(Acs) Perugia, 3 ottobre 2014 - “L’Italia vive una autentica emergenza demografica: nel 2013 c'è stata una riduzione delle nascite del 3,7 per cento rispetto all'anno precedente. Dall'inizio della crisi, dunque, sono più di 62mila i nati in meno all'anno. Peggio di noi solo la Germania. E in questo contesto, l'Umbria presenta un bilancio demografico ancor più preoccupante, con un processo di invecchiamento tra i più alti in Italia (179 per cento), un tasso di crescita naturale negativo pari a -3,2 per cento (ben al di sotto della media nazionale di -1,3 per cento) e un tasso di fecondità pari a 1,38 figli per donna, a fronte di una media nazionale di 1,42. Se il trend dell'indice di invecchiamento della popolazione manterrà lo stesso ritmo degli ultimi 4 anni, la popolazione regionale in circa 10 anni conterà un numero prevalente di ultrasessantacinquenni, circostanza che richiederà, in maniera non sostenibile nel lungo periodo, sempre maggiori risorse per la cura e l’assistenza a discapito degli investimenti per la produttività e la crescita”.
Così Franco Zaffini, capogruppo regionale di Fd'I-Alleanza nazionale - commenta lo scenario disegnato dal Censis nella ricerca “Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Zaffini chiede all'esecutivo regionale di discutere con urgenza in Consiglio regionale le sue mozioni a sostegno della maternità in Umbria, l'ultima delle quali risalente a marzo 2014 e tutt'ora giacente.
“Solo fino a qualche anno fa - prosegue - si diceva che gli immigrati avrebbero riequilibrato i 'buchi' di natalità, ma oggi neppure questo aiuto è capace di garantire una ricrescita generazionale. E' quindi urgente istituire un sussidio alla maternità e mettere in atto politiche mirate alla tutela della famiglia attraverso il rilancio dell'occupazione femminile, il potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido, l'incentivazione dell'apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private, nonché l'adozione di misure per sostenere l'accesso alle abitazioni a favore di famiglie numerose”.
“E' ormai assodato - continua Zaffini - come una buona politica delle pari opportunità (strumenti di conciliazione vita-lavoro, sgravi fiscali, asili-nido e altro) e l'incremento demografico siano sinonimo di sviluppo economico ed emancipazione femminile, come dimostrano i confortanti dati del nord Europa, dove si registra il più alto tasso di occupazione tra le donne e, contemporaneamente, ottimi livelli di nascite. In Umbria, invece, i dati dimostrano come da sempre l'amministrazione regionale non ha riconosciuto alle politiche per la famiglia e la genitorialità la priorità che meritano. Ora che i danni sono difficilmente reversibili quanto evidenti a tutti – conclude - mettiamo subito in atto almeno qualche strumento di contenimento e limitazione”. RED/pg
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