MANOVRA ECONOMICA: “RIAPRIRE IL TAVOLO DI CONFRONTO COL GOVERNO. RAZIONALIZZARE LA SPESA. SALVAGUARDARE I SERVIZI ESSENZIALI” - APPROVATA LA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA E IL DISPOSITIVO CONCORDATO CON L'UDC

Il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato oggi, con 18 voti favorevoli e l'astensione dell'Udc, la mozione della maggioranza di centrosinistra sul decreto legge ‘78/2010’ - Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Assenti dall'Aula di Palazzo Cesaroni i consiglieri di Pdl e Lega, la mozione presentata da Sandra Monacelli dell'Udc (che era stata emendata al pari di quella del centrosinistra e ne condivideva dunque la parte dispositiva) ha ottenuto 2 voti favorevoli (Monacelli e Chiaccheroni del Pd) e 17 astensioni, risultando non approvata.

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23 Lug 2010 01:00

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(Acs) Perugia, 23 luglio 2010 – Al termine di una mattinata di lavori, l'Assemblea regionale dell'Umbria ha approvato con 18 voti favorevoli e 1 astensione (Monacelli-Udc) la mozione del centrosinistra sul decreto legge ‘78/2010’ “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”. La mozione presentata da Sandra Monacelli dell'Udc (che era stata emendata al pari di quella del centrosinistra e ne condivideva dunque la parte dispositiva) ha ottenuto 2 voti favorevoli (Monacelli e Chiaccheroni del Pd) e 17 astensioni, risultando non approvata. Il testo licenziato in Aula è il risultato di un confronto tra maggioranza e Udc, svoltosi in una pausa della seduta richiesta dal capogruppo del PD, Locchi, in virtù del quale la parte dispositiva dei due documenti presentati (centrosinistra e Udc) è stata modificata divenendo uguale. I due testi sono però rimasti separati e distinti in quanto non è stata raggiunta l'intesa sulle modifiche da apportare all'analisi del quadro nazionale e dei rapporti tra Governo nazionale e Regioni. L'accordo raggiunto è stato comunque giudicato molto positivamente da Monacelli e Locchi, che lo hanno valutato una dimostrazione del superamento “di sterili rivendicazioni e posizioni preconcette, caratterizzato da una generale assunzione di responsabilità finalizzata alla ricerca di soluzioni che consentano all'Umbria di attenuare gli effetti della manovra”.

Il documento approvato, firmato da Renato Locchi (PD), Oliviero Dottorini (Idv), Damiano Stufara (Prc-Fed, Sin.), Massimo Buconi (Socialisti e riformisti), Roberto Carpinelli (Pdci) e Gianfranco Chiaccheroni (Pd), chiede all'Esecutivo di Palazzo Donini di “attivarsi di concerto con le altre Regioni per dare concreta ed efficace attuazione alla proposta di riapertura di un imminente tavolo di confronto con il Governo sulla manovra stessa, al fine di rendere più equo, tra i diversi livelli istituzionali, l'ammontare dei tagli ed evitare che abbiano ricadute eccessivamente pesanti ed insostenibili sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese; predisporre misure per la riorganizzazione dei costi di funzionamento del sistema pubblico regionale, al fine di attenuare la pesante ricaduta della manovra sui livelli dei servizi erogati; assumere tutte le iniziative istituzionali, anche di concerto con le alte Regioni e autonomie locali, per modificare l'ammontare dei tagli prodotti dalla manovra sul bilancio regionale, che comprometterebbero una serie di servizi essenziali per tutta la comunità regionale, in particolare quelli del trasporto pubblico locale, di sostegno alla non autosufficienza, di tutela dell0ambiente e della viabilità; sostenere la posizione della Conferenza delle Regioni per una rapida attivazione del Tavolo paritetico Stato Regioni sui costi di funzionamento della pubblica amministrazione centrale e territoriale”. La seduta straordinaria del Consiglio regionale appositamente convocata, su richiesta dei gruppi di maggioranza, per valutare e discutere le ripercussioni della manovra finanziaria del Governo sul bilancio della Regione Umbria (e disertata per protesta dai rappresentanti di Pdl e Lega nord) è stata aperta dalla presentazione del testo presentato dalla maggioranza di centrosinistra: RENATO LOCCHI (PD) – “MISURE CHE RISCHIANO DI INCIDERE SULLA VERA IDENTITÀ DI QUESTA REGIONE”, stigmatizzando l'assenza dei consiglieri regionali dell'opposizione di centrodestra, ha spiegato che “la manovra governativa per gli anni 2010-2013 comporterà per il bilancio regionale dell’Umbria la riduzione di risorse per un ammontare di circa 130 milioni di euro all’anno. E questo andrà ad incidere pesantemente sul bilancio regionale tanto da compromettere lo svolgimento di fondamentali funzioni e servizi quali il trasporto pubblico locale, i servizi sociali, le politiche attive per il lavoro e l’edilizia residenziale pubblica. Le risorse verranno meno per le famiglie e le imprese andando a danneggiare una delle eccellenze della nostra regione, il welfare. I fondi tagliati non potranno essere recuperati, neppure con azioni coraggiose, dato che si tratta di entità di enorme rilievo. Manca consapevolezza della gravità di questi tagli, nella errata convinzione che si possa agire a livello regionale per recuperare quei fondi con una riduzione delle spese. La manovra del Governo ammonta a 24,936 miliardi per il triennio 2010-2012 (nel 2008 fu pari a 16,3 miliardi, mentre nel 2009-2011 è stata di 36,3 miliardi) e incide pesantemente sulla finanza e sui bilanci delle Regioni senza che queste siano state minimamente coinvolte nella stesura della stessa. E ciò – sottolinea - in palese contraddizione con quanto previsto dalla nuova legge di riforma della contabilità pubblica (196/2009) che, agli art. 8 e 18, prevede un percorso di condivisione delle linee guida per la ripartizione fra le amministrazioni degli obiettivi di bilancio”. A sostegno della mozione, viene ricordato che la Conferenza dei Presidenti ha ritenuto il provvedimento finanziario del Governo “irricevibile”, approvando in data 1 luglio 2010 un ordine del giorno approvato all’unanimità in cui si ritiene che “i tentativi di soluzione del problema individuati in sede parlamentare risultano assolutamente inefficaci, tecnicamente sbagliati e sostanzialmente peggiorativi. Inoltre il 12 luglio scorso la Giunta regionale ha approvato una delibera che giudica la manovra del Governo insostenibile per il bilancio della Regione, tale da compromettere lo svolgimento e la sostenibilità di funzioni di particolare importanza sotto il profilo socio–economico”. La soppressione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato, “per le modalità, quantità e caratteristiche evidenziate, compromette seriamente il percorso di attuazione del processo di federalismo fiscale”.

SANDRA MONACELLI (UDC): RAPPRESENTIAMO UNA OPPOSIZIONE RESPONSABILE E NON DISFATTISTA: LA CRISI DEVE ESSERE UNA OCCASIONE PER RINSALDARE L'INTERESSE NAZIONALE - “la riduzione dei trasferimenti alla Regione Umbria incideranno pesantemente sul bilancio regionale. Oggi siamo però in presenza di un vulnus grave, che ripiega le istituzioni in una sorta di incomunicabilità di parte. L'assenza delle forze di Pdl e Lega dimostra che la politica è stata ridotta ad un rude gioco di tifoserie, in cui ci si insulta, si urla, di gettano opinioni senza ascoltarsi. Sarebbe stata opportuna una generale assunzione di responsabilità, che avesse evitate sterili contestazioni della manovra e demagogiche difese della stessa. La Giunta sarebbe dovuta andare oltre le lamentele sui tagli, agendo con organiche riforme strutturali e accorpamenti ormai necessari, invertendo la tendenza all'incremento della spesa pubblica. Le forze di opposizione avrebbero dovuto affrontare il dialogo con la maggioranza, nel superiore interesse dei cittadini umbri. I tagli del Governo sembrano colpire i fondi per investimenti e infrastrutture, con un atto imposto a colpi di fiducia. Una manovra che porterà all'aumento della pressione fiscale, di corto respiro, senza stimoli concreti sul fronte della domanda. Giudichiamo positivamente la scelta di combattere l'evasione fiscale (abbandonando la linea demagogica scelta in precedenza) e di innalzare l'età pensionabile. Gran parte delle misure adottate per il pubblico impiego sono di breve periodo e potrebbero portare ad una nuova esplosione allo scadere del blocco dei 3 anni. Al comparto della sicurezza vengono tagliati molti fondi, ai ministeri vengono tolte risorse senza una valutazione delle inefficienze. Se le Regioni non utilizzano i fondi a disposizione, sbagliando, sbaglia anche il Governo a non utilizzare i poteri sostitutivi di cui dispone. Il taglio alle Regioni è la pietra tombale del federalismo fiscale. La manovra è del tutto inadeguata rispetto ai problemi del debito pubblico. L'Udc si è dichiarata disponibile per affrontare la crisi con una inversione di rotta nella gestione del bilancio dello Stato: rappresentiamo una opposizione responsabile e non disfattista”. La prima parte della mozione proposta dall'Unione di centro evidenzia la necessità di intervenire per “ridurre la spesa pubblica e quindi operare tagli nei vari livelli della pubblica amministrazione”, ma valuta altresì che nei confronti delle Regioni questi tagli “sembrano colpire pesantemente, non tanto le sacche di inefficienza e di spreco finanziario e gestionale, quanto le risorse destinate ad investimenti ed infrastrutture”. Nella mozione si spiega infine che “una manovra così importante, ritenuta da più parti necessaria ed inevitabile, avrebbe richiesto un percorso approfondito di coinvolgimento delle Regioni, per l'individuazione di linee guida condivise ed una ripartizione unanimemente riconosciuta delle misure adottate, mentre da parte dell'Esecutivo nazionale si è voluto procedere in maniera unilaterale”.

GLI INTERVENTI

DAMIANO STUFARA (PRC): “COSI’ FEDERALISMO IMPRATICABILE - L’assenza in Aula di Pdl e Lega rappresenta un vero e proprio affronto alle istituzioni democratiche e uno schiaffo a quei cittadini che nei prossimi mesi pagheranno sulla propria pelle gli effetti di una manovra nata senza alcun confronto parlamentare, con le parti sociali e gli altri livelli istituzionali. Quando abbiamo chiesto questa riunione consiliare ne abbiamo discusso nella conferenza dei capigruppo dove anche quelli di opposizione hanno dato la loro disponibilità al confronto. Ieri tutti i presidenti delle Regioni, compresi quelli di centro destra, hanno espresso unanimemente un giudizio negativo, bocciando di fatto questa manovra del Governo. Il taglio apportato alle Regioni rappresenta il 14 per cento delle risorse di ognuna, mentre i tagli apportati alle amministrazioni centrali, ai ministeri e al governo stesso ammonta all’1,22 per cento. Quindi viene scaricato sulle Regioni e sulle autonomie locali quanto l’Unione europea ha imposto a tutti gli Stati membri di ridurre i propri deficit e la propria spesa pubblica. Alla faccia del federalismo che in questo modo viene reso impraticabile. Questa manovra produce effetti deflattivi e di riduzione della ricchezza e del prodotto interno lordo. Il Governo continua a difendere e a salvaguardare le banche e la finanza che hanno prodotto la crisi economica internazionale. Per la nostra regione si imporranno scelte dure, e tutti i tagli che andremo a fare, attraverso le riforme endoregionali, che erano già in programma, non compenseranno mai l’entità dei tagli previsti nella manovra e cioè quei 130 milioni di euro che verranno a mancare nelle casse regionali. Mancheranno soprattutto per le politiche essenziali, per lo sviluppo, il benessere e la difesa dei diritti dei cittadini”.

OLIVIERO DOTTORINI (IDV) “PROVVEDIMENTO CODARDO CHE LASCIA ALLE REGIONI IL COMPITO DI DECURTARE SERVIZI ESSENZIALI O DI AUMENTARE LE TARIFFE - L'aver deciso di non partecipare ai lavori d'Aula rappresenta per il centrodestra una sorta di ammissione di colpa. Proprio ieri le Regioni, tutte, hanno espresso il proprio no unanime alla manovra. La discussione di oggi vuole contribuire a cercare vie alternative a quelle che i tagli del governo ci indicano. Ma il centrodestra non c’è perché non ha ragioni per giustificare una manovra economica ‘lacrime e sangue’ che penalizza i ceti più deboli e mette in ginocchio l’economia e i servizi sociali. Gli Enti locali saranno costretti a effettuare tagli che bloccheranno le possibilità di rilancio economico, mettendo seriamente a repentaglio la possibilità di garantire i servizi di qualità che fino a oggi l’Umbria ha offerto ai propri cittadini. Basta pensare all’impatto del taglio di 18 milioni di euro, per l’Umbria, sul fondo sanitario regionale, oppure all’effetto dell’azzeramento dei fondi per l’edilizia e per la viabilità, o della mannaia sul trasporto pubblico, i cui effetti ricadranno come sempre sulla testa dei cittadini e dei pendolari. La manovra colpisce duramente insegnanti, forze dell’ordine, ricercatori, vigili del fuoco, penalizza fortemente la sanità provocando la carenza di 30mila medici nei prossimi 4 anni e il licenziamento della metà dei precari impegnati in attività fondamentali, a partire dal Pronto soccorso. Per l’Idv è necessario e auspicabile la riforma su enti come gli Ati, le comunità montane e le Asl, riforme che privilegino le istituzioni elettive, riallocando a queste molte delle funzioni oggi svolte da enti che forse possono essere oggetto di tagli e di risparmi consistenti. Via, quindi, al taglio degli enti intermedi, delle consulenze e allo sfoltimento della selva di agenzie e partecipate che da troppi anni appesantiscono gli apparati e le finanze della Regione”. MASSIMO BUCONI (SOCIALISTI): “UNA MANOVRA ECONOMICA CHE SI COLLOCA IN UN QUADRO CULTURALE CARATTERIZZATO DAL BERLUSCONISMO, CHE CARATTERIZZERÀ QUESTO PAESE ancora per molto tempo. Se accedessimo alla brutale logica della rottamazione del vecchio dovremmo rottamare la Costituzione, l'intera classe politica, l'economia e i manager, il welfare, lo Statuto dei lavoratori e molto altro. Gli anziani possono essere invece una straordinaria risorsa della politica e della società. La crisi renderà il paese ancora più diseguale e ingiusto: a pagarla sono sempre gli stessi, i meno garantiti. Come i pendolari, i lavoratori, gli invalidi, i cittadini del mezzogiorno, non la pagano certo le banche. L'unica libertà che questo governo ha introdotto è quella di delinquere. Con questa manovra è emersa con chiarezza la differenza tra un governo di centrodestra e uno di centrosinistra: questa crisi dimostra che c'è bisogno di un forte centrosinistra che metta i bisogni del Paese al centro delle sue politiche. Non condividiamo la corsa ai tagli che fa perdere di vista le caratteristiche di sprechi e tagli, comprendendovi le istituzioni, la politica e i servizi: se si riducono i costi, si eliminano gli sprechi e le spese inutili, si rischia di intervenire pesantemente sui servizi e sulla qualità della vita. La Regione Umbria deve procedere a riforme e riorganizzazione: riforme sostanziali come l'eccessivo costo dell'energia per le imprese presenti in Umbria, per sostenere la competitività del sistema produttivo. Quindi un apolitica di rigore nella spesa ma anche di riforme che renda più forte la nostra regione”. ANDREA SMACCHI (PD): “UNA ANESTESIA A CUI NON SEGUE UNA CURA - Non saranno solo i cittadini più deboli a soffrire degli effetti negativi di questa manovra economica, che rappresenta una anestesia a cui non fa seguito nessuna cura. Già c'è una disaffezione verso la politica in generale, se poi i consiglieri regionali dell'opposizione non frequentano più nemmeno le Aule la fiducia dei cittadini scenderà ancora. La crisi deve essere intesa come momento per ripartire, per fare riforme importanti: invece il Governo punta solo sui tagli, promuove provvedimenti come il bonus vacanze e impone sacrifici anche agli enti locali. Le conquiste che i cittadini hanno ottenuto negli anni a livello di servizi rischiano di essere spazzate vie con una sola manovra economica. Non si tratta di argomenti da affrontare all'interno dello schema maggioranza opposizione: quando gli altri Stati ripartiranno, dopo la crisi, noi non saremo in grado di correre, non avendo prospettive di sviluppo ma essendo indeboliti dai tagli. Le risorse tolte alle infrastrutture andranno a colpire anche la zona di Gubbio, i cui collegamenti con il capoluogo continueranno ad essere molto difficili”.

CATIUSCIA MARINI, presidente della Giunta regionale: “UN PROVVEDIMENTO CHE HA FORTISSIME RIPERCUSSIONI SUL LIVELLO REGIONALE E SULLE AUTONOMIE LOCALI, SULLE POLITICHE E SUI SERVIZI PER CITTADINI E IMPRESE. L'Assemblea regionale ha dunque la responsabilità della valutazione della manovra e delle decisioni che nei prossimi mesi dovremo assumere. Una manovra economica che le Regioni hanno classificato come iniqua e irricevibile. La Giunta ha assunto un primo provvedimento che prova a valutare l'applicazione della manovra sul bilancio regionale, in particolare i punti più salienti riguardano la riduzione del fondo sanitario regionale (meno 18 milioni), l'inasprimento del patto di stabilità interno (meno 70 milioni di euro per il 2010 e altrettanti per 2011 e 2012), i tagli dei trasferimenti dallo Stato alla Regione, azzeramento per tutte le competenze derivanti dal decreto Bassanini. Il nostro bilancio nella parte di spesa corrente (402 milioni) subirebbe un taglio tra 120 e 160 milioni di euro. Tutti gli sforzi di riorganizzazione e riqualificazione della spesa e della macchina regionale, in parte già contenute negli impegni programmatici e di governo, dovranno trovare una accelerazione in questa fase straordinaria. Nel breve periodo, quello su cui la manovra impatterà di più, la riorganizzazione non consentirà di assorbire i tagli previsti: per questo le Regioni continueranno a cercare momenti di confronto con il Governo, affinché la parte della manovra riferita al 2011 possa avere carattere di equità e si evitino ricadute sui servizi. In caso contrario i tagli andranno a colpire politiche e servizi per i cittadini (non autosufficienza, politiche per le famiglie, per gli affitti, per il diritto allo studio, il trasporto pubblico locale, per l'ambiente e la viabilità). Voglio sottolineare che qualunque razionalizzazione della spesa pubblica regionale (già riorganizzata negli ultimi anni per quanto riguarda il funzionamento e il personale) non consentirebbe di riassorbire i tagli del Governo: nei prossimi mesi saremo costretti a rivedere il nostro bilancio e i servizi offerti ai cittadini. Per evitare, manteniamo il confronto col Governo chiedendo più equità e disponibilità a rivedere la spesa pubblica improduttiva centrale e locale, in modo da recuperare risorse straordinarie. Quello che ci preoccupa di più è la ricaduta fortemente recessiva che la manovra può avere sul sistema economico e produttivo regionale: oltre il 30 per cento dei tagli della manovra andranno ad incidere sulle piccole e medie imprese, che a livello territoriale svolgono moltissimi competenze per conto della pubblica amministrazione. Ci sarebbe così un abbassamento del livello dei servizi e un impatto recessivo in un momento in cui tutti dovrebbero puntare sulla ripresa economica ed occupazionale”.

GIANFRANCO CHIACCHERONI (PD): “AFFRONTARE LA SFIDA PER SUPERARE LA CRISI CON UN'UMBRIA PIÙ FORTE – L'opposizione dovrebbe assumersi la responsabilità di partecipare ai lavori del Consiglio per tutelare l'autonomia della regione, a cui vengono imposti tagli irricevibili dal Governo. L'Umbria risentirà in modo particolare dei mancati trasferimenti perché in percentuale questi rappresentano una parte importante del suo bilancio. Serve uno sforzo profondo e strutturale da parte di tutti: i consiglieri del Pdl devono stare dentro questa sfida, perché l'Umbria possa superare la crisi uscendone più forte di prima”. AS/MP

Ultimo aggiornamento: 23/07/2010