QUESTION TIME [4]: “IN UMBRIA GLI ULTRA SESSANTACINQUENNI SONO 192MILA. IN PERCENTUALE IL NUMERO PIÙ ELEVATO, INSIEME ALLE MARCHE, A LIVELLO NAZIONALE” - L’ASSESSORE ROSI RISPONDE A SEBASTIANI (FI-PDL)
26 Gen 2010 00:00
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(Acs) Perugia, 26 gennaio 2010 – “Il tema degli anziani e soprattutto dei non autosufficienti è un tema di grande importanza per la nostra regione. In Umbria gli ultra sessantacinquenni sono 192mila. In percentuale il numero più elevato, insieme alle Marche, a livello nazionale. Per andare incontro al problema da tempo abbiamo attivato diverse iniziative quali l’assistenza domiciliare, il raddoppio da milleduecento a duemilaquattrocento posti di residenza protetta e siamo già arrivati a duemila. Riteniamo che l’assistenza domiciliare e i servizi alla persona rappresentino la centralità del discorso”. E’ quanto ha detto l’assessore regionale alla Sanita, Maurizio Rosi in merito a una interrogazione di Enrico Sebastiani (FI-Pdl) nella quale evidenziava “la sospensione del beneficio dell’assegno di cura, dal 2005, di 418 euro mensili per ogni anziano, previsto per l’assistenza a domicilio delle persone gravemente non autosufficienti, nonostante la Legge 24/2004 lo avesse istituito e mai è stata annullata. Nel 2008, poi, - ha aggiunto Sebastiani - è stato anche redatto un programma sperimentale sulla non autosufficienza che sostituisce di fatto l’assegno di cura con un assistenza domiciliare con pacchetti di interventi che vanno da un minimo di 5 ore a 16 ore alla settimana. Tale soluzione è risultata purtroppo una iniziativa inadeguata ed inopportuna per le gravi richieste di assistenza, sempre più numerose; per l’impossibilità di accogliere gli anziani nelle case di riposo dotate di pochi posti letto; per l’impossibilità da parte di tante famiglie di assumere una badante”.
Alla luce di tutto ciò, l’esponente del centrodestra ha chiesto alla Giunta “quali iniziative intenda mettere in atto per aiutare le famiglie che hanno gli anziani non autosufficienti in casa”.
L’assessore Rosi ha ricordato che “era stato previsto un assegno di cura per 800 persone, ma nelle successive decisioni prese dalla Giunta regionale, di concerto con il sindacato, si è giunti ad una soluzione diversa basata su altre iniziative. Nel frattempo è stata approvata la legge sulla non autosufficienza. In questo piano l’assegno di cura, per scelta politica e in accordo con le associazioni sindacali, non è stato riproposto. Parliamo di assegni di sollievo che devono essere garantiti dalle singole Asl e dai singoli ambiti del sociale dei vari territori. Nello stesso tempo è stata incrementata del 15 per cento l’assistenza domiciliare e i servizi alle persone. Non esiste più, quindi l’assegno per la non autosufficienza anche se ne rimangono attivi il 60 per cento perché lasciati a tutti quei cittadini che ne usufruivano già prima della nuova legge”.
Nella replica, Sebastiani, si è dichiarato completamente “in disaccordo con quanto detto dall’assessore. Gli assegni di cura – ha detto – non sono stati tolti soltanto perché moltissimi anziani che ne usufruivano sono deceduti. Con questa risposta la Giunta dimostra di essere in un totale stato confusionale. L’assegno di cura era importantissimo perché rappresentava un reale sostegno alle famiglie. Invito l’Esecutivo a rivedere completamente le proprie politiche per gli anziani”. RED//