(Acs)Perugia, 18 luglio 2011 - “Nell’era dell’informatica sembra sia rimasta solo l’Asl di Perugia a trasmettere i dati sull’attività delle commissioni per le pensioni di invalidità in formato cartaceo, gravando, e di parecchio, sul lavoro dell’Inps per il completamento dell’istruttoria fino all’erogazione. La situazione reputata ormai insostenibile persino dallo Spi-Cgil, che una volta tanto ci dà ragione, nonostante il vincolo politico che lega il ‘sindacato madre’ all’amministrazione regionale”. Lo scrive il consigliere regionale Franco Zaffini(Fli) a commento della lettera inviata dai sindacati confederali dei pensionati al presidente della Terza Commissione permanente di Palazzo Cesaroni, Massimo Buconi.
“Alla famosa audizione del 23 giugno scorso, richiamata nella missiva, il sottoscritto era presente – dice Zaffini – ed ha assistito al maldestro tentativo di strumentalizzazione autoassolutoria sulla pelle dei cittadini, da parte dei funzionari regionali intervenuti. Si è tentato di fare dell’Inps il capro espiatorio di una situazione ai limiti della sostenibilità per molti anziani e disabili – aggiunge – mentre l’unica Asl che procede a rilento sul fronte delle pensioni è quella di Perugia, proprio a causa di un banale problema di gestione del database”.
Zaffini, poi, punta il dito su “tutte le criticità” del sistema delle pensioni di invalidità in Umbria. “Il quadro, quello vero, -osserva - non quello che ci raccontano i dirigenti dell’Asl e la sinistra di governo, mostra un rapporto tra indennità di invalidità e popolazione residente superiore alla media nazionale, mentre gli accompagnamenti sono in in misura addirittura doppia; abbiamo 52 commissioni Asl, contro una media nazionale di meno della metà, nonostante ciò, per chiamare i cittadini a visita, vengono bruciati 60 dei 120 giorni utili per completare la procedura. Mentre l’Inps si ritrova ad elaborare circa 34mila pratiche all’anno di cui il 60 per cento lavorate senza la procedura informatizzata. Risultato, quest’ultimo, - evidenzia Zaffini - dell’incapacità dell’Asl 2 (Perugia) e dell’Asl 3 (Foligno) dove, nel primo caso, non si procede con l’adeguamento del sistema informatico a quello dell’Inps, mentre, nel secondo, situazione al limite del paradosso, non si è provvisti di alcun sistema elettronico e non si adotta neanche quello proposto dall’Inps”.
“Allora – continua Zaffini – i sindacati, anche quelli più politicizzati, nel rispetto delle categorie che rappresentano, in questo caso i pensionati, dovrebbero avere un guizzo di coraggio in più e un pizzico di onestà intellettuale richiamando le Asl, e quindi l’amministrazione regionale di sinistra, a prendere atto delle proprie responsabilità e trovare una soluzione per superare le inefficienze di un sistema che vessa cittadini già poco fortunati”.
“Quello a cui ci ha abituato questa sinistra – sottolinea Zaffini - è uno spettacolo deprimente fondato su un sistema di clientele, funzionale al favore personale del politico di turno, dove si innesca – conclude - una disparità di trattamento grave, tra cittadini ‘graziati’ dal sistema e quelli che pagano a caro prezzo, in termini di costi e disservizi, una gestione ‘feudale’ della sanità pubblica”. RED/as