(Acs) Perugia, 22 giugno 2018 - “Le parole volano ma i fatti restano. Sono passati quasi due anni dal sisma nel centro Italia e in Umbria, ma le risorse pari a 23miliardi di euro per ricostruire non ci sono in cassa, sono ‘bollinate’ dalla ragioneria dello Stato, iscritte in conto ‘competenza’ che tradotto vuol dire promesse nel futuro”: lo afferma il consigliere regionale Claudio Ricci (misto-RP/Italia civica).
“Anche gli ‘emendamenti’ dei neo parlamentari umbri di area governativa – spiega Ricci - sono stati bocciati, sul piano tecnico, in quanto ‘privi di copertura finanziaria’. Verranno declinati in ‘ordini del giorno’, tradotto: altre promesse, anche se condivisibili. L’acqua è poca e la papera non galleggia. Consiglierei a tutti molta prudente riflessione”.
“Sulle leggi post sisma 2016 – continua Ricci - tutti concordano che sono troppo complesse, poco chiare e tali da alimentare burocrazia e ritardi, forse apposta per allungare i tempi in assenza di risorse. Quel poco che si vorrebbe fare, anche con le risorse dei privati o con le raccolte fondi, viene puntualmente ‘bloccato e/o rallentato’ da comitati e tribunali. La realtà è questa”.
“Nel 2020, quando saremo alla presidenza della Regione Umbria – conclude Ricci -, con una proposta solo civica e persone capaci di fare, sarà il primo punto da affrontare, mettendo a disposizione la mia esperienza svolta nel terremoto del 1997 e anni successivi e, già nei prossimi mesi, proprio dalla Valnerina, inizierà il nostro cammino verso il 2020”. RED/pg