LAVORI D'AULA (3): “ASSEGNAZIONE CASE POPOLARI A CHI RISIEDE IN UMBRIA DA ALMENO 10 ANNI” - PROPOSTA DI LEGGE DELLA LEGA NORD RINVIATA IN COMMISSIONE PER APPROFONDIMENTI

La proposta della Lega Nord di modificare la legge “23/2003” (Edilizia residenziale sociale) in modo che siano assegnate case popolari a chi risiede in Umbria da almeno 10 anni e che prevede la possibilità di partecipare ai bandi a coniugi separati, nonché la preclusione per chi possiede immobili, anche se non Italia, è stata rinviata in Commissione per approfondimenti. 

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17 Ott 2016 19:30

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(Acs) Perugia, 17 ottobre 2016 – L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deciso di approfondire nella competente Commissione consiliare il progetto di modifica della legge '23/2003' (“Norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale”) presentato dai consiglieri della Lega Nord, EMANUELE FIORINI e VALERIO MANCINI, con cui si intende “porre come condizione esclusiva per accedere ai bandi di assegnazione degli alloggi di edilizia popolare la presenza sul territorio da almeno 10 anni”.

“Le modifiche da apportare – ha spiegato Fiorini - riguardano anche la possibilità di partecipare ai bandi per coniugi separati, escludere dai bandi chi possiede proprietà immobiliari in altri Paesi e dare la possibilità ai Comuni di prevedere punteggi sulla base della continuata residenza nel comune stesso. Con questa proposta di legge vogliamo modificare i termini di residenza per tutelare i cittadini umbri che risiedono sul territorio da almeno 10 anni (e non 2 anni come prevede la normativa vigente), condizione esclusiva per accedere ai bandi. Tale proposta proviene dall’esigenza di evitare che alloggi pubblici vengano assegnati a soggetti che non abbiano un legame sufficientemente stabile con il territorio”.

“L’altra modifica, da apportare all’articolo 29 della legge, è stata pensata per tutelare i coniugi separati: se quest’ultimo – ha aggiunto Fiorini – e nella maggior parte dei casi parliamo degli uomini, produce documentazione che prova l'assegnazione della casa di proprietà all'altro coniuge e se è in possesso dei requisiti base, allora può accedere al bando, cosa che oggi non è possibile”.

“Sulla base di questa modifica – ha spiegato il capogruppo della Lega - sono stati preparati altri due emendamenti che vanno a tutelare i Comuni: questi, infatti, hanno a disposizione un massimo di 4 punti da attribuire in graduatoria (come previsto dalla sopracitata legge regionale 23) per 'condizioni di disagio aggiuntive'. Ad oggi non viene specificato che tra queste condizioni vi sia previsto anche il periodo di residenza. La nostra modifica consentirà al Comune di assegnare i 4 punti a sua disposizione non solo sulla base di condizioni di disagio ulteriori rispetto a quelle già individuate nella legge, ma anche in base alla durata del periodo di residenza nel territorio comunale. In questo modo i Comuni che in quest’ultimo periodo hanno deciso di assegnare un punteggio per gli anni di residenza sul territorio, in linea con quanto da sempre sostenuto dalla Lega Nord, non saranno esposti a rischio di ricorsi e impugnazioni, alla luce della copertura normativa che intendiamo introdurre”.

INTERVENTI

ANDREA LIBERATI (M5S): “PROPOSTA CONDIVISIBILE MA SENTENZE DI CORTE COSTITUZIONALE INDIVIDUANO 5 ANNI COME TEMPO CONGRUO - Si tratta di una proposta che potrebbe essere condivisibile, ma per noi 5 anni è la misura di tempo più appropriata, in quanto rientra nei limiti individuati dalla Corte Costituzionale nelle ultime sentenze. Al di là di questo è necessario che l'Agenzia dell'edilizia residenziale pubblica provveda ad acquistare nuove abitazioni e risponda all'emergenza abitativa, quantificata in oltre 5mila richieste. Giusto anche dare una risposta a padri separati e famiglie che non ce la fanno a trovare un tetto. Ci sono anche le centinaia di casette di legno inutilizzate e disponibili che potrebbero rappresentare una soluzione temporanea per persone che vivono in macchina, e sappiamo che ce ne sono in Umbria”.

CLAUDIO RICCI (RP): “TEMA DA APPROFONDIRE IN COMMISSIONE INSIEME AD ALTRI ASPETTI, PER ESEMPIO SISTEMI FINANZIARI INNOVATIVI SUL LUNGO PERIODO - Atto fortemente apprezzabile da parte della Lega. Credo che sia un tema molto complesso, da esplorare in commissione, pur apprezzando la determinazione nel porre tale quesito all'Assemblea legislativa. Il tema della casa, unitamente al lavoro, produce dignità. Diversi comuni hanno esteso ai 10 anni, ma non dobbiamo spingerci molto in avanti perché andremmo a precludere anche i trasferimenti dal Sud al Nord del Paese. La commissione che se ne occuperà dovrà affrontare un termine quantitativo delle unità abitative e chiedersi anche se esistono sistemi finanziari innovativi da poter attivare, vedi quelli a 50 anni di scadenza, proposti dallo Stato, con mutui di lunghissimo periodo con una formula di acquisto che assomiglia molto al leasing applicato all'acquisto delle case. Auspico che la proposta possa essere adeguatamente esplorata in una riflessione approfondita non solo sugli anni di residenza ma anche su aspetti finanziari innovativi”.

GIUSEPPE CHIANELLA (assessore regionale): “I 24 MESI ATTUALI SONO IN LINEA CON LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA. CI SIAMO ADEGUATI E LO STATO HA RINUNCIATO AL RICORSO - Si tratta di una materia complessa che incide sulle condizioni di vita di tanti cittadini, quindi credo necessiti di una riflessione. Però dobbiamo distinguere i requisiti di accesso ai bandi dall'aspetto dei punteggi aggiuntivi, che è altra cosa e sulla quale si registra un orientamento di diversi comuni nel concedere punteggio aggiuntivo dopo 10 anni di residenza, punteggio aggiuntivo e non di accesso. Sulla proposta che introduce requisiti di residenzialità per l'accesso la Giunta non è d'accordo. Abbiamo stabilito quale requisito 5 anni di residenza e si è verificato il ricorso alla Corte costituzionale, promosso dal Consiglio dei ministri, per valutare la legittimità costituzionale. La motivazione del ricorso attiene proprio alla eccessiva lunghezza del periodo di residenzialità, ritenuto difforme rispetto agli orientamenti della Corte di giustizia europea, che ritiene congruo un tempo di 24 mesi su cui si è adeguata la Regione, con conseguente successiva rinuncia da parte dell'Avvocatura dello Stato. Quindi la questione dei requisiti di accesso va tenuta in debita considerazione”.

EROS BREGA (PD): “TEMA DELICATO DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE. FISSIAMO UN TEMPO PER APPROFONDIRE E RIPORTARE L'ATTO IN AULA CON IL CONTRIBUTO DI TUTTI - Grande attenzione a questa proposta, tema delicato da prendere in considerazione. Capisco che l'atto è da sei mesi in commissione e quindi oggi è stato iscritto in Aula, ma dovremmo decidere un tempo, in accordo con l'assessore, per aprire il confronto in Commissione e arrivare alla più ampia condivisione possibile. Fissiamo un termine per il ritorno in Aula dell'atto dopo un approfondito ragionamento e con riflessioni anche da parte di altri, a partire dal sottoscritto”.

EMANUELE FIORINI (LEGA NORD): “ENTRO L'8 NOVEMBRE DEVE TORNARE IN CONSIGLIO - Va bene riportare l'atto in Commissione, ma i 5 anni sono già legge in Lombardia e in Toscana. I comuni già danno punti se risiedi sul territorio da 10 a 15 anni e più ancora se risiedi da più di 15 anni. Va bene il rinvio in Commissione ma entro l'8 novembre deve tornare in Consiglio”. PG/

Ultimo aggiornamento: 27/10/2016