(Acs) Perugia, 18 settembre 2010 - “Ho appreso con favore della levata di scudi dei sindaci dell'Altotevere e dei presidenti delle Province di Perugia, Arezzo e Pesaro Urbino, per sbloccare l'annosa questione della galleria della Guinza, e visto il clamore suscitato dall'iniziativa, propongo al riguardo di mantenere accesi i riflettori e prorogare il sit-in su un altro simbolo di sprechi, di ritardi e disservizi incarnato dai lavori dell'asse Perugia-Ancona”. Lo auspica il consigliere regionale dell'Udc Sandra Monacelli, secondo cui “è più che mai attuale la vicenda di un territorio, quello umbro o meglio quello dell'Italia centrale, che rappresenta la cerniera del Paese, eternamente schiacciato tra le rivendicazioni del Nord e i mali irrisolti del Sud. Nella graduatoria dei problemi di quell'Italia mediana troppo spesso trascurata dalla politica, dai mass media e dall'opinione pubblica, tiene sicuramente testa la questione infrastrutturale, che assume invece un ruolo determinante per la ripresa di un Paese che affronta la più complessa e preoccupante crisi dal dopoguerra”.
Per Monacelli “di fronte a tale sfida servirebbe una risposta forte ed unitaria, capace di prescindere dal peso dell'elettorato e dalle contrapposizioni, per tutelare, valorizzare e garantire un patrimonio collettivo, al di là degli opportunismi geografici, a Roma come in Umbria. La volontà politica del Governo nazionale e regionale sembrava essere indirizzata al completamento della Perugia – Ancona in tempi brevi, ma alle promesse non sono purtroppo seguiti i fatti. Mentre, a testimonianza della pericolosità del tratto viario, si stanno cancellando in queste ore anche i segni dell'ultimo incidente stradale (eventi che si verificano con cadenza settimanale sulla s.s.318 in direzione Casacastalda) c'è attesa per la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, previsto per il prossimo autunno, che dovrà pronunciarsi sulla regolarità del travagliato appalto”.
Il consigliere regionale invita “tutti i soggetti politici ed istituzionali a contribuire ad evitare che l'ennesimo scempio all'italiana finisca nel dimenticatoio. L'investimento di milioni di euro per realizzare opere che non si concludono mai, progettandone contestualmente altre che, posata la prima pietra ed iniziati i primi lavori, vengono abbandonate, è una vergognosa prassi che non può nè deve essere avallata e tollerata in Paese che si vuole definire civile: dopo i sacchi a pelo da stendere nella Guinza, propongo dunque che la mobilitazione continui per la realizzazione di quegli interminabili e non meno importanti 300 metri e 6 viadotti, in parte già realizzati, che seguono alla galleria della "Picchiarella". MP