viene annullata e viene supposta una difficoltà psicologica, mentre le donne chiedono la libertà di scelta. Non c’è una parola sulle vere questioni della prevenzione, dei preservativi e degli anticoncezionali, non una parola sul problema del lavoro delle donne. Altre regioni garantiscono la contraccezione gratuita presso i consultori. I servizi consultoriali e ginecologici dovrebbero essere il tema centrale nella nostra sanità. In Umbria a causa delle mancate assunzioni abbiamo grossi problemi, perciò chiediamo di aprire nuove strutture, questo tema non può essere escluso. Comunque stiamo discutendo senza la presenza dell’assessore alla sanità, anche questo indica la vostra attenzione su questi temi”.

Valerio Mancini (Lega): “Si tratta di un documento esaustivo, al di là degli emendamenti. Bastava garantire a donne in gravidanza e neo mamme le sedute di psicoterapia, non limitandoci a otto. Chiediamo quindi risorse per farlo. Le Regioni hanno bisogno di sostegno alle donne e non di finanziare la guerra, che è l’antitesi della vita nascente”.

A conclusione del dibattito, il primo firmatario della mozione, Daniele Carissimi (Lega), si è detto non disponibile ad accogliere la totalità degli emendamenti così come sono stati presentati all’Aula. Un punto di incontro “sarebbe stato possibile - ha spiegato Carissimi - solo limitandosi a convergere su temi comuni, come la natalità, senza allargare il campo a consultori, salute mentale e Piano sanitario: in questo modo non facciamo altro che prolungare la tribuna politica. Il tema non è aborto si o no ma come possiamo aiutare le donne in gravidanza”. 

Per la minoranza Thomas De Luca (M5s) ha confermato che “non è possibile scindere il tema della libertà di scelta dal resto”. PG

Ultimo aggiornamento: 12/07/2023