(Acs) Perugia, 7 aprile 2011 – La Prima commissione consiliare ha approvato a maggioranza (4 voti favorevoli e 3 voti contrari dell’opposizione) la proposta di atto amministrativo della Giunta regionale sul Programma di politica patrimoniale per il triennio 2011-2013. L’atto, già discusso con l’assessore alla Programmazione finanziaria della Regione nella precedente riunione, va dunque in Aula dopo alcune modifiche chieste dai commissari. In particolare sono stati votati degli emendamenti, stilati sia delle forze di maggioranza che di opposizione, riguardanti i beni del cosiddetto “lascito Franchetti”, nel territorio di Città di Castello, tutti approvati all’unanimità, e uno sul completamento del complesso immobiliare realizzato solo parzialmente nella zona di Fontivegge, a Perugia, conosciuto come “Steccone” e pensato per ospitare tutti gli uffici della Regione Umbria, approvato a maggioranza (sempre 4 voti contro i 3 dell’opposizione) e dietro l’impegno dell’assessore di riferire la definitiva decisione della Giunta entro la metà del mese di luglio. E’ stato il capogruppo del Partito democratico a chiedere esplicitamente se l’esecutivo di Palazzo Donini “si sta impegnando o no” per una soluzione urbanistica attesa da anni. La risposta dell’assessore è stata affermativa, ma ha chiarito che la Finanziaria e il Decreto 78 hanno imposto ulteriori vincoli alle problematiche esistenti ed alla necessità della Regione di garantire l’equilibrio finanziario.
Per quanto riguarda i beni del “lascito Franchetti”, l’assessore ha spiegato che l’Esecutivo ha deciso di mantenere la proprietà del magazzino di via Tancredi con destinazione di uso pubblico, del magazzino di via Pinchitorzi e del campeggio “La Montesca”, mentre per l’ex-scuola di Rovigliano, un immobile “dismesso da tempo – ha detto - e di cui è difficile prevedere una valorizzazione”, la Giunta aveva proposto l'alienazione, ma su sollecitazione del presidente della Prima Commissione (in quota Idv), è stato concordato di mantenerne la proprietà prospettando adeguati interventi di ristrutturazione.
I consiglieri di opposizione hanno criticato l’atto proposto dalla Giunta sostenendo che il piano patrimoniale “è da rivedere nel suo complesso e va impostato su un criterio fisso basato sulla federalizzazione dei beni”, cioè sul reinvestimento nei territori dove i beni stessi sono ubicati. Il vicepresidente della Commissione (in quota Pdl) ha chiesto formalmente all’assessorato una relazione scritta sui costi di completamento dello “Steccone”, ottenendo seduta stante la valutazione di stima dei 27mila 615 metri quadrati del progetto: 43 milioni di euro. PG/