PICCOLO CARRO: “SUL RUOLO DELLA 'GARANTE' ANCORA TANTI INTERROGATIVI” - CARBONARI (M5S): “SEPPURE CON RITARDO BENE LA POSIZIONE DELLA REGIONE A FAVORE DELLA LEGALITÀ E GIUSTIZIA”

Il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari (M5S) torna a parlare del Piccolo Carro e dell'evolversi delle indagini, rilevando “un incoraggiante atteggiamento della Regione per garantire la legalità”, ma evidenziando “gli ancora tanti interrogativi sul ruolo della 'garante' Serlupini a favore della cooperativa, descritto in un documento della USL 1”. L'esponente pentastellata dice aver “appreso, oggi, con piacere dall’assessore Luca Barberini che, finalmente la Regione Umbria ha deciso di costituirsi a fianco del Comune di Assisi dinanzi al Tar in merito alla sospensione dell’autorizzazione al Piccolo Carro a seguito delle tante irregolarità emerse”.

Data:

11 Nov 2016 18:00

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(Acs) Perugia, 11 novembre 2016 - “A seguito dell’evolversi delle indagini sul Piccolo Carro, finalmente un incoraggiante atteggiamento della Regione per garantire la legalità, ma ancora tanti interrogativi sul ruolo della 'garante' Serlupini a favore della cooperativa, descritto in un documento della USL 1”. Così il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle) nel ricordare che “ieri è stata diffusa la notizia del sequestro preventivo delle strutture del Piccolo Carro disposto dall’Autorità giudiziaria in merito all’indagine sui possibili reati di truffa a danno degli enti e frode in pubblica fornitura a carico di Cristina Aristei e Pietro Salerno, rispettivamente presidente e vice-presidente della cooperativa”.

Carbonari dice aver “appreso, oggi, con piacere dall’assessore Luca Barberini che, finalmente la Regione Umbria ha deciso di costituirsi a fianco del Comune di Assisi dinanzi al TAR in merito alla sospensione dell’autorizzazione al Piccolo Carro a seguito delle tante irregolarità emerse. Gravissimo, a nostro avviso – rimarca Carbonari -, era soprattutto il fatto che gli abili difensori del Piccolo Carro hanno cercato di far passare una situazione di grave irregolarità (il fatto che ai ragazzi venivano somministrate cure farmacologiche e psicologiche senza alcuna autorizzazione) tollerata dagli organi di controllo competenti proprio come una 'attenuante' o peggio come la prova che questa fosse una prassi tutto sommato accettabile. L’ordinanza del Tar, che ha temporaneamente sospeso il provvedimento del Comune di Assisi, in attesa di una decisione nel merito, ha scritto in modo sibillino e a nostro parere allarmante: 'lo svolgimento di attività anche sanitaria da parte della ricorrente [Piccolo Carro] benché formalmente consacrata in un atto di intesa con la ASL competente, sia stata di fatto resa in pieno accordo con i soggetti istituzionali coinvolti'. Come a dire – commenta l'esponente pentastellata - che una condotta illecita, se tollerata, non diventa più illecita, in barba a tutti quelli che si sono sempre attenuti alla legge”.

“La Regione – aggiunge Carbonari - ha pertanto finalmente assunto una posizione chiara a favore della legalità e di giustizia, volendo chiarire il proprio ruolo. Una decisione che condividiamo e appoggiamo, che arriva tardi, ma è comunque positiva, non solo per la vicenda in sé, ma anche per l’immagine di imparzialità, tutela della legalità e difesa dei soggetti più deboli che la Regione deve portare avanti ogni giorno in ogni atto dei propri organi”.

Per Carbonari, “in attesa della conclusione dell’esito di questi processi e dei vari filoni di indagine, aperti rispetto a queste ipotesi di reato e alla morte della giovane Daniela Sanjuan, sarebbe opportuno chiarire i tanti lati oscuri della vicenda dal punto di vista istituzionale. Soltanto a seguito dell’eco mediatica sollevata dalla trasmissione 'Chi l'ha Visto?' - commenta la consigliera pentastellata - ha cominciato a creparsi il muro di incomprensibile immobilismo dell’Amministrazione. Immobilismo di cui per tanti anni sembrano aver goduto il Piccolo Carro e i suoi titolari, Cristina Aristei e Pietro Salerno, i quali da oltre venti anni costituiscono, cedono, chiudono e gestiscono un impressionante intreccio di società ed enti di varia natura, gestita a tutti gli effetti come una ricca corporation con enormi entrate, esattamente l’opposto della cooperativa senza fini di lucro 'ispirata all’insegnamento di San Francesco' di cui parlano nelle interviste”.

Secondo Carbonari, però, “in questa vicenda il lato ancora oscuro riguarda i rapporti tra il Piccolo Carro e alcuni soggetti istituzionali, in primis la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Umbria, Maria Pia Serlupini, il cui figlio risulta socio del Piccolo Carro, proprio dal 2014, anno in cui la madre ha assunto la carica. Quest’ultima ha recentemente risposto alla questione da noi sollevata sostenendo che 'non vi sarebbe alcun conflitto di interessi' poiché il ruolo della Garante non sarebbe 'nè di ispezione, né di autorizzazione' e finendo per scaricare queste responsabilità sui Comuni e le ASL che avrebbero dovuto vigilare. Dalla documentazione che stiamo raccogliendo emerge però che i Comuni e le ASL segnalavano da anni queste irregolarità ai competenti organi della Regione. Ma il Piccolo Carro continuava indisturbato ad operare e incassare come se nulla fosse”.

“A maggio – rileva Carbonari - vi è stata la visita della Serlupini e della presidente Marini alla struttura, con giornalisti e fotografi al seguito, e dichiarazioni entusiastiche sul Piccolo Carro. Una visita in pompa magna che non aveva nulla di routine, come invece la Garante afferma, dato che non ci risulta un simile trattamento a vantaggio di altre strutture 'concorrenti'. Ma l’intervento della Garante non si ferma qui: da documentazione protocollata dalla USL 1 si evince che in data 13 luglio 2016, Maria Pia Serlupini ha partecipato (presumibilmente essendone l’organizzatrice) ad un incontro con Cristina Aristei e Pietro Salerno (i coniugi presidente vice-presidente del Piccolo Carro) e un funzionario della USL 1. Si scrive: 'il colloquio si è basato … sulle tipologie degli inserimenti degli 'ospiti minore' … le caratteristiche risultano radicalmente trasformate rispetto al passato ed appaiono caratterizzate dalla necessità di un sostegno psicologico nel percorso socio-educativo individuale; inoltre molti dei soggetti inseriti giungono all’inserimento gravati dalla prescrizione di una terapia farmacologica …. Valutando lo stato corrente della normativa in materia (nazionale e regionale) sono emerse la necessità e quindi la volontà di concretizzare una costante collaborazione tra la Cooperativa e questa USL …'. Probabilmente – continua Carbonari - è stato proprio il documento che la difesa del Piccolo Carro sta cercando di utilizzare per dimostrare una presunta 'tacita accettazione' da parte della Regione della condotta irregolare della cooperativa. Dal documento si deduce infatti che il problema 'autorizzativo' era ben noto alla Garante e ai titolari del Piccolo Carro, e si cercava di ovviare ai problemi di somministrazione delle cure. Si cercava un modo per utilizzare all’interno di queste strutture, non autorizzate, la somministrazione di cure da parte degli organi sanitari regionali, in modo che il Piccolo Carro e i suoi soci potessero continuare ad operare (e percepire le ricchissime rette di 400 euro circa al giorno per ogni minore ospitato). Soci tra i quali c’era proprio il figlio della garante Serlupini. Più che un intervento di controllo e vigilanza, sembra esservi stato un tentativo di 'intermediazione' e 'lobby' a favore del Piccolo Carro, ma questo vorremmo che sia la Garante a chiarirlo meglio”.

Carbonari dice di “non credere” che tra i compiti istituzionali della Garante vi sia quello di “partecipare a incontri di questo genere, nell’interesse di una singola cooperativa. Incontri che non ci risultano essere stati svolti anche nell’interesse di altre strutture concorrenti del Piccolo Carro. Se poi ricordiamo che Antonio Sisani, figlio della Serlupini, è socio della ricca cooperativa, questo intervento personale appare a maggior ragione moralmente e politicamente inopportuno”.

“Da oltre un mese – fa sapere l'esponente pentastellata - abbiamo chiesto la convocazione in Terza Commissione consiliare della garante Serlupini per avere da lei maggiori chiarimenti su questa vicenda, ma per adesso la nostra richiesta al presidente Solinas non ha avuto risposta. In attesa di questa audizione, credo quindi sia fondamentale, anche alla luce delle inchieste giudiziarie in corso, che la garante Serlupini chiarisca pubblicamente quali sono e da quanto tempo durano i suoi eventuali rapporti personali con Cristina Aristei e Pietro Salerno, con la cooperativa il Piccolo Carro e con eventuali altre strutture od organizzazioni cooperativistiche, religiose o di altro genere che fanno capo ai due”.

“Non si tratta – precisa Carbonari - di un attacco personale alla Garante come persona, ma il suo ruolo istituzionale deve garantire terzietà e la Garante deve operare nell’esclusivo interesse dei minori e nessun altro. Sono morte due ragazze – conclude la consigliera del M5S -, una delle quali in circostanze ancora misteriose, riteniamo perciò di fondamentale importanza comprendere a fondo come il Piccolo Carro operava dettagliatamente, non solo al suo interno, ma anche nei suoi rapporti con le istituzioni e con gli organi di controllo regionali e locali”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 14/11/2016