SECONDA COMMISSIONE: NORME PER LA RICERCA, LA COLTIVAZIONE E L'UTILIZZO DELLE ACQUE MINERALI NATURALI, DI SORGENTE E TERMALI – AUDIZIONE CON RAPPRESENTANTI AZIENDE E COMUNANZA AGRARIA

Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni l'audizione della Seconda Commissione sulle Norme per la ricerca, la coltivazione e l'utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali. Sulle due proposte di modifica avanzate dai consiglieri Smacchi Pd-Rometti SeR, e Liberati-Carbonari M5S sono stati ascoltati i rappresentanti di Motette spa, Comunanza agraria dell'Appennino gualdese, Rocchetta spa, Nocera Umbra Fonti Storiche, San Gemini e Terme Francescane.

Data:

12 Dic 2016 14:15

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(Acs) Perugia, 12 dicembre 2016 - La Seconda Commissione dell'Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eros Brega, ha incontrato questa mattina i rappresentanti di Motette spa, Comunanza agraria dell'Appennino gualdese, Rocchetta spa, Nocera Umbra Fonti Storiche, San Gemini e Terme Francescane per un'audizione sulle due proposte di legge (Smacchi Pd-Rometti SeR e Liberati-Carbonari M5S) relative al sistema dei canoni concessori per lo sfruttamento delle acque minerali e termali.

LE PROPOSTE DI LEGGE

Andrea Smacchi ha spiegato che “le modifiche alla legge regionale che abbiamo predisposto mirano ad aumentare la percentuale del canone da redistribuire ai Comuni, passando dal 20 al 40 per cento, prevedendo il conferimento diretto dei fondi oppure la stesura di una convenzione con la Regione mirate alla riqualificazione e alla tutela ambientale delle aree estrattive e produttive”.

Andrea Liberati ha invece evidenziato che “è necessario incrementare i canoni concessori per valorizzare il bene acqua, facendo in modo che il costo ambientale dell’attività estrattiva non ricada sui cittadini ma su chi la estrae. Vogliamo al tempo stesso tutelare le aziende di imbottigliamento, soprattutto quelle low cost, ed incrementare anche la quota del canone che viene assegnata ai Comuni su cui ricadono le sorgenti e gli impianti”.

GLI INTERVENTI

Federico Stocchi (Motette): “Nel 2015 i volumi imbottigliati hanno dimostrato le difficoltà del settore. Positiva l’idea di incrementare la quota dei comuni”.

Nadia Monacelli (Comunanza agraria Appennino gualdese): “Dalle vicende in atto tra la Comunanza e la Rocchetta emergono elementi che possono essere utili alla discussione. Secondo noi la legge regionale attuale è incostituzionale perché non prevede un bando pubblico per le concessioni e le proroghe, che non possono essere concesse direttamente. Su questo abbiamo già presentato un ricorso al Tar. L'ammontare dei canoni viene determinato ‘sulla fiducia’ dato che non c’è modo di verificare i contatori relativi agli attingimenti. Necessario, sempre, lo studio di bacino e deve essere chiarito quali autorizzazioni servono per i pozzi. Positivo l’aumento delle quote previste per i Comuni che mettono a disposizione le risorse idriche del proprio territorio”.

Chiara Bigioni (Rocchetta spa): “Sulla redistribuzione del canone ai Comuni non abbiamo osservazioni da fare e siamo disponibili a valutare le loro iniziative per esservi coinvolti. Sull’incremento del canone di concessione, esiste una disomogeneità nazionale nella materia che crea problemi di concorrenza, dato che poi l’utilizzo della risorsa idrica coinvolge il mercato nazionale”.

Nadia Marasca (Nocera Umbra Fonti Storiche spa): “Doveroso ridefinire la divisione del canone concessorio in favore di Comuni. Le aziende di imbottigliamento contribuiscono alla valorizzazione di un bene, pagando il contributo richiesto dalla Regione nonostante le difficoltà economiche e le conseguenze del terremoto. Non siamo usurpatori di un bene locale. Cartiere e fonderie utilizzano più acqua di noi, ma di questo non ci si preoccupa. Per far diventare ‘minerali’ quelle acque i privati hanno investito in ricerche ed escavazioni. Molti Comuni non hanno le risorse e le capacità per attivare progetti di valorizzazione e salvaguardia ambientale finanziati con una quota del canone concessorio. Così i privati continuano a pagare mentre le amministrazioni pubbliche non sanno far fruttare quelle risorse”.

Patrizio Dessi (San Gemini spa): “Bene la ripartizione sul territorio di parte dei canoni, ma fissando delle finalità per l’utilizzo di questi fondi che siano orientate alla tutela ambientale e della risorsa idrica”.

Fausto Tili (Terme francescane di Spello): “La nostra attività è diversa dall'imbottigliamento ed è fortemente legata al turismo, che dopo il terremoto è in seria difficoltà. Nelle modifiche di legge andrebbe prevista una differenziazione tra i due ambiti”.

LE VALUTAZIONI DEI COMMISSARI

Claudio Ricci (Rp): “I margini economici e aziendali del settore sono sempre più limitati, con una contrazione anche dei circa 300 occupati del settore. Il mercato è complesso, con margini sempre più ridotti. L’incremento dei canoni di concessione non riguardano queste modifiche di legge. Da affrontare il tema della verifica dei contatori e delle corrette modalità di rinnovo delle concessioni in base alle valutazioni della Corte costituzionale”.

Andrea Liberati (M5S): “Sono mancati i controlli sulle aziende che utilizzano a vario titolo l’acqua pubblica, su quelle che determinano l’inquinamento dei bacini fluviali. La Regione è tenuta a rispettare le norme nazionali in tema di concessioni. C’è lo spazio per incrementare i canoni di concessione, per restituire qualcosa di più alla comunità regionale. Serve un equilibrio più avanzato tra le esigenze delle aziende e quelle delle comunità. Giusta la richiesta di una moratoria per le aziende termali in relazione agli effetti del sisma sul turismo”.

Silvano Rometti (SeR): “Non ci sono le condizioni per un aumento dei canoni, ma solo per una loro diversa redistribuzione in favore dei Comuni. La completa rivisitazione della legge sulle acque minerali andrà fatta coinvolgendo la Giunta regionale. L’assegnazione alla Regione di una quota maggioritaria del canone dipende dal fatto che quelle risorse prescindono dai confini amministrativi dei Comuni, che pure meritano di avere più risorse per progetti mirati”.

Andrea Smacchi (Pd): “Fino ad ora la Regione ha cercato di portare avanti progetti di area vasta che coinvolgessero i Comuni su cui insistono gli attingimenti. Proponiamo di raddoppiare le risorse da destinare alle Amministrazioni, prevedendo progetti pluriennali, coinvolgendo le aziende nella loro attuazione. I Comuni si trovano spesso in difficoltà di bilancio che portano ad utilizzare tutte le risorse per i servizi essenziali: andrà quindi prevista una certa flessibilità nell’impiego dei fondi. Va recepito il grido di allarme di chi gestisce centri termali, a Spello come a Triponzo, che subiscono una grave crisi legata agli effetti del sisma. Le modalità scelte dalle varie Regioni italiane in merito ai canoni concessori sono molto disomogenee, ma noi dobbiamo tenere presente che in alcuni contesti le aziende di imbottigliamento sono un argine alla desertificazione economica di ambiti marginali”. MP/

 

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Ultimo aggiornamento: 12/12/2016