SOCIALE: “ANCHE IN ITALIA AUMENTANO I PIÙ RICCHI MENTRE LA POVERTÀ DILAGA” - NOTA DI GORACCI (COMUNISTA UMBRO)

Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Cu) commenta i dati della 17° edizione dell'indagine mondiale sulla ricchezza nel mondo realizzata da Capgemini e Rbc Wealth Management. Per Goracci la fotografia della distribuzione della ricchezza in Italia mostra che “cresce e si divarica sempre più la forbice delle disuguaglianze sociali”.

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19 Giu 2013 01:00

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(Acs) Perugia, 19 giugno 2013 - “Tutto sembra decrescere, in questi periodi di magra. Si fanno sacrifici su qualsiasi cosa, dalla spesa alimentare ai viaggi, dalle riparazioni delle buche nelle strade; si taglia su tutto, dai trasporti alla sanità, alla scuola. Ma c'è qualcuno, anzi, ce ne sono moltissimi, che vanno controcorrente: è quanto emerge dalla 17° edizione dell'indagine mondiale sulla ricchezza nel mondo realizzata da Capgemini e RBC Wealth Management, che registra in 12 milioni di persone quelle che hanno ricchezze investibili pari ad almeno un milione di dollari. Il loro numero è sensibilmente cresciuto nell'ultimo anno, attestandosi su un + 9,2 per cento rispetto al 2011, quando erano appena 11 milioni”. Lo evidenzia il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) sottolineando che “un milione di persone, quindi, lo scorso anno, è entrato a far parte della popolazione globale degli Hnwi: gli individui ad alto patrimonio netto, quelli con almeno un milione di dollari immediatamente disponibile, con esclusione di residenze private, oggetti da collezione, beni di consumo e altri beni durevoli”.

“Il nord America – continua Goracci - si riconferma nel 2012 l'area con la maggiore ricchezza, ai Paperoni piace decisamente vivere lì. E l'Italia? Sappiamo bene quali siano le condizioni del nostro paese, di come da noi si arranchi per restare nel G8 delle potenze industriali, di come dalle nostre parti si riesca a produrre 615 nuovi poveri al giorno. Eppure c'è una sorpresa: in fatto di ricchezza restiamo saldamente in decima posizione, con ben 176mila individui e registriamo rispetto allo scorso anno un balzo del 4,5 per cento, raggiungendo una ricchezza di 336 miliardi di dollari (erano 168mila gli individui con ricchezza finanziaria dal milione di dollari nel 2011). Anche se, a guardare le denunce dei redditi, gli italiani con più di 300mila euro annui sono circa 30mila. A dire questo – aggiunge – è uno che, in questa fase della sua vita, a parte assurde vicende giudiziarie che pesano anche sul piano economico, vive in una condizione di privilegio rispetto a milioni di italiani. Non ho certo problemi per arrivare alla fine del mese, è vero, ma non posso non pensare a quanto sia scandaloso un aumento simile di ricchezza nel nostro Paese mentre non passa giorno che non si muoia o per lavoro o per la sua mancanza. I suicidi dovuti al peggioramento delle condizioni economiche, alle angherie delle tasse e della burocrazia non si contano. Ogni ora la disperazione miete vittime innocenti, davanti all'indifferenza dei più e all'inadeguatezza dei nostri governanti che non pensano certo a ridursi lo stipendio, o a tassare beni di lusso come le superbarche, ma a mantenere gabelle assurde come la tassa per il passaggio di proprietà per quei poveretti che acquistano un'automobile usata o le maggiorazioni fiscali riservate ai più derelitti”.

“E' un sistema indegno e iniquo, quello in cui viviamo – spiega Goracci - che, per un verso o l'altro, ci impoverisce tutti, giorno dopo giorno. Cresce e si divarica sempre più la forbice delle disuguaglianze sociali: la Fisac Cgil, sulla base di uno studio sui salari nel 2012, afferma che il 10 per cento delle famiglie italiane detiene poco meno della metà (4 7per cento) della ricchezza totale. Il resto (53 per cento) è suddiviso tra il 90 per cento delle famiglie. Nel 2012 il salario netto mensile percepito da un lavoratore standard è stato pari a 1.333 euro, che cala del 12 per cento se si tratta di una dipendente donna, e del 27 per cento se è giovane (973 euro). Per i giovani poi la retribuzione in 10 anni non si è mai accresciuta: mille euro mensili circa in busta paga, immutata dal 2003. In 4 anni, dal 2009 al 2012, un lavoratore in media ha percepito 104 mila euro di salario lordi. Un amministratore delegato (dati riferiti ai primi 10 gruppi per capitalizzazione a piazza Affari), nella media dei 4 anni, ha accumulato invece 17 milioni 304 mila euro, con una differenza a favore di quest'ultimi di 17.200.000. E' di 26mila euro lordi il salario medio di un dipendente, a fronte dei 4 milioni 326mila euro del compenso medio per un top manager. E non si contano le famiglie che devono riuscire a farsi bastare poco più di 1000 euro al mese”.

“Questa – conclude - è la più chiara testimonianza di come il capitalismo e il liberismo sfrenato (da tutti osannato, da destra a 'sinistra') abbiano fallito sul piano politico e su quello di un minimo di giustizia sociale. Parlo dei paesi cosiddetti a capitalismo maturo, non certo del terzo e quarto mondo dove a milioni si muore per la fame. Una patrimoniale non è solamente auspicabile: è urgente e improcrastinabile. Mi associo alla proposta della Fisac di un'imposta patrimoniale che riguardi almeno le famiglie (e sono tante) che possono contare su una ricchezza complessiva oltre gli 800 mila euro. La ricchezza è come il concime: un mucchio puzza, sparsa ingrassa”. RED/mp

Ultimo aggiornamento: 19/06/2013