SECONDA COMMISSIONE: “QUATTRO AZIONI PER SEMPLIFICARE LA NORMATIVA SUL GOVERNO DEL TERRITORIO” - AUDIZIONE CON IL COMITATO ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI DELL'AREA TECNICA SUL TESTO UNICO

Si è svolta stamani in Seconda commissione l'audizione coni referenti del Comitato interprofessionale degli ordini e dei collegi dell'area tecnica della Regione Umbria. Dagli interventi sono emerse alcune richieste di modifica del “testo unico sul governo del territorio”, relativamente alla semplificazione, all'eccesso di vincolo di alcuni territorio e all'informatizzazione del settore. Auspicata inoltre l'azione della Regione verso il Governo nazionale per una revisione della normativa in materia di competenze e funzioni di autorità di bacino e sovrintendenze, revisione dell'autorizzazione strutturale e delle previsioni in materia di consumo del suolo.

Data:

05 Mar 2014 00:00

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(Acs) Perugia, 5 marzo 2014 – La Seconda commissione dell'Assemblea legislativa, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, ha ascoltato questa mattina i rappresentanti del  Comitato interprofessionale degli ordini e dei collegi dell'area tecnica della regione Umbria in relazione al progetto di testo unico di iniziativa della Giunta regionale sul “Governo del territorio”. Dall'incontro, durante il quale sono state presentate dettagliate proposte emendative relative a più articoli della legge, è stato evidenziato che servirebbero: strumenti più agili ed efficaci per la pianificazione territoriale, ora articolata su quattro livelli con conseguente incertezza sul vero soggetto decisore; il superamento dell'approccio vincolistico ai centri storici ed alle aree ambientali tutelate. Sarebbe poi necessario che la Regione si attivasse con il Governo nazionale per una revisione della normativa in materia di competenze e funzioni di Autorità di bacino e Sovrintendenze, di autorizzazioni strutturali e delle previsioni in materia di consumo del suolo.

GLI INTERVENTI
ALESSANDRO BRACCHINI (architetto, Comitato interprofessionale degli ordini e dei collegi): “L'argomento pianificazione territoriale andrebbe approfondito con strumenti appositi, più agili ed efficaci. In Italia l'urbanistica è partita tardi e si è sviluppata lentamente. Servono strumenti di governance adeguati e moderni. Oggi la pianificazione è articolata su 4 livelli che determinano una incertezza sul vero soggetto decisore, serve una revisione radicale che porti ad individuare i responsabili ai vari livelli. I centri storici sono morti perché sottoposti a troppi vincoli: il criterio della conservazione fine a se stessa ha portato all'abbandono delle funzioni residenziali. Se la logica del vincolo viene estesa all'intero territorio si determinano le condizione per un decadimento generalizzato. Vorremmo evitare che certe regioni e certe zone debbano essere considerate come delle riserve indiane da destinare solo a parco e conservazione, senza possibilità di sviluppo.
Avanziamo quattro le proposte per la politica, che la Regione potrebbe intraprendere agevolando le relative modifiche normative nazionali: chiusura delle Autorità di bacino, sovrastrutture superate e ormai sedimentate come ulteriore organismo che da pareri, con il passaggio delle relative funzioni alla Regione, salvo per i casi di interesse nazionale. Abolizione delle Sovrintendenze, fine dello status speciale di queste strutture e trasferimento alla Regione di funzioni e personale. Modifica della legge sull'autorizzazione strutturale, che rappresenta solo un costo aggiuntivo e un allungamento dei tempi, quando invece la responsabilità dell'ingegnere che firma il progetto c'è già. Inoltre potrebbero essere svolti controlli durante la costruzione e nei cantieri, cosa che non viene fatta. Ripensamento delle politiche sul consumo del suolo, evitando approcci ideologici, predisponendo norme fiscali che agevolino lo sviluppo sostenibile e favoriscano il riuso di aree dismesse modificando i parametri edilizi ed urbanistici”.

GIANLUCA SPOLETINI (Ordine degli ingegneri): “Importante l'elaborazione del piano paesaggistico, si tratterà di fare una scelta strategica, cercando di rendere maggiormente oggettive le possibilità di intervento in certe aree. Andrebbe poi spostata la centralità decisionale presso i Comuni, facendo tornare le Soprintendenze ad essere un organismo solo consultivo. Ho riscontrato forti criticità sulle valutazioni dei piani attuativi in zona vincolata, con una invasione di campo da parte delle sovrintendente che vanno oltre le valutazioni sulle opere di urbanizzazione.  Non è chiara nemmeno la tempistica che le Soprintendenze devono rispettare per i pareri. Spesso poi proprietari e committenti si rivolgono ai professionisti solo dopo aver realizzato le opere, quando sorgono i problemi: la definizione di attività edilizia libera è quindi fuorviante e andrebbe rivista. Sempre più spesso ci sono misure urgenti nazionali che vanno in contrasto con le leggi regionali, andrebbe però previsto un recepimento automatico, per evitare che gli uffici comunali valutino prevalente a volte la normativa regionali e altre quelle nazionali. Si dovrebbe infine procedere ad una vera informatizzazione del sistema, ferma da tre anni”.

RENZO MASTROFORTI (Collegio dei geometri della provincia di Perugia): “Nelle premesse del testo unico sul governo del territorio è stato usato il termine di “sistema non afflittivo' una scelta positiva che ora però dovrà essere tradotta in atti concreti, soprattutto per quanto riguarda gli uffici dei Comuni. Servirebbe una azione di formazione e di aggiornamento anche culturale per i dirigenti, per fare in modo che l'autocertificazione venga sempre accolta e che il processo di semplificazione non trovi più continui ostacoli”. MP/
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Ultimo aggiornamento: 05/03/2014