POLO SIDERURGICO TERNANO: “LE ISTITUZIONI LOCALI APRANO UNA VERA VERTENZA NAZIONALE PER GARANTIRE OCCUPAZIONE E RILANCIO PRODUTTIVO” – INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA DI STUFARA (PRC-FDS)

 

Interrogazione a risposta immediata nel Consiglio regionale del 24 maggio prossimo: il capogruppo di Rifondazione comunista-Fds, Damiano Stufara, chiede interventi “urgenti” per “garantire la tenuta occupazionale ed il rilancio produttivo del polo siderurgico ternano” alla luce delle decisioni prese dalla ThyssenKrupp”. Secondo Stufara è necessario che le forze istituzionali e sociali del territorio aprano una “vera vertenza nazionale”, richiamando il Governo “alla propria responsabilità di essere il principale interlocutore con l’azienda tedesca”.

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16 Mag 2011 01:00

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(Acs) Perugia, 16 maggio 2011 – Il capogruppo di Rifondazione comunista-Fds, Damiano Stufara, ha chiesto al presidente del Consiglio regionale di inserire nella seduta dedicata al question time del prossimo 24 maggio l’interrogazione a risposta immediata avente per oggetto “Interventi urgenti per garantire la tenuta occupazionale ed il rilancio produttivo del polo siderurgico ternano alla luce delle decisioni prese dalla ThyssenKrupp”.

 

In particolare Stufara interroga la presidente Catiuscia Marini riguardo alla “necessità di aprire, da parte delle forze istituzionali e sociali del nostro territorio, una vera vertenza nazionale per la salvaguardia della siderurgia ternana e nazionale e della relativa occupazione, richiamando il Governo nazionale a partire dalla sua più autorevole espressione, e cioè dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla propria responsabilità di essere il principale interlocutore della ThyssenKrupp, avviando, al contempo, azioni di diplomazia economica verso le autorità tedesche e comunitarie, nonché alla definizione, attraverso il tempestivo aggiornamento del Patto per il territorio, di una strategia produttiva maggiormente diversificata ed integrata, che dia risposte alle problematiche della siderurgia e della chimica”.

 

Il capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni ricorda che lo scorso 5 maggio è stata resa nota la volontà della direzione aziendale della ThyssenKrupp di optare per lo spin-off della produzione dell’acciaio inossidabile, che costituisce, secondo quanto stabilito dal Patto per il territorio stipulato alla conclusione della vertenza sul magnetico del 2005, il ‘core business’ degli impianti siderurgici di Terni, dove attualmente lavorano 2mila 800 dei 3mila 600 dipendenti della multinazionale in Italia.

 

“Il 13 Maggio – scrive Stufara nell’interrogazione - il consiglio di sorveglianza del gruppo ha approvato, insieme ad altre operazioni, il piano di scorporo della divisione Stainless Global, che raggruppa le produzioni di acciaio inossidabile e che conta su scala globale oltre 11mila dipendenti. Le attività di questa divisione dunque interessano quasi un terzo dei 35mila lavoratori oggetto delle operazioni decise e rappresentano circa il 60 per cento del fatturato totale (circa 10 miliardi di euro) delle attività che il gruppo si prepara a vendere”.

 

“Secondo le intenzioni dell’azienda – prosegue - l’operazione si inserisce nel tentativo di creare un ‘leader di mercato indipendente nel settore dell’acciaio inossidabile’ in grado di ‘affermarsi come soggetto competitivo dotato di grande flessibilità’ e capace di razionalizzare i costi, senza alcun impegno preciso rispetto sia ai livelli occupazionali che ai livelli produttivi dei singoli impianti ed in particolare di quello ternano”.

 

Da considerare, sottolinea Rifondazione, che “mentre il bilancio di esercizio 2009-2010 della ThyssenKrupp-AST è stato chiuso con un deficit di 39 milioni di euro, le previsioni per l'anno 2010-2011 stimano invece un attivo di 53 milioni di euro e un budget previsionale di produzione pari a 1,234 milioni di tonnellate di acciaio, segno che la decisione relativa allo spin-off dell’acciaio inossidabile si basa su ragioni principalmente di ordine finanziario”. Inoltre, “le organizzazioni sindacali italiane non sono state consultate in merito alle decisioni sul riassetto societario del gruppo ThyssenKrupp, approvate invece da quelle tedesche, che in forza del principio giuridico della cogestione hanno dei propri rappresentanti eletti nel consiglio di sorveglianza. Secondo l’accordo raggiunto le proposte dei potenziali acquirenti o investitori dovranno avere il via libera dei soli consigli di fabbrica tedeschi, senza alcun coinvolgimento dei lavoratori italiani e in contrasto con l’articolo 46 della Costituzione italiana, secondo cui ‘ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende’”.

 

Stufara critica l’operato dell’azienda anche per le scelte di politica industriale: “Lo spin-off delle produzioni di acciaio inossidabile avviene dopo la scadenza del Patto per il Territorio 2005-2010, durante il quale la ThyssenKrupp, lungi dal potenziare anche le produzioni non direttamente legate al ‘core business’ dell'acciaio inossidabile, come i fucinati e il titanio, ha proceduto al ridimensionamento di queste ultime, in particolare attraverso l’assorbimento della società Titania, ed a concentrare gli interventi sul solo settore dell’inossidabile, aggravando, con questa strategia monoproduttiva, la vulnerabilità del polo siderurgico ternano, ed operando in sostanziale contrasto sia rispetto agli impegni presi con la stipula del patto per il territorio, che alla nota risoluzione del Parlamento Europeo del 24 Febbraio 2005”.

 

Inoltre le problematiche relative alle prospettive produttive ed alla tenuta occupazionale del polo siderurgico ternano “erano da tempo motivo di preoccupazione per il territorio – ricorda il capogruppo del Prc - tanto da esser fatte oggetto di una specifica interrogazione a firma del sottoscritto in occasione della seduta del Consiglio regionale del 14 Settembre 2010: alla suddetta interrogazione veniva risposto da un lato negando l'esistenza di ipotesi di vendita del sito produttivo di Terni, avvalorando piuttosto la tesi dell'impegno del gruppo ThyssenKrupp per il mantenimento del sito stesso attraverso lo sviluppo di nuove business area, e dall'altro annunciando l'intenzione della Giunta regionale di verificare lo stato di attuazione del patto per il territorio ed di monitorare la situazione, intenzione a cui – secondo Stufara - evidentemente non è stato dato pieno seguito, anche per la sottovalutazione di quanto da noi paventato”.

 

Secondo Rifondazione comunista i tempi e le modalità con cui è maturata la decisione relativa allo spin-off della produzione di acciaio inossidabile “non hanno nulla a che vedere con la sentenza di condanna della ThyssenKrupp emessa lo scorso 15 Aprile per il rogo agli stabilimenti di Torino, che è stata indebitamente addotta dalle stesse amministrazioni locali a causa di ripercussioni economiche per il polo siderurgico ternano, con il risultato di costruire un vero e proprio alibi per la multinazionale tedesca”.

 

Infine, “nonostante gli impegni assunti a vario titolo dalle istituzioni locali e nazionali, il territorio del ternano si trova, come dimostrato anche dalla vertenza della chimica, a subire lo strapotere coloniale delle multinazionali, che dopo aver conseguito il predominio nel mercato nazionale utilizzano la leva della ristrutturazione finanziaria per ottimizzare i profitti e salvaguardare al contempo le filiere industriali nei Paesi d’origine. Questo modo di operare è – secondo Stufara - fortemente lesivo degli interessi del nostro Paese e costituisce un danno enorme per il tessuto del nostro territorio, oggetto di un’internazionalizzazione passiva e privo di tutele rispetto ai processi di delocalizzazione e di dismissione produttiva, che costituiscono ormai un’emergenza per la politica locale e nazionale”. RED/pg

Ultimo aggiornamento: 16/05/2011