QUESTION TIME (7): “AGGRAVAMENTO DELLA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE ALLA 'COLUSSI'” - LEONELLI (PD) INTERROGA PAPARELLI: “MASSIMA DISPONIBILITÀ MA I COSTI PER INVESTIMENTI NON POSSONO COPRIRE QUELLI OCCUPAZIONALI”
14 Nov 2017 14:00
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(Acs) Perugia, 14 novembre 2017 – Il consigliere regionale del Partito democratico Giacomo Leonelli ha interrogato l'assessore Fabio Paparelli per sapere “quali siano gli intendimenti della Giunta Regionale al fine di tutelare i lavoratori della Colussi di Petrignano visto l'aggravarsi della situazione occupazionale e quindi nel portare all'attenzione del Governo tale importante problematica”. A margine della discussione Leonelli e l'assessore hanno incontrato alcuni rappresentanti delle Rsu aziendali, presenti in Aula.
Leonelli ha ribadito che “non è la prima volta che portiamo questo tema in Aula poiché già a luglio chiedemmo l'intervento della Giunta quando furono paventati circa 70 esuberi. Ma la situazione è peggiorata, dato che nell'ottobre scorso il management del gruppo ha annunciato la procedura di licenziamento collettivo di 125 persone. Oggi lavorano nello stabilimento di Petrignano circa 500 persone, molte già impiegate con contratti di solidarietà che accettarono di buon grado qualche anno fa, quando la situazione dell'azienda era più critica, dimostrando con un sacrifico nemmeno tanto piccolo di volersi sentire parte del futuro dell'azienda stessa. Con il tempo però la situazione è cambiata, il gruppo è tornato a produrre numeri importanti, prima ha dismesso alcuni stabilimenti, come Rimini, Vittorio Veneto, Imperia, poi ha trasferito parte della produzione anche dello stabilimento di Petrignano a Fossano, quindi è una situazione che nel corso degli ultimi anni ha avuto un’evoluzione, ma purtroppo direi che ce l’ha avuta anche nel corso degli ultimi mesi e delle ultime settimane, arrivando ad assumere contorni ben più gravi e preoccupanti, per i lavoratori, per la produzione, ma anche per la comunità, perché ragioniamo di uno stabilimento che insiste su un territorio come quello di Petrignano che fa sì che molti dei cittadini, degli abitanti dell’area circostante, siano impiegati in quello stabilimento. Per queste ragioni chiediamo di sapere quali siano gli intendimenti della Giunta per tutelare i posti di lavoro e portare all'attenzione del governo la vicenda, tenuto conto anche della condotta dei lavoratori di questi anni che è sempre stata tesa a dare il proprio contributo per la tenuta complessiva della realtà”.
L'assessore Paparelli ha ricordato che “nonostante gli investimenti fatti in diversi piani industriali negli ultimi anni, sia sul versante impiantistico, sia quello del marketing, la situazione complessiva del gruppo ha continuato a presentare criticità. In parte a questa crisi, grazie alla disponibilità delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, è stato fatto fronte con l’utilizzo di solidarietà e si è arrivati a circa 155mila ore. Nonostante questo l’azienda ha predisposto un nuovo piano industriale che prevede investimenti complessivi per 80 milioni di euro, di cui 50 sarebbero investiti sul marketing, per il riposizionamento dei marchi Colussi e Misura, e gli altri 30 sarebbero destinati al miglioramento e potenziamento impiantistico e di stoccaggio, nonché alla formazione e riconversione di professionalità all’interno dell’organico di Petrignano. Per altre situazioni, ma soprattutto per la Colussi, i costi dei nuovi investimenti necessari per riposizionare aziende e marchi importanti nel settore agroalimentare della nostra regione non possono essere coperti con i costi della occupazione, su questo la Regione ha già detto e continuerà a dire parole chiare. La Colussi ha attivato la procedura di licenziamento collettivo per i 125 lavoratori, 115 operai e 10 impiegati, ai sensi della legge 223, aprendo una fase estremamente delicata in cui la procedura assegna il termine di 45 giorni per il confronto tra azienda e sindacato. Questo termine scadrà il prossimo 25 novembre. Qualora ciò non portasse alla stipula di un accordo tra sindacati e azienda, ci saranno ulteriori 30 giorni concessi per l’esperimento della cosiddetta fase amministrativa, una fase in cui la Regione è chiamata formalmente a convocare le parti, alla ricerca di una soluzione per tentare di raffreddare il conflitto e trovare una possibile soluzione di accordo. Ricordo che la Regione ha stigmatizzato pubblicamente l’atteggiamento della Colussi, al pari di quello di altre aziende dell’agroalimentare e abbiamo convocato sul tema il 16 ottobre un incontro con le parti datoriali e sociali per affrontare in maniera organica la materia. Questa fase chiede una assunzione di responsabilità collettiva anche da parte delle associazioni datoriali che rappresentano questi settori e a cui abbiamo chiesto il 16 ottobre di essere parte dirigente per dare una mano a una possibile soluzione delle vertenze in atto. Non abbiamo attivato formalmente alcun tavolo con l’azienda e i sindacati, soprattutto in un momento in cui c’è una trattativa in corso, noi interverremo eventualmente nella parte successiva, anche per la rilevanza nazionale che eventualmente deve assumere una vicenda come questa, avendo a riferimento la strategicità di una presenza nel territorio regionale come quello della Colussi che in Umbria genera occupazione per oltre 600 persone. Abbiamo ribadito la disponibilità della Regione di mettere a disposizione ogni strumento utile a supportare il rilancio dell’azienda e in difesa dei livelli occupazionali. Qualora l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori non abbiano a conseguire alcun accordo entro il prossimo 25 novembre convocheremo formalmente le parti per introdurre quell’elemento di terzietà cui facevo riferimento prima, ribadendo la messa a disposizione di tutti gli strumenti di cui la Regione ovviamente dispone, sia per aiutare lo sviluppo dell’azienda ma soprattutto per difendere i livelli occupazionali della stessa”.
Nella replica conclusiva, Leonelli ha ringraziato per la “nettezza delle parole, che auspico sia trasmessa anche a chi siederà al tavolo della trattativa e spero che l'elemento nuovo della disponibilità della Regione sia un segnale importante. Fermo restando che l'azienda dovrà attingere a tutti gli strumenti di tutela dei lavoratori, a cominciare dai possibili ammortizzatori sociali”. PG/
