PROFUGHI: “OLTRE LA METÀ DEI RICHIEDENTI ASILO NON NE HA DIRITTO. IL 50 PER CENTO DI LORO SPARISCE PRIMA DELL'IDENTIFICAZIONE. SITUAZIONE GRAVE” - SQUARTA (FDI) SULL'AUDIZIONE DEI PREFETTI IN I COMMISSIONE
07 Ott 2015 01:00
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(Acs) Perugia, 7 ottobre 2015 - “Ancora una volta le scelte di un Governo di non eletti si dimostrano irresponsabili e portano ad una gestione incontrollata del fenomeno profughi”. Così il consigliere regionale Marco Squarta (Fratelli d'Italia) commenta i dati emersi dall'audizione, svoltasi stamane in Prima commissione, con i prefetti di Perugia e Terni.
Nel ringraziare i prefetti “per la disponibilità con cui hanno risposto all'invito della Commissione e la professionalità con cui hanno illustrato la situazione dei profughi” Squarta sottolinea che essi “non fanno che applicare le scelte operate dal Governo nazionale. Ma i numeri restano allarmanti: il costo della gestione e dell'accoglienza dei profughi, per la sola Provincia di Perugia, ammonta a 800mila euro al mese. Su 650 circa domande di richiedenti asilo in Umbria oltre 450 vengono rifiutate. A questo si aggiunga che oltre il 50 per cento dei profughi che arrivano nella nostra regione fanno perdere le proprie tracce dopo la prima notte, prima dunque della identificazione. Abbiamo dunque un fenomeno che vede quasi quasi due terzi delle persone che arrivano prive del diritto di asilo, a cui si aggiunge il fatto che il 50 per cento di essi sparisce. Questo è un dato molto preoccupante – aggiunge Squarta - perché il Governo non garantisce alle Questure i mezzi per fare tutti i controlli che sarebbero necessari. Ci chiediamo dunque che fine fanno queste persone e dove vanno. Non abbiamo certezza se essi siano solo di passaggio o vivano sul territorio, destinati all'emarginazione sociale (e col rischio che finiscano a fare manovalanza per la criminalità organizzata) anche a causa della situazione di crisi in cui versa il paese. I recenti fatti di cronaca, che hanno colpito anche Perugia – conclude -, ci dimostrano che siamo di fronte a rischi reali e che le nostre denunce erano fondate e non certo frutto di populismo”. MP/
