FCU: “LA REGIONE SE NE RIAPPROPRI. IL FALLIMENTO POLITICO DELL'AZIENDA UNICA NON SIA L'ANTICAMERA DELLA DISMISSIONE DELLA FERROVIA REGIONALE” - NOTA DI LIGNANI MARCHESANI (FD'I)

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia) si dice “sconcertato” dallo “scaricabarile della sinistra nel constatare il fallimento dell’Azienda unica dei trasporti”, una situazione che prefigura “nubi fosche sul servizio e sul futuro dei lavoratori dell’ormai ex Umbria Mobilità”. E nell'invitare la Regione Umbria a riappropriarsi della Ferrovia centrale umbra, ricorda  la sua “forte opposizione alla fusione”, ma soprattutto la difesa del trasporto su ferro e della Ferrovia centrale umbra, che prima dell'annessione, ricorda, “era un’azienda di proprietà regionale che faticosamente stava tirandosi fuori da una storica crisi”.

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11 Lug 2014 01:00

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(Acs) Perugia, 11 luglio 2014 - “Sconcerta vedere lo scaricabarile della sinistra nel constatare il fallimento dell’Azienda unica dei trasporti, fortemente sponsorizzata dalla maggioranza e dalla Giunta regionale.  Un fallimento che prefigura nubi fosche sul servizio e sul futuro dei lavoratori dell’ormai ex Umbria Mobilità”. Così Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia) che, in una nota, ricorda non solo la sua “forte opposizione” alla fusione, ma soprattutto “la difesa del punto di vista del trasporto su ferro e della Ferrovia centrale umbra, che prima della 'annessione', perché di questo si è trattato,  era un’azienda di proprietà regionale che faticosamente stava tirandosi fuori da una storica crisi”.

Secondo Lignani Marchesani, “gli investimenti in elettrificazione, nell’acquisto dei treni 'Minuetto', nei parcheggi e nelle stazioni, da 'opportunità' si sono trasformati in 'passività', visto lo scarso interesse della governance unificata. Una penalizzazione che la Regione ha pagato in prima persona, stante la percentuale del 20 per cento sull’intera Società con cui la Fcu fu all’epoca sottostimata attraverso l’artificio dell’ammortamento dei treni. A questo punto – sottolinea - la Regione ha il dovere di salvare la ferrovia regionale, riappropriandosene e studiando per essa possibilità ed investimenti alternativi seri, dalla metropolitana di superficie al trasporto merci”.

“In mani private – avverte Lignani Marchesani - la Fcu si avvierebbe ad una rapida chiusura: non sarebbe solo la fine di un’azienda storica, ma significherebbe anche il venir meno di progettualità ed investimenti in corso, come la Piastra logistica tifernate, nonché – conclude - la 'pietra tombale' sulle possibilità di interconnessione con l’alta velocità per tutta l’Umbria del nord”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 11/07/2014