(Acs) Perugia, 16 ottobre 2018 – Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa, nella parte conclusiva dedicata al Question time, i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Andrea LIBERATI e Maria Grazia CARBONARI hanno presentato una interrogazione in merito al polo dell'acciaio di Terni alla quale l’assessore Fabio Paparelli non ha potuto rispondere in quanto impegnato altrove per motivi istituzionali. gli interroganti hanno comunque voluto illustrare l’atto in Aula.
Liberati nel lamentare “l’assenza di pianificazione e quindi l'iperfrazionamento territoriale”, ha sottolineato l’urgenza di attivare “un’innovativa programmazione territoriale, denunciando in ogni sede interessi particolari ostativi al mutamento del misero status quo urbanistico, ambientale e sanitario, specie dopo i contenuti degli Studi ‘Sentieri’”. Nell’interrogazione si chiede inoltre se, “tra Terni e Narni, l’Esecutivo regionale abbia individuato luoghi più adeguati ove concentrare e indurre a ricollocare tutti o alcuni tra tali opifici, incluse le rilevanti necessità della logistica connessa. Un fatto che genererebbe subito centinaia di posti di lavoro, innalzando la qualità della vita di residenti e lavoratori”.
Liberati ha evidenziato come “frattanto, grazie alle allarmanti conclusioni degli Studi Sentieri” emerga “il drammatico esito della forzata coabitazione tra industria pesante e città, senza che finora alcuna autorità giudiziaria sia minimamente intervenuta, nemmeno per le doverose indagini sul S.I.N. Terni-Papigno.
Si sottolinea poi che la filiera resta disseminata disordinatamente ovunque con montagne di rottami a vista presso la Ilfer e questa diversificazione produttiva rappresenta una frammentazione senza senso, priva della minima pianificazione a monte. La politica regionale ha comodamente rinunciato a occuparsi del tema, così che Terni subisce pure il fatto che la stessa filiera, anziché essere localizzata in unico sito, circonda l’intera città, con uno sciatto fiorire di zone industriali, peraltro con un inutile consumo di suolo, quando esistono da tempo strutture pubbliche vuote, eppure largamente adatte ad accogliere certe attività. Il prolungato disimpegno e la mancata concretezza della Regione, nel silenzio del Comune di Terni, nei confronti di alcune macroaree, manda interi brani di territorio alla deriva.
“Questo vuoto programmatorio – ha sottolineato Liberati - comporta enormi esternalità negative anche a livello energetico, così come una lunga teoria di camion ovunque: la città storica di Terni, già sotto scacco culturale, economico e ambientale della fu grande industria, è così contornata in ogni dove di aree produttive cresciute senza un'efficace pianificazione a monte, senza visione di sistema, senza incisivi controlli in seguito, talora perfino in zone esondabili”. PG/tb
