QT 2 - “Attuazione della l.r. n.1/2023 sulle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e la determinazione del canone”

Interrogazione di Luca Simonetti (M5S), l’assessore Thomas De Luca risponde: “In atto contenziosi da parte di due concessionari; versamenti alla Regione ridotti”

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13 Mar 2025 11:25

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(Acs) Perugia, 13 marzo 2025 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso questa mattina l’interrogazione a risposta immediata del capogruppo del Movimento 5 stelle Luca Simonetti che chiede di sapere “quale sia lo stato di attuazione della legge regionale 1/23 (Disciplina dell'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria e determinazione del canone), nello specifico a quanto ammonti l’importo complessivo dei canoni riscossi dalla Regione Umbria nella sua componente fissa e variabile, quale sia l’importo della quota monetizzata e quale sia stata la sua destinazione”.

Illustrando l’atto ispettivo, Simonetti ha spiegato che “la legge prevede l’articolazione del canone dovuto dai concessionari di grandi derivazioni idroelettriche, in una componente fissa e in una variabile nonché la possibilità per le regioni di disporre l’obbligo di fornitura gratuita di energia in base alla potenza di concessione. A decorrere dal 2023 i concessionari di grandi derivazioni d'acqua a uso idroelettrico sono obbligati a fornire gratuitamente e annualmente alla Regione energia elettrica nella misura di 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, da destinare nella misura di almeno il 50 per cento ai servizi pubblici e alle categorie di utenti residenti nei territori interessati dalla derivazione ovvero l'equivalente monetizzato, in tutto o in parte, sulla base del prezzo zonale orario medio effettivamente riconosciuto all'impianto. La stessa legge regionale dispone inoltre che a decorrere dal 2023, i titolari di concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico corrispondano alla Regione un canone per l'utilizzo della forza motrice conseguibile con le acque oggetto della grande derivazione idroelettrica che è articolato in una componente fissa quantificata in un importo pari a 42 euro per ogni chilowatt di potenza nominale media annua di concessione (aggiornata dalla Giunta regionale, entro il 31 marzo di ogni anno) e una componente variabile è calcolata come percentuale dei ricavi normalizzati (determinata con DGR in conformità alle linee guida di Arera)”.

L’assessore De Luca ha risposto che “la nostra legge regionale è nata dal recepimento di una legge nazionale che ha regionalizzato le concessioni, permettendoci di attuare queste nuove possibilità. In Umbria ci sono sette concessioni in capo a Enel, in scadenza il 31 dicembre 2029. Una concessione ad Acea, scaduta il 31 dicembre 2010. Una è in capo a Edison, scaduta sempre a fine 2010. In riferimento al biennio 2023/24 la Regione avrebbe dovuto introitare: 29,8 milioni da Enel; 1,3 milioni da Edison e 2 milioni da Acea.  Rispetto però agli importi previsti dalla legge sono stati avviati dei contenziosi contro la Regione Umbria, come avvenuto in altre Regioni. In ragione di questi contenziosi i concessionari Enel e Acea hanno ritenuto di versare delle cifre inferiori: Enel 13,2 milioni e Acea 1,3 milioni. La Regione ha il pieno di diritto di legiferare e di far rispettare quella legge. Stiamo valutando le possibili opzioni, anche l’inserimento di un criterio di ‘assenza di contenzioso’ per le future gare”. 

Simonetti ha replicato dicendosi “non soddisfatto della risposta: chi guadagna sfruttando risorse pubbliche dei territori si sente in diritto di non pagare il dovuto. Questo mentre le aziende dell’energia incassano cifre rilevanti. Servono decisioni a tutela dei cittadini e dei territori”. MP/

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025