(Acs) Perugia 13 marzo 2012 – La Giunta regionale ha risposto alle due interrogazioni di question time sulla recente aumento del 29 per cento del costo delle visite specialistiche intramoenia, presentate rispettivamente da Sandra Monacelli (Udc), sul rischio che la decisione sfavorisca i medici che operano esclusivamente all'interno degli ospedali pubblici e da Maria Rosi (Pdl) che ha posto lo stesso problema, ipotizzando, in alternativa all'aumento del ticket, il possibile pagamento di un euro a ricetta.
Alle obiezioni di Monacelli e Rosi - la prima ha chiesto anche se la Regione è in grado di garantire spazi pubblici adeguati per tutti i medici che dal primo luglio dovranno rientrare dalla cosiddetta intramoenia allargata, la seconda ha stigmatizzato il mancato coinvolgimento delle organizzazioni dei medici - l'assessore Franco Tomassoni ha risposto difendendo con forza la scelta fatta dalla Giunta, argomentandola con il fatto che lo stesso Governo nazionale, “come si legge nel Patto della salute presentato alle Regioni, sta operando per rivedere l'intero sistema del pagamento dei ticket sanitari nelle Regioni, e lo farà prendendo ad esempio i modelli modulari adottati autonomamente da Umbria, Toscana ed Emilia Romagna.
Nello specifico, Tomassoni ha ricostruito la vicenda partendo dalla decisione politica della Regione Umbria di “contestare il ticket generalizzato di 10 euro, fisso per tutti, introdotto dal precedente Governo, rispettando l'obbligo nazionale di compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, ma in modo autonomo, introducendo criteri sociali basati sul reddito dei singoli pazienti, sule loro patologie e sulla età degli stessi”.
Circa la contestata decisione di addossare alle sole visite intramoenia il recupero dei costi, non raggiunto con l'adozione dei precedenti ticket sul reddito, l'assessore Tomassoni ha precisato che “non si è trattato di un provvedimento voluto anche per ridurre il problema delle liste di attesa, ma frutto di un ragionamento che tiene conto di due considerazioni: le visite intramoenia sono una scelta autonoma che fa il cittadino - rispetto alla possibilità di rivolgersi alla specialistica pubblica - non giustificata nemmeno dalla urgenza, perché in questi casi specifici il sistema sanitario umbro è in grado di assolvere entro i previsti 10 giorni”. Si è quindi scelto, ha ulteriormente precisato Tomassoni, “di risparmiare ulteriori aumenti al comune cittadino, addossandoli a quanti, per propria scelta decidano di farsi visitare a pagamento in regime di intramoenia”.
Sulla disponibilità di locali pubblici idonei per far sì che a luglio i medici che oggi esercitano nella cosiddetta intramoenia allargata possano rientrare, Tomassoni ha precisato che, “in base ad assicurazioni avute dagli uffici, se non ci saranno proroghe alla data fissata, tutte le esigenze saranno coperte”.
In sede di replica sia Sandra Monacelli che Maria Rosi si sono dichiarate complessivamente non soddisfatte delle risposte date dall'assessore. In particolare l'esponente Udc ha detto “la Giunta si sta impantanando su questi problemi e si capisce che sulla disponibilità dei locali punta chiaramente alla proroga della scadenza fissata per il 30 giugno”. Perplessità espresse anche da Maria Rosi che ha evidenziato come, “dall'assessore non sia venuto alcun impegno, né per rivedere il provvedimento, né per ascoltare la categoria dei medici sulla possibilità di varare forme alternative di compartecipazione alla spesa sanitaria”. GC/