LAVORI D'AULA (5): PROPOSTA DI RISOLUZIONE DELLA TERZA COMMISSIONE PER L'ATTIVAZIONE IMMEDIATA DELL'OSSERVATORIO REGIONALE SUL MOBBING – PER MANCANZA NUMERO LEGALE L'ATTO NON È STATO VOTATO
Causa mancanza del numero legale al momento del voto, l'Assemblea legislativa dell'Umbria non ha dato corso all'approvazione della proposta di risoluzione illustrata dalla consigliera Carla Casciari (Pd) e di iniziativa della Terza Commissione consiliare, che mirava alla “immediata attivazione dell'Osservatorio regionale contro iI mobbing, previsto dalla Legge regionale '18/2005' (confluita nel Testo unico in materia di sanità) quale importante luogo di studio del fenomeno e monitoraggio delle iniziative intraprese a contrasto ma, ad oggi, ancora inesistente”.
27 Set 2016 19:30
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(Acs) Perugia, 27 settembre 2016 – Causa mancanza del numero legale al momento del voto, l'Assemblea legislativa dell'Umbria non ha dato corso all'approvazione della proposta di risoluzione illustrata dalla consigliera Carla Casciari (Pd) e di iniziativa della Terza Commissione consiliare, che mirava alla “immediata attivazione dell'Osservatorio regionale contro iI mobbing, previsto dalla Legge regionale '18/2005' (confluita nel Testo unico in materia di sanità) quale importante luogo di studio del fenomeno e monitoraggio delle iniziative intraprese a contrasto ma, ad oggi, ancora inesistente”.
“Il mobbing – ha spiegato Casciari in Aula - rappresenta un problema sociale e rende necessario un intervento volto a prevenire e sanzionare una condotta che produce danni alla salute fisica e psichica del lavoratore e, nei casi più gravi, è causa di suicidio. Con il termine mobbing – ha spiegato - si designa un complesso fenomeno consistente in una serie di atti o comportamenti vessatori, protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di un lavoratore da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserito o dal suo capo, caratterizzati da un intento di persecuzione ed emarginazione finalizzato ad indurre il destinatario della stessa a rinunciare volontariamente ad un incarico ovvero a precostituire i presupposti per una sua revoca attraverso una sua progressiva emarginazione dal mondo del lavoro. Le molestie sono da considerarsi una discriminazione in caso di comportamento indesiderato adottato e avente lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo. E come previsto da apposita legge regionale ('18/2005') è stato previsto, presso l'assessorato competente in materia di lavoro, l'Osservatorio regionale sul mobbing e l'istituzione presso gli uffici comunali di cittadinanza di appositi sportelli anti-mobbing con il compito di offrire consulenza in ordine ai diritti dei lavoratori ed orientamento degli stessi presso i competenti uffici Asl, dimostrando una presa di coscienza, del legislatore regionale, circa la necessità di affrontare il mobbing come problema sociale, che rende necessario un intervento volto a prevenire e sanzionare una condotta che produce danni alla salute fìsica e psichica del lavoratore. Tra i compiti dell'Osservatorio, che ricomprende sia rappresentanze politiche e sindacali, sia esperti in sociologia, psicologia e diritto del lavoro – ha rimarcato Casciari -, assumono particolare rilievo quelli propositivi di azioni ed interventi anti-mobbing, nonché quelle di consulenza e di monitoraggio del fenomeno stesso. La Consigliera di parità della Regione Umbria – ha concluso Casciari - ha presentato il Rapporto relativo all'attività svolta nell'anno 2014 e 2015 in data 22 giugno 2016 evidenziando la grave carenza rappresentata dalla mancata attuazione del previsto osservatorio regionale sul mobbing”.
Interventi:
Claudio RICCI (Rp): “L'ATTUAZIONE DELL'OSSERVATORIO RAPPRESENTA UN ELEMENTO MOLTO POSITIVO IN TERMINI DI ANALISI, MA ANCHE IN TERMINI DI INDIRIZZO verso azioni utili a favorire una cultura che smorzi sempre più le potenziali azioni di mobbing. Il rafforzamento del monitoraggio attraverso un Osservatorio è fondamentale per poi determinare le azioni che possono attutire e migliorare tale fenomeno. Credo soprattutto che la cultura della prevenzione al mobbing passi soprattutto per corsi di formazione da sviluppare sempre più all’interno della Pubblica amministrazione, anche perché, probabilmente chi occupa posizioni apicali e di dirigenza, dovrebbe in maniera più ampia percepire un’idea, che più l’ambiente diviene collaborativo più questo determina energia utile anche per il raggiungimento degli obiettivi che gli stessi quadri dirigenti si propongono. Quando in particolare i dirigenti chiedono al personale di esprimere livelli di valutazione proprio sul dirigente è chiaro che questi rilievi perdono di consistenza perché chiaramente i 'subordinati' potrebbero essere condizionati nell'espletare tali giudizi di qualità sul proprio dirigente. Da questo punto di vista i parametri, anche della Pubblica amministrazione, sulla valutazioni dei dirigenti da parte del personale preposto dovrebbero prevedere livelli di modifica. Voterò positivamente questo atto anche perché credo che la maggiore cultura della formazione, anche all’interno della Pubblica amministrazione, possa essere uno degli antidoti principali per evitare i problemi che poi il mobbing determina anche con situazioni che assumono a volte rilievi sia in sede penale che in sede civile, ma soprattutto deturpano quell’ambiente di lavoro che invece, armonicamente gestito, potrebbe produrre molta più energia e quindi efficacia e efficienza nel raggiungimento degli obiettivi”.
Valerio MANCINI (Lega Nord): “SIAMO DI FRONTE AD UNA LEGGE REGIONALE NON ANCORA APPLICATA DOPO UNDICI ANNI. L’attività politica del Partito Democratico e di questa maggioranza è fatta di tanti propositi, ma poi i risultati da parte di chi governa questa Regione, da ormai cinquant’anni, non ci sono. Vi definite forza politica dei diritti, dell’uguaglianza, dell’accoglienza, poi lasciate indietro metà di quello che dite. In questo caso si tratta di un tema molto condiviso e molto serio perché parla di diritti del lavoro e non è stato portato a compimento. La dimostrazione di quanto interessi tutto questo purtroppo è data dalla non presenza di consiglieri della maggioranza e di alcuni assessori. La maggioranza, al cospetto di un ordine del giorno predisposto direttamente, doveva prevedere perlomeno un suo presidio costante. Per quanto ci riguarda possiamo solo recriminare che saremmo ben contenti di condividere tutti gli atti quando sono animati da uno spirito costruttivo e questo lo abbiamo dimostrato nell'atto precedente in materia di sicurezza. Per quanto mi riguarda, avrei voluto votare favorevolmente su questo atto, ma visto il comportamento della maggioranza non parteciperò al voto e così spero facciano i colleghi dell'opposizione”. AS/
