“Ritiro della manovra fiscale regionale 2025 alla luce della relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale”

L’Assemblea legislativa dell’Umbria respinge a maggioranza la mozione di Arcudi (Tp-Uc), Giambartolomei, Pace (FdI) e Tesei (Lega)

Data:

25 Set 2025 18:38

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(Acs) Perugia, 25 settembre 2025 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha bocciato con 8 voti favorevoli e 11 contrari la mozione presentata da Nilo Arcudi (Tp-Uc), Matteo Giambartolomei, Eleonora Pace (FdI) e Donatella Tesei (Lega) per chiedere il “ritiro della manovra fiscale regionale 2025 alla luce della relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale”.

Nilo Arcudi ha presentato l’atto di indirizzo parlando di “un quadro ora più chiaro della situazione finanziaria della Regione e di precisazioni sul presunto disavanzo di centinaia di milioni di euro. Un dato utilizzato come una clava per paventare un commissariamento imminente e giustificare le nuove tasse. Mentre invece la Corte dei conti si è espressa con dati puntualissimi ed ha contestato che dai titoli dei comunicati pubblicati nel mese di marzo nei siti istituzionali della Giunta regionale e dell'Assemblea legislativa emergeva un disavanzo in sanità di 243 milioni di euro. Numeri non congruenti con i dati emersi dal documento Prime evidenze rilasciato da Kpmg il primo aprile 2025, da cui si evince che il disavanzo per il sistema sanitario regionale è di 34 milioni di euro. Quindi non 243 milioni ma 34. Inoltre la Corte ha osservato che il dato dei 243 milioni si riferiva esclusivamente alle aziende sanitarie ospedaliere non considerando le risultanze positive della gestione sanitaria accentrata e che quindi non poteva essere attribuito all'intero sistema sanitario regionale. La Corte ha anche ribadito che il payback e le premialità già note nei meccanismi contabili avrebbero dovuto essere considerati nel calcolo complessivo.

La Regione avrebbe quindi potuto avere contezza della reale situazione dei bilanci della sanità. E’ stato invece creato appositamente un clima negativo per giustificare un aumento delle tasse utile a finanziare certi interventi. Chiediamo oggi di fare una scelta di coraggio, nell’interesse dei cittadini, valutando una manovra correttiva che azzeri gli aumenti di Irpef e Irap. Una decisione che dimostrerebbe senso di responsabilità e coraggio. La politica interessa ormai poco ai cittadini ma i problemi della sanità e l’aumento delle tasse è invece al centro dell’attenzione. Inutile cercare di far finta che questa manovra fiscale non ci sia stata, occupandosi di questioni internazionali. Queste nuove tasse potevano essere evitate razionalizzando i costi della sanità e il bilancio della Regione. Inoltre i 184milioni che entreranno con le nuove tasse non è neanche chiaro come verranno utilizzati, se serviranno davvero per migliorare il servizio sanitario”.

Cristian Betti (Pd): “Su incarico del vice presidente e assessore Tommaso Bori svolgo quella che doveva essere la sua relazione: Se siete così convinti di quanto scrivete, senza alcun rispetto reale per i cittadini, soprattutto per quelli che vi hanno dato fiducia, fate una seria analisi del bilancio regionale da Voi stessi approvato. Quali erano, prima della manovra, le risorse regionali ‘disponibili nel Bilancio di previsione 2025-2027’ che avremmo potuto utilizzare per far fronte non solo ai disavanzi in sanità ma anche agli altri interventi prioritari e urgenti richiamati? Una risposta da dare approfondendo con serietà e senso di responsabilità i numeri ed evitando di individuare strumentalmente risorse inesistenti come gli utili del bilancio consolidato o non utilizzabili come il payback da dispositivi medici e gli accantonamenti del Rendiconto 2024. Quando si definisce la manovra fiscale attuata dalla Giunta regionale gravosa si tralascia volutamente di precisare che ha ridotto l’imposta da versare al 70 per cento dei cittadini rispetto a quanto pagavano fino al 2024, avendo azzerato la maggiorazione regionale per le fasce di reddito più deboli.

Aggiungo alcune considerazioni personali su quanto viene riportato nella mozione. Si tratta della replica di una discussione ampia e approfondita già svolta in questa Aula. E’ legittimo continuare a battere su quello che viene considerato un tasto dolente per la maggioranza. Quindi sappiamo che dovremo continuare a sentire queste argomentazioni per tutta la Legislatura. A queste continue sollecitazioni, a cui abbiamo già risposto, possiamo solo aggiungere che le motivazioni della manovra sono quelle già state spiegate in molte altre occasioni. Il disavanzo è stato certificato dal tavolo tecnico del Mef. Ed è quindi inutile continuare a ripeterlo. Capiamo le ragioni politiche che hanno portato a questo atto di indirizzo ma siamo costretti a votare contro per le stesse ragioni che abbiamo spiegato ripetutamente, anche in Commissione”. 

Donatella Tesei (Lega): “Questa mozione non è una replica degli altri atti. Sono le vostre dichiarazioni che sono state superate e smentite dalla Corte dei conti: l’ammontare di 34 milioni del disavanzo è stato ribadito e chiarito. Invece di usare risorse anche non spese abbiamo accantonato in modo eccessivo, come evidenziato dalla Corte. Il Payback è stato oggetto di negoziazione tanto che il Governo ha partecipato e consentito alle Regioni di ridurre gli importi. Ed è stata prevista la possibilità di slittamento al 2025. L’impatto di questa manovra fiscale su una regione debole come la nostra sarà notevole. E non basterà la Zes, che pure darà delle opportunità alle imprese. La manovra colpirà i ceti medio bassi con tasse che non erano necessarie, dato che i fondi per il co-finanziamento si sono sempre trovati. Quando si tratterà di pagare l’aumento delle tasse sarà troppo tardi per ridurre l’impatto sul sistema socio economico della Regione”.

Stefania Proietti (Presidente Giunta): “La manovra è stata necessaria sia sul piano sanitario che per il co-finanziamento dei fondi europei, come per quelli sulla disabilità. Rispetto al payback dispositivi, concordiamo che le aziende non possono fallire e per questo agiremo sul 25% che dovrà essere incassato nell’anno corrente. La manovra avrà certamente un impatto sulle fasce di popolazione con un reddito medio-alto, sopra i 28 mila euro. Ma il 70% degli umbri ha un reddito inferiore e vedrà una decurtazione delle tasse. Le aziende sanitarie sono in disavanzo dal 2019. Il fondo della sanità aumento in misura inferiore all’aumento di costi e spese. Il finanziamento per regioni come Umbria, Marche e Abruzzo è sfavorevole perché i parametri premiano le regioni con popolazione maggiore. Abbiamo chiesto l'attuazione di nuovi criteri di riparto. Anche l’Abruzzo ha varato una sua manovra finanziaria per lo stesso motivo. In Umbria abbiamo ridotto l’impatto della manovra sul 73% dei redditi, quelli sotto i 28mila euro all’anno. E per loro non ci sarà un impatto negativo. L’impatto sul restante 27% sarà il più equo possibile. E quei soldi andranno a coprire i costi aumentati delle Rsa, gli effetti del Payback sulle aziende, il co-finanziamento dei fondi europei, la riduzione delle liste di attesa. Sono alcune delle necessità che proprio la minoranza ha segnalato con i suoi atti di indirizzo”. 

Nilo Arcudi ha infine replicato: “L’elemento nuovo di questa mozione è la valutazione della Corte dei conti su quel processo comunicativo e amministrativo. E su questo non ci sono state risposte. I cittadini ci chiedono per quale motivo la Regione prosegue nella attuazione della manovra fiscale se ci sono organismi che hanno chiarito quale è la situazione dei conti e del bilancio. Saremo molto attenti sull’impiego delle risorse aggiuntive e sugli interventi che verranno finanziati”. MP

Ultimo aggiornamento: 25/09/2025