LAVORI D'AULA (2): “12 MILIONI DI EURO PER INTEGRARE LE RISORSE DEL SOSTEGNO ALL'INCLUSIONE ATTIVA” - APPROVATA LA RISOLUZIONE DELLA PRIMA COMMISSIONE
L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato oggi, con 13 sì della maggioranza e 8 astensioni dell'opposizione, la risoluzione della Prima commissione sulle misure integrative del “sostegno all'inclusione attiva”. Sono previsti 12 milioni di euro per integrare le risorse del Governo nazionale per il Sia.
28 Giu 2016 20:45
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(Acs) Perugia, 28 giugno 2016 – Dopo aver respinto la proposta del consigliere Fiorini (Lega) di anticipare la discussione della mozione sulla discarica di Orvieto, l'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato oggi, con 13 sì della maggioranza e 8 astensioni dell'opposizione, la risoluzione della Prima commissione sulle misure integrative del “sostegno all'inclusione attiva”. Sono previsti 12 milioni di euro per integrare le risorse del Governo nazionale per il Sostegno per l'inclusione attiva (Sia). Complessivamente le risorse per il periodo 2016/2018 sono suddivise tra 10,6milioni per il sostegno all'occupazione di disoccupati e inoccupati e 5,6milioni per inclusione sociale e lotta alla povertà. Nell'ambito del bilancio regionale infatti sono stati individuate risorse Por Fse per un importo pari a 10,6milioni, che sommate a quelle disponibili per la concessione di incentivi a favore delle imprese che assumono i soggetti beneficiati delle misure integrative regionali arrivano a 12milioni. Tali risorse regionali permetteranno di estendere la platea dei beneficiari anche a disoccupati e inoccupati adulti da almeno sei mesi, in condizione reddituale del nucleo familiare di basso livello, per reinserirli nel mondo del lavoro.
Gli interventi di “sostegno all'occupazione di disoccupati e inoccupati” avranno come beneficiari i componenti di famiglie con figli minori e priorità per quelle con minori disabili. Aumentato a 4 mesi il termine entro il quale, terminato il tirocinio, un'azienda può assumere per godere dei benefici di legge, non necessariamente nello stesso luogo del tirocinio (per aumentare le possibilità di impiego). Le misure per “inclusione sociale e lotta alla povertà” dovranno individuare come “persone vulnerabili” coloro che abbiano un Isee da 0 a 6mila euro; una età compresa tra i 18 ed i 65 anni, con particolare attenzione alle fasce di età intermedie dai 45 a 55 anni con e/o senza figli minori; essere in stato di non occupazione o disoccupazione certificabile; non avere usufruito del Sia o altri interventi di sostegno. In più, quale norma transitoria finale, la commissione ritiene necessario che la Giunta riporti in commissione la delibera che definisce la condizione di vulnerabilità. Infine, viene inserita la clausola valutativa con cui l'Esecutivo rendiconterà annualmente circa l'efficacia del provvedimento”.
LE RELAZIONI
GIACOMO LEONELLI (PD-RELATORE DI MAGGIORANZA): “UNA RISPOSTA AI TANTI UMBRI CHE VIVONO SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ E CHE NEGLI ULTIMI ANNI PURTROPPO HANNO PAGATO CARO IL PREZZO DELLA CRISI - Quando i colleghi Liberati e Carbonari hanno presentato in questa Aula la mozione per l'introduzione in Umbria del reddito di cittadinanza ho creduto fosse giusto non cestinarla ma anzi aprire una riflessione seria sull'argomento. Ringrazio tutti i consiglieri, di maggioranza e minoranza, per aver allora accolto la mia proposta di riportare la discussione della mozione dei colleghi 5 stelle in Commissione e per avere lavorato all'approfondimento della tematica in modo assiduo e collaborativo.
Questo per dare risposte ai tanti umbri che vivono sotto la soglia di povertà e che negli ultimi anni purtroppo hanno pagato caro il prezzo della crisi. Elaborare risposte politiche concrete di promozione dell'inclusione sociale e di contrasto alla povertà è prima di tutto un dovere morale per chi si ritrova a ricoprire ruoli politico-istituzionali come quello che noi siamo stati chiamati ad esercitare oggi.
Abbiamo il dovere di dare risposte concrete a tutti quei soggetti che soffrono disagi economico-sociali incentrando l'attenzione soprattutto ai tanti cinquantenni che a causa della crisi hanno perso il lavoro e che non hanno trovato le risposte adeguate e necessarie per reinserirsi nel mondo occupazionale.
La risoluzione che votiamo oggi tiene conto di quanto il governo nazionale ha promosso in tema di Sostegno all'inclusione Attiva (Sia), per la quale sono stati stanziati 750 milioni di euro per il 2016 e un miliardo per il 2017, attraverso la creazione di un apposito “Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale”.
L'Inps sarà il soggetto attuatore del Sia e le Poste Italiane il soggetto erogatore. I destinatari delle misura nazionale saranno i nuclei familiari con figli minori e un Isee pari o inferiore a 3mila euro che in Umbria, nell'anno 2015, sono stati individuati in numero pari a 6.363. All'Umbria sono stati assegnati 8,2milioni per il 2016 e 11milioni di euro per il 2017. Cifre che però permetteranno di raggiungere soltanto circa il 50,2 percento dei nuclei familiari potenzialmente eligibili al SIA.
La nostra proposta intende ampliare ed integrare quella nazionale sia in termini finanziari che in termini di soggetti beneficiari: nell'ambito del bilancio regionale infatti sono stati individuate risorse Por Fse per un importo pari a 10,6milioni per il periodo 2016-2020, che sommate a quelle disponibili per la concessione di incentivi a favore delle imprese che assumono i soggetti beneficiati delle misure integrative regionali arrivano a 12milioni. Tali risorse regionali permetteranno di estendere la platea dei beneficiari anche a disoccupati e inoccupati adulti da almeno sei mesi, in condizione reddituale del nucleo familiare di basso livello, per reinserirli nel mondo del lavoro.
Queste misure per quanto non esaustive costituiscono un segnale tangibile di lotta alle povertà, attraverso un impegno economico che rimette al centro la persona, a cominciare dalle fasce più deboli, in una logica che non sia esclusivamente assistenziale, ma funzionale anche a nuove opportunità nel mondo del lavoro”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S-RELATORE MINORANZA) “LA GIUNTA REGIONALE PRENDE IN GIRO NOI CHE AVEVAMO PER PRIMI PROPOSTO L'INTRODUZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, MA SOPRATTUTTO INGANNA TANTI CITTADINI. I numeri e le cifre contenute nella proposta della maggioranza parlano da soli e i cittadini valuteranno che la misura adottata è una presa in giro per tante persone in difficoltà.
Qualunque nostra proposta, inclusa questa, viene sistematicamente bocciata, evidentemente per paura che venga valutata nel merito, sarebbe stato preferibile che l'aveste copiata e magari firmata come maggioranza. Avete preferito invece proporre una 'scatola vuota' che, fatti i conti prevede l'indignitosa erogazione di tre euro al giorno, e che prevede procedure organizzative le quali sono un mostro burocratico che coinvolge amministrazioni ed enti tra loro diversi, con gli onnipresenti Centri per l'impiego che brillano per inefficacia degli interventi, producendo sistemi di politiche attive del lavoro farraginosi e inefficaci come. Ne è un esempio Garanzia giovani che ha ingannato tanti giovani, soffocati da una burocrazia che non è in grado di erogare nemmeno i pochi fondi previsti.
La maggioranza ha definito la nostra proposta velleitaria e improponibile perché presuppone anche la disponibilità di risorse che non ci sono. Ma la nostra proposta non è stata valutata nel merito. Ricordo infatti prevedeva una ricerca attiva di lavoro da parte soggetto e le risorse mensili previste da noi avrebbero consentito di svolgere questa ricerca con sufficiente serenità e permesso di rilanciare in parte anche consumi, un atto quindi perfettamente in linea con i principi cardine della nostra Costituzione. La vostra misura è, invece, un ennesimo schiaffo ai cittadini. Perché le lamentate 'carenti risorse' dalla maggioranza a sostegno dell'improponibilità della nostra proposta di reddito di cittadinanza ricadono proprio sui cittadini e non certo la classe dirigente della Regione, come abbiamo sentito oggi dalla Corte dei Conti nel Giudizio di parificazione.
Abbiamo visto come tante di quelle 'mancate risorse' sarebbero invece disponibili se la Regione non le sprecasse ad esempio per le società partecipate come ad esempio Umbraflor o Umbria mobilità che ricevono risorse finanziarie e patrimoniali senza compensazione: per gli enti partecipati non vale quanto stabilisce il codice civile per i normali cittadini. La Regione che dovrebbe riscuotere risorse da Umbria mobilità continua ad erogare altri fondi, oltre 10 milioni di euro. E la Corte dei Conti segnala altri sprechi relativi ad esempio alle consulenze, ai dirigenti regionali, e per le attività del personale di supporto assunti con cospicui contratti, ma in assenza di competenze specifiche per l'incarico. Le risorse per interventi più efficaci come il nostro reddito di cittadinanza ci sarebbero, ma alla Corte dei Conti abbiamo sentito cose scandalose circa lo spreco di soldi pubblici che potrebbero essere impiegati invece per programmi di intervento realmente efficaci”.
GLI INTERVENTI
MARCO SQUARTA (FDI): “MI ASTERRÒ, È UNA MISURA DEL TUTTO INSUFFICIENTE. NON COMPRENDO I TONI ENFATICI DEL PD. Il mio giudizio è fortemente negativo su questa misura. Si tratta di risorse esigue destinate a famiglie con redditi troppo bassi, che finiranno in gran parte a cittadini extracomunitari. È una misura insufficiente, perché recepisce una misura del governo Renzi e utilizza fondi di natura europea. È vero che c'è un cofinanziamento della regione, ma è troppo poco. Il ceto medio umbro che è in difficoltà è completamento escluso. Però da 2 anni tenete bloccati fondi per il bando per l'uso di fondi europei per l'aiuto alle famiglie per pagare le rette per gli asili nido. E abbiamo una Regione che assicura solo 150 ero al mese ai disabili che fanno tirocini”.
SILVANO ROMETTI (SER): “QUESTO È UN LAVORO BUONO DI COSTRUZIONE DI UN'IPOTESI REALISTICA. L'Umbria è una delle poche regioni che fa un passo in questo settore. Questa operazione dà un taglio alla nostra amministrazione di attenzione verso le persone in difficoltà. Anche se poco, per molte persone questo aiuto rappresentano molto. Il Sia non fa sedere le persone, ma va a dare una mano a coloro che hanno una situazione di vera difficoltà. Si poteva fare di più ma uno sforzo è stato fatto mettendo qualcosa di un bilancio stretto visto che da anni non aumentiamo tasse. Importante l'attenzione a persone di una certa età che vengono espulse dal mondo del lavoro e hanno difficoltà a rientrare. Sentendo gli interventi dell'opposizione mi chiedo se abbiamo perso tempo in commissione”.
CLAUDIO RICCI (RP): “CI ASTENIAMO PERÒ SIAMO DI FRONTE AD UN PRIMO SEGNALE POSITIVO, NON ANCORA SUFFICIENTE. La risoluzione è un modello tecnico istituzionale sul piano gestionale. Con questa risoluzione si comincia un percorso di avvicinamento al reddito di cittadinanza proposto dal M5S. Si potevano trovare più risorse che non sono sufficienti ma comunque si opera per dare dignità alle persone e qualunque atto in questa direzione è da considerare positivo, soprattutto in un momento molto complesso come quello attuale. Auspico che in futuro si possano implementare le risorse e che questo modello di sostegno possa essere programmato anche oltre il 2018, magari per tutta la durata della legislatura”.
ANDREA SMACCHI (PD): “CON QUESTE MISURE SIAMO AD UN MOMENTO DI SVOLTA PER LA NOSTRA ASSEMBLEA PER MISURE A SOSTEGNO DEI CITTADINI IN DIFFICOLTÀ. Ci sono tante famiglie in Umbria in attesa di questo sostegno. Cerchiamo di essere collaborativi su uno strumento che per la prima volta stiamo mettendo in campo, che avrà bisogno di maggiore risorse, ma che intanto parte perché c'è necessità. Rivendico il lavoro di approfondimento e di confronto fatto in Commissione. Tra politiche attive e passive stiamo parlando di un pacchetto di 60 milioni di euro in due anni e mezzo che mettiamo a disposizione delle famiglie in difficoltà. Potremo fare di più, elimineremo costi che possono essere ridotti e lo faremo. Però basta con le sceneggiate, lavoriamo insieme. Questo è un punto di partenza”.
VALERIO MANCINI (LN): “CI ASTENIAMO PERCHÉ SPERO CHE QUALCUNO PRENDA QUESTE POCHE RISORSE, MALGRADO LA TROPPA BUROCRAZIA. Ma servono politiche diverse. Se siamo costretti a mettere in campo tutti questi soldi per combattere la povertà ci dobbiamo porre il problema di perché stiamo diventando poveri. Le vostre politiche sono pessime e hanno prodotto questi risultati. La politica sociale dell'Umbria è errata, basta vedere le graduatorie per le case popolari, per gli asili nido, per le mense dove i poveri italiani non prendono nulla. Questa risoluzione prevede l'inclusione di tutti i cittadini del mondo. Chiedo che possa accedere a questi bandi solo chi ha la cittadinanza italiana, o una residenza storica e ha dimostrato di integrasi e produrre reddito. Queste misure sono un palliativo, non avete una vera politica sociale per chi è in difficoltà. Serve semplificate la politica sociale verso i singoli, c'è troppa burocrazia. Ho smesso di partecipare ai lavori della sottocommissione quando ho capito l'andazzo”.
ATTILIO SOLINAS (PD): “QUELLA CHE STIAMO DISCUTENDO È UNA PROPOSTA POSITIVA, DISCUSSA E APPROFONDITA IN NUMEROSI INCONTRI. IL MIO SOSTEGNO A QUESTA MISURA COME ATTO CHE COPRE UN'EMERGENZA. Bene il governo nazionale che ha destinato risorse per le fasce più deboli, risorse importanti. Bene quindi le azioni proposte dalla Giunta per questo tipo di interventi. Non si deve perdere però di vista il contesto generale. Questa è certo una misura di emergenza, perché per rilanciare occupazione occorre rilanciare in maniera sostanziale l'economia. Quindi il Governo faccia interventi più incisivi, perché ad esempio il taglio dell'Imu è stato un provvedimento sbagliato perché quelle risorse avrebbero potuto essere impiegate proficuamente. Occorre investire di più in turismo, cultura e infrastrutture, e per rilanciare tutto ciò sono decisivi gli investimenti pubblici, come ci ha dimostrato l'America del presidente Obama. La nostra Regione sta facendo molto per questo, per sostenere le aziende che creano posti di lavoro. A livello nazionale, però dobbiamo fare di più, non è stato fatto abbastanza per il contrasto all’evasione fiscale, parliamo di centinaia di miliardi di euro evasi ogni anno, e penso a quello che è stato scritto sulle bill companies, che sfruttano le nostre imprese italiane e operano anche in Italia senza pagare un euro di tasse. Così come non è sufficiente discriminare le attività produttive bisogna defiscalizzare chi fa investimenti chi crea posti di lavoro. Spero e auspico che queste misure di emergenza a breve non siano più necessarie, o quantomeno siano necessarie solo per i redditi che rimangono strutturalmente bassi, come ci sono in ogni Paese europeo”.
ANDREA LIBERATI (M5S) “LA MONTAGNA HA PARTORITO TOPOLINO E SENZA TROPPA IRONIA C'È IL RISCHIO DI LANCIARE BRIOCHE AL POPOLO: MENO DI TRE EURO AL GIORNO, UN'ELEMOSINA. MI AUGURO QUINDI CHE NEI PROSSIMI GIORNI POSSIAMO TROVARE MODALITÀ E RISORSE PER UN INTERVENTO PIÙ INCISIVO. Non troviamo risorse, ma ci sono sprechi innumerevoli, compresi gli emolumenti dei consiglieri. La Regione ha utilizzato solo fondi europei e non fondi propri. Prima si è parlato di coop e alcune saranno sicuramente ben felici di continuare a sfruttare lavoratori a trecento euro al mese. Con poco meno di tre euro non è possibile riuscire a campare per persone che si trovano in forte difficoltà. Usciamo dalla finzione, perché questo è un dibattito politico, un confronto di idee, e noi poniamo la questione che non bastino 80 euro per uscire dalla soglia di povertà in Italia, ce ne vogliono almeno 780. Mi chiedo se si troverà un modo per arrivarci, o vogliamo attendere un Governo a 5 Stelle?
La maggioranza si è dimostrata non coerente con quelle che sono le necessità: è stata fatta una corsa al ribasso per risolvere i problemi di quelle trentamila persone che in Umbria hanno bisogno di un sostegno, voi con questa proposta darete ad una quota minoritaria di queste persone un'elemosina. Abbiamo tentato di dare contributo per migliorare l'atto, suggerendo di mettere a disposizione fondi regionali. Occorre cambiare radicalmente questo nostro modello economico, perché il disagio è profondo, come dimostrato anche sul voto referendario della Gran Bretagna. Il gioco liberistico iper-capitalista è finito, occorre tornare al welfare e questa maggioranza che si dice di sinistra deve tornare a quel modello. C'è stata mancanza di sensibilità politica e culturale nell'approccio a queste problematiche. Quello da voi scelto non è il modo giusto di intervenire perché inefficace. Ci asterremo sulla proposta, pur sapendo che con questo atto copriremo a malapena un decimo del bisogno, occorre quindi fare di più. Potremmo essere uniti su una materia così incisiva e delicata. Mi auguro quindi che nei prossimi giorni possiamo trovare modalità e risorse per un intervento più incisivo, andando a recuperare denari laddove ci sono e sono sprecati”.
FABIO PAPARELLI (ASSESSORE): “QUESTA È UNA SVOLTA NELLA LOTTA ALLA POVERTÀ IN QUESTA REGIONE. PER LA PRIMA VOLTA ABBIAMO UNA MISURA CHE METTE INSIEME 60 MILIONI DI EURO PER I PROSSIMI TRE ANNI. Inoltre mettiamo in campo un piano per il lavoro rivolto alle classi più disagiate che prevede altri 60 milioni di euro per far ripartire il lavoro in Umbria. Creando lavoro si combatte la povertà. Siamo contrari a misure passive che non danno dignità alle persone. Il lavoro svolto in Commissione è stato importante e di stimolo per la Giunta. Ma non trovo coerente il modo di esprimersi di certi consiglieri in commissione e in Aula. Stiamo combattendo una battaglia che è per tutti, dando una risposta al disagio sociale. E oggi la diamo a 6500 famiglie umbre. Ne doveremmo andare tutti fieri. Possiamo fare meglio, collaboriamo perché questo accada. Mi auguro che in futuro si possano reperire ulteriori risorse perché la lotta alla povertà è la priorità di questa Giunta”.
DICHIARAZIONI VOTO
ANDREA LIBERATI (M5S): “Il gruppo Movimento 5 Stelle si asterrà auspicando che ai percettori delle magre scarsissime provvidenze previste dal Sia non venga applicato lo stesso regime, lo stesso trattamento che abbiamo scoperto essere stato adottato nei confronti dei percettori dei famigerati, direi, 80 euro, cioè quindi il rischio di essere obbligati a restituirli. Su questo magari dateci delle rassicurazioni perché sarebbe un altro elemento davvero grottesco amaro e doloroso”.
CARLA CASCIARI (PD) “Esprimo naturalmente un voto favorevole a questa misura e credo che non ci sia un colore politico quando si parla di povertà, è un primo passo ma importantissimo. L'Umbria è una delle prime regioni che va in questa direzione, e vorrei ricordare anche a chi ha fatto alcune critiche che per la prima volta si parla del sostegno attivo alle persone in difficoltà. Aiutare queste persone, in una fase, sei mesi, un anno, ma per reinserirle in un percorso lavorativo. Questa misura tende a riportare a riportare un'uguaglianza concreta e reale. Credo fermamente che sia una prima azione da affinare e da verificare nei suoi effetti, e mi dispiace che sia stata strumentalizzata anche in modo forte da chi in Commissione ha lavorato proprio per migliorare un documento e anche per renderlo condiviso di quello che è stato.
Per la prima volta si parla, grazie appunto a un lavoro che abbiamo fatto non solo nella sottocommissione ma anche in Commissione, alla nuova emergenza, che è quella di chi è espulso dal mercato del lavoro a cinquanta anni e di chi, più giovane fatica a trovarlo. Ricordo al vicepresidente Mancini, che non sono solo gli immigrati che vanno ai centri di ascolto e che si recano nei centri dei servizi sociali ma anzi ci sono sempre di più italiani, e e fra loro tanti giovani”.
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (PD)”Con questo atto capovolgiamo la filosofia dell’intervento pubblico nell’economia, facendo un’operazione che vede l’intervento pubblico su tutti gli ambiti economici. Ora i liberisti potrebbero dire di avere qualche perplessità, però interveniamo con i fondi strutturali laddove appunto c’è necessità di creare occupazione, lavoro, sviluppo a sostegno delle imprese, e interveniamo con i servizi pubblici di carattere universalistico. Quindi con questi tre elementi, con questi tre capitoli, noi fondamentalmente parliamo al complesso della società, interveniamo dentro una crisi che dura da quasi dieci anni, e su questo cerchiamo appunto di sostenere lo sviluppo. Il punto come riuscire a mantenere questa capacità di intervento, si può naturalmente comprimere, come suggerivano alcuni Consiglieri, la spesa corrente per metterla su azioni come quella in discussione ora. Il Sia è connotato da una forte innovazione e questo è un un dato politico, prima ancora che economico-finanziario. Interveniamo su diverse fasce, mettendo insieme il reddito minimo, il sostegno alle imprese e startup, con fondi strutturali, Psr, e così via. Se noi riusciamo a tenere insieme questa politica, faremo un grande servizio alla nostra comunità regionale”.
CATIUSCIA MARINI (PRESIDENTE GIUNTA REGIONALE): “Per la prima volta questo Paese, e quindi anche la nostra Regione affronta il tema della lotta alla povertà e all’inclusione sociale con un’azione di sistema che non affronta queste problematiche solo dal versante delle marginalità sociali, ma nasce dentro l’idea dell’autonomia dei percorsi formativi e di reddito, verso la piena indipendenza, delle singole persone o dei propri nuclei familiari.
Tutto ciò scaturisce anche da quello che è accaduto all’interno dell’Europa in conseguenza della crisi economica dove il tema del reddito si è posto per persone che non avevano mai immaginato di potersi trovare in una condizione,di disagio a causa della crisi economica, soprattutto adulti espulsi dal lavoro, e i giovani e giovanissimi che fanno fatica a trovare un percorso di autonomia e indipendenza in conseguenza del lavoro.
Rispetto a ciò c’è una politica specifica europea, che si chiama “politica regionale”, dove per la prima volta sul Fondo sociale europeo, grazie anche all’iniziativa di due Istituzioni, il Parlamento da un lato e il Comitato delle Regioni, abbiamo chiesto per la prima volta che non solo nelle Regioni con ritardo di sviluppo, ma anche nelle Regioni a più avanzato sviluppo, in cui è classificata anche la nostra Regione, fosse possibile utilizzare una quota del Fondo sociale europeo. Questa è la grande novità della programmazione 2014-20, finalizzata a mettere in campo una sperimentazione su scala europea di tutte le regioni per costruire delle misure di autonomia e di indipendenza per quelle persone che fanno fatica a rientrare nel mercato del lavoro, per affrontare le emergenze che avremo, perché nella rivoluzione di industria 4. 0 e di digitalizzazione del sistema economico produttivo e delle competenze tecniche e tecnologiche questo tema lo avremo in maniera sempre più forte. Il tema dell’autonomia, cioè del Sia, non è stato mai nell’agenda politica del Governo nazionale, e questa è la prima volta che un Governo assume su di sé questo tema con una misura universalistica e con un fondo dedicato. La stessa cosa la facciamo con la Regione, e mi permetto di dire che non sarebbe possibile utilizzare i fondi strutturali se non ci fosse la programmazione della Regione, con scelte scelte strategiche e di cofinanziamento. Il bilancio regionale finanzia per 250 milioni di euro l’insieme della programmazione, rispetto ai 50 del 2007 – 2013. Mentre ci sono i tagli alle Regioni noi abbiamo quadruplicato i fondi per la programmazione strategica sapendo che questi erano centrali, e senza agire sulla leva fiscale.
La sfida del SIA è costruire un rapporto tra cittadini e istituzioni che non solo dà un’autonomia di reddito ma costruisce un percorso, ad esempio con la presa in carico dei centri per l’impiego, volto a costruire un’autonomia verso i percorsi di lavoro professionali.
L’innovazione, quindi più significativa che mettiamo rappresenta una sfida che riguarda il sistema istituzionale della Regione, che riguarderà anche le Amministrazioni comunali e il sistema delle imprese”. MP/DMB/TB
