PIATTAFORME LOGISTICHE: “40 ANNI DI ATTESA E OLTRE 70 MILIONI DI SPRECHI ASSURDI” - LIBERATI (M5S) SULLA “GIGANTESCA CEMENTIFICAZIONE, CHE HA SOLO DESERTIFICATO AREE COLTIVABILI”

Andrea Liberati, capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Assemblea legislativa, interviene in merito alle piattaforme logistiche umbre, che ritiene fonte di “sprechi ultramilionari”. Liberati rileva che queste piattaforme sono caratterizzate da “intermodalità zero, decine di ettari sacrificati per una gigantesca cementificazione e desertificazione di aree coltivabili”.

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01 Ago 2016 11:15

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(Acs) Perugia, 1 agosto 2016 - “Intermodalità zero, decine di ettari sacrificati per una gigantesca cementificazione, desertificazione di aree coltivabili. Queste sono le cosiddette ‘piattaforme logistiche’ di Terni-Narni, Foligno, Città di Castello-San Giustino, accomunate da sprechi ultramilionari”. Lo afferma Andrea Liberati, capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Assemblea legislativa dell'Umbria.

Liberati ricorda che “gli investimenti per queste piattaforme ammontano complessivamente a ben oltre 70 milioni di euro: 30,5 a Foligno; 23 a Terni; 19,2 a Città di Castello. Molti dei quali si sarebbero risparmiati riqualificando aree industriali contigue ai binari, visti gli innumerevoli capannoni esistenti, ma regolarmente vuoti, mettendo a proficua leva le risorse residue. Il caso ex Bosco di Narni è da manuale: 30mila metri quadrati già coperti, collegato alla linea ferroviaria, tutti i servizi assicurati. L’opificio, da ben oltre un decennio inutilmente in carico alla Regione e al fallimentare 'Consorzio Tns', anziché essere pienamente sfruttato unitamente alle sue aree circostanti come ‘polo logistico’, è stato messo in affitto: così – aggiunge - abbiamo sprecato altri milioni di soldi nostri, costruendo ex novo una costosissima (micro) piattaforma a soli 400 metri di distanza dall’ex Bosco. Piattaforma – la nuova - che, in realtà, se davvero sfruttata, non sarebbe affatto sufficiente, come rilevato dai tecnici e ribadito dalla stampa”.

Il capogruppo pentastellato osserva infine che “gli enti pubblici pagano gli stessi servizi a svariati multipli rispetto al necessario. Ma, tornando ai denari bruciati, non è finita qui: la ex Bosco fu affittata a società che poi non ha pagato i canoni. Parliamo anche qui di milioni di euro persi. Non solo: nessuno si accorse che la fidejussione a garanzia dell’adempimento non aveva alcuna validità”. MP/

Ultimo aggiornamento: 01/08/2016