(Acs) Perugia, 21 agosto 2020 - “La Regione si faccia promotrice di un accordo inter-istituzionale mirato alla realizzazione di “Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza” (Rems) da destinare alla popolazione carceraria umbra affetta da disturbi psichici”: è quanto chiede alla Giunta regionale il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, annunciando un atto formale e sottolineando come “tra le criticità più sentite dagli agenti di Polizia penitenziaria, dal personale sanitario e dagli stessi detenuti e detenute che ho avuto modo di incontrare nel corso della mia recente visita alla Casa circondariale di Capanne, c’è quello della gestione e della prevenzione degli eventi collegati ai problemi psichiatrici che, a vario titolo, e in diverse forme, affliggono quasi un terzo della popolazione carceraria”.
“Al fine di evitare l’insorgere di acuti ed episodi che arrivano anche mettere a repentaglio la sicurezza degli operatori e degli stessi detenuti - continua Tommaso Bori - serve un intervento strutturale che porti anche l’Umbria a dotarsi di luoghi in cui dare adeguata esecuzione alle misure di sicurezza detentiva, disposte dalla magistratura, con l'assegnazione a casa di cura e custodia. Gli oltre 650 eventi critici gestiti nell’arco dell’ultimo anno – prosegue il consigliere Pd - stanno a dimostrare che serve una rinnovata attenzione a questo tema, così come sulle altre criticità che affliggono le nostre carceri. Se il problema del sovraffollamento si pone, oggi, in maniera meno emergenziale – sottolinea il capogruppo Dem - la problematica del sotto organico degli agenti di polizia penitenziaria merita di essere affrontata con tutti gli strumenti a disposizione. Così come è un dovere per le istituzioni regionali fare in modo che si promuovano maggiori occasioni e nuovi progetti di rieducazione, formazione e lavoro, interno ed esterno al carcere, anche in collaborazione con le amministrazioni comunali, perché investire nel recupero e nel reinserimento dei detenuti è un dovere, un segno di civiltà ma anche un investimento per la sicurezza”.
“Negli ultimi anni – ricorda Bori - l’Umbria è stata in grado di lanciare alcuni segnali di civiltà al sistema detentivo, come nel caso degli spazi di preghiera per detenuti di fede islamica presso il carcere di Terni o con progetti di educazione e formazione a Spoleto, fino alle attività agricole svolte a Capanne. Le istituzioni regionali e provinciali hanno stanziato negli ultimi anni fondi per importanti progetti formativi, rivolti anche ai minorenni, e per il sostegno a iniziative di reinserimento lavorativo, come il progetto agricolo e l’officina creativa di produzione tessile a Capanne di Perugia, che, oggi, riuscirà a produrre maglie per la stessa Polizia penitenziaria. Serve dunque proseguire in questa direzione - conclude il capogruppo - e l’appello che rivolgo alla Giunta è quello di portare avanti azioni concrete che migliorino la qualità del sistema detentivo perché, mutuando le parole di Voltaire, oltre che è un dovere morale, è proprio dalle nostre carceri che si misura il grado di civiltà di una nazione”. RED/mp