Qt 7 - “Gadsotto Tap, tutela del patrimonio umano, naturalistico, paesaggistico ed ecologico”

Bianconi (gruppo Misto) interroga assessore Morroni che risponde: “su opera parere favorevole circa compatibilità ambientale. Da escludere impatto sul paesaggio, sul patrimonio naturalistico, sull'ecosistema e sulle comunità locali”

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21 Mar 2023 13:18

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(Acs) Perugia, 21 marzo 2023 – Nella seduta dedicata al question time, il consigliere regionale Vincenzo Bianconi (gruppo Misto) ha interrogato la Giunta regionale chiedendo di sapere “quale è la posizione politica rispetto alla realizzazione del gasdotto TAP nell’Appennino umbro, alla luce di tutti i rischi sismici e idrogeologici nel territorio sopra evidenziati, gli enormi costi stimati di realizzazione dell’opera per 2,4 miliardi di euro, il fatto che l’attuale capacità di trasporto sarebbe del tutto sufficiente a garantire l’approvvigionamento del Centro-Nord e il devastante impatto che la costruzione avrebbe sul paesaggio, il patrimonio naturalistico, l’ecosistema e le comunità locali, mentre l’opera andrebbe a beneficio quasi esclusivo di altri territori del Centro e Nord Europa.

Bianconi ha chiesto se la Regione Umbria, Snam, il Governo o altri enti hanno realizzato uno studio approfondito che quantifichi la svalutazione economica del valore dei terreni, dei fabbricati e il prevedibile impatto sull’economia generale e in particolare agricola e turistica delle aree circostanti il gasdotto, chiarendo eventualmente a quanto dovrebbero ammontare per l’Umbria. Inoltre ha chiesto “se e quali misure intende intraprendere nei confronti del Governo al fine di sollecitarlo a riconsiderare il progetto di gasdotto oppure prendere in esame possibili soluzioni alternative al tracciato proposto, alla luce dei precedenti atti approvati dall’Assemblea legislativa dell’Umbria per ribadire al Mise la contrarietà al tracciato del gasdotto e alla realizzazione della centrale di diramazione a Colfiorito, oltre che dei nuovi elementi emersi in merito a rischi e costi”.

Inoltre – ha aggiunto - il percorso umbro in cui dovrebbe sorgere il gasdotto interessa in gran parte boschi che erano rimasti incontaminati nei loro ecosistemi e che così verrebbero abbattuti e devastati in modo irreversibile. Oltre alla distruzione degli ecosistemi, verrebbero permanentemente eliminate immense tartufaie di nero e bianco pregiato, che rappresentano la ‘fabbrica dei boschi’, un supporto importante alla economia rurale montana. Tali comunità locali, seppure poco numerose e forse senza un grande impatto elettorale, meriterebbero lo stesso rispetto e considerazione di tutte le altre, puntando per la loro sopravvivenza sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale, che con il gasdotto verrebbe fortemente ridimensionato per sempre”.

L’assessore Morroni ha evidenziato che “al momento la Regione dispone del solo studio di fattibilità per l’esecuzione dell’infrastruttura. Maggiori approfondimenti di natura tecnica, con risoluzione delle criticità saranno in trattazione con la progettazione esecutiva. Il tratto di metanodotto in questione risulta essere uno dei cinque tronchi del gasdotto appenninico denominato ‘Rete adriatica’, che trasporterà il gas dalla Puglia all’Emilia Romagna (Massafra-Minerbio). L’Umbria sarà interessata da due tronchi: Sulmona-Foligno e Foligno-Sestino che misureranno la lunghezza complessiva di circa 125 chilometri. Lo studio di fattibilità prevede inoltre la realizzazione di una centrale di interconnessione e derivazione. Con Delibera regionale dello scorso giugno 2022 la Giunta regionale ha espresso parere preliminarmente favorevole alla realizzazione dell’opera riservandosi di verificare il recepimento di tutte le prescrizioni imposte dal decreto di compatibilità ambientale adottato dal Mise nel marzo 2011. Trattandosi di opera di rilevante importanza per la strategia energetica nazionale è intervenuta la Presidenza del Consiglio dei ministri che lo scorso 5 ottobre 2022 ha decretato il superamento del diniego alla realizzazione dell’opera, condizionandola alle prescrizioni del decreto Via. La stessa Presidenza ha anche stabilito che la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’opera dovranno essere eseguite in conformità con gli esiti delle verifiche svolte dall’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia, con specifico riguardo alla mappatura delle faglie note presenti lungo il tracciato. In particolare, lo stesso Istituto dovrà valutare la risposta sismica locale ai fini della verifica del progetto e dovrà individuare le soluzioni costruttive più idonee oltre ad accertarsi che l’opera si attenga alle normative di settore. L’opera ha già acquisito il parere favorevole inerente la compatibilità ambientale e quindi si deve escludere che la sua realizzazione possa comportare un devastante impatto sul paesaggio, sul patrimonio naturalistico, sull’eco sistema e sulle comunità locali. Non risulta poi esistere uno studio che quantifichi la svalutazione economica del valore dei terreni, dei fabbricati o il negativo l’impatto economico sull’economia regionale. In merito si è provveduto a chiedere informazioni in merito alla Società Snam, in qualità di soggetto proponente e le valutazioni emerse non collimano con le valutazioni contenute nell’interrogazione. Secondo Snam la capacità di trasporto dei metanodotti esistenti lungo la direttrice sud-nord risulta insufficiente a garantire l’approvvigionamento delle aree del nord Italia nel caso di un azzeramento totale dei flussi di gas dalla Russia e quindi della necessità di poter garantire la copertura dei futuri fabbisogni nazionali, comunitari dai punti di importazione localizzati nel sud Italia. La deliberazione del Consiglio dei ministri ha definitivamente superato ogni motivo di dissenso emerso nell’iter autorizzativo alla progettazione ed esecuzione dell’opera, non rientrando nella discrezionalità dei poteri regionali ulteriori azioni di dissenso alla sua realizzazione”.

Nella replica, Bianconi ha rimarcato di essere “in totale dissenso” con quanto affermato dall’Assessore. “Il parere di Snam – ha detto l’interrogante – è come chiedere all’oste se il suo vino è buono. Si tratta di valutazioni che non hanno previsto l’attenzione necessaria rispetto alla sensibilità di chi vive nei territori interessati dal passaggio del metanodotto. Sarebbe stato opportuno un coinvolgimento dei territori prima di prendere decisioni e prima di esprimere un parere favorevole. Come Giunta è stato espresso un parere favorevole preventivo, senza aver aperto però, prima, un confronto con chi vive nel territorio. L’impatto ambientale sarà fortissimo. L’opera non è stata fatta comodamente lungo la dorsale adriatica, che sarebbe stato più facile visto che sarebbe stata tutta in pianura, perché lì, politicamente, hanno fatto le barricate. Le nostre aree interne, poco popolate, scontano invece, purtroppo, un basso peso politico. Ma poi non ci lamentiamo se in questi territori non ci rimarrà nessuno a vivere”. RED

Ultimo aggiornamento: 22/03/2023