EX IPAB: “INIZIATIVA LEGISLATIVA OPPORTUNA E NECESSARIA, CHIARIRE NODI PERSONALE E PATRIMONIO. PREVEDERE UNA REGIA REGIONALE PER LA RIFORMA” - A PALAZZO CESARONI AUDIZIONE DI PRIMA E TERZA COMMISSIONE
Le commissioni Prima e Terza del Consiglio regionale hanno ascoltato i soggetti coinvolti nella riforma delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Dall'audizione è emersa una valutazione positiva sul progetto di riforma dell'Esecutivo regionale, con la richiesta di chiarire alcuni passaggi relativi al personale e al patrimonio, e l'auspicio di una regia della Regione sul processo di fusione e trasformazione degli enti assistenziali.
19 Giu 2014 01:00
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(Acs) Perugia, 19 giugno 2014 - Il disegno di legge della Giunta regionale che mira al riordino e alla trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (ex Ipab) e alla disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), rappresenta "un segnale positivo, necessario per colmare un vuoto legislativo che si protrae da tempo. Sarebbero però opportuni alcuni chiarimenti in merito alla gestione del personale e del patrimonio delle Ipab, mentre un ruolo di coordinamento e regia della Regione permetterebbe alla riforma di guadagnare uniformità ed efficacia". Sono queste, in sintesi, le valutazioni emerse durante l'audizione, convocata a Palazzo Cesaroni dalle Commissioni consiliari Prima e Terza, sul disegno di legge dell'Esecutivo regionale che interviene sulle ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, prevedendo la loro trasformazione in aziende pubbliche di servizi alla persona o in fondazioni private.
All'incontro con i soggetti interessati alla riforma hanno partecipato Dino Panbianco (Opera pia pubblica assistenza, Terni), Ivana Mascelloni (Scuola infanzia Montessori, Perugia), Angelo Frascarelli (Opere pie riunite, Perugia), Raniero Di Mario (Opera pia asilo A. Balucani, Morcella), Raffaella Chiarante (Cgil regionale), Dina Centogambe (Istituti riuniti beneficenza, Umbertide), Franco Marini (Asp Beata Lucia, Narni), Laura Marinelli (Ipab casa di riposo Mosca), Alfonso Gentili (Veralli Cortesi, Todi).
Il disegno di legge della Giunta regionale, già illustrato ai componenti della Prima Commissione dall'assessore regionale al welfare, Carla Casciari (http://goo.gl/J8U5ZG), verrà discusso nella prossima seduta dell'organismo consiliare.
GLI INTERVENTI
DINO PANBIANCO: “Un disegno di legge positivo, dato che una nuova regolamentazione per le ex Ipab era indispensabile. Necessario chiarire se le Asp diventato parte integrante nella gestione dei servizi sociosanitari della Regione”.
IVANA MASCELLONI: “La scuola Santa Croce Montessori di Perugia è in gravi difficoltà economiche. Dal 1950 la scuola beneficia di un contributo del Comune, che negli ultimi anni però è venuto calando. La scuola si occupa solo di servizi educativi e non ha scopo di lucro, incontra però continue difficoltà, a vari livelli. Andrebbe valutata quindi la possibilità di integrare a tutti gli effetti l'istituto, che non è e non può essere privato, con quelle comunali”.
ANGELO FRASCARELLI: “Legge molto importante da portare avanti prima possibile, visto che si è accumulato un ritardo enorme, che ha messo in ritardo tutte le ex Ipab. Il Consiglio regionale proceda con grande velocità. I contenuti sono condivisibili, garantiscono continuità e sussidiarietà; forse andrebbe prevista l'ipotesi dell'accorpamento delle ex Ipab. Sui contratti di lavoro, se l'opera pia si trasforma in fondazione privata ma ha contratti di lavoro di tipo pubblico, non è chiaro cosa possa accadere. Sulla contabilità, andrebbe spiegato meglio quali principi andrebbero seguiti. Sulla dismissione e la vendita, va chiarito se il controllo da parte della Regione è preventivo (cosa che favorirebbe, se celere, la certezza delle decisioni del cda) oppure no”.
RANIERO DI MARIO: “Il nostro piccolo asilo aveva una scuola materna che però è stata chiusa ed ora l'opera pia si trova solo a gestire l'affitto di un edificio e di pochi terreni. Da 28 anni non viene svolta alcuna attività. In questo caso, senza procedere con la revisione dello statuto e dei modelli amministrativi, sarebbe più semplice che la Giunta regionale procedesse direttamente all'estinzione dell'ex Ipab, evitando spese e procedure inutili”.
RAFFAELLA CHIARANTE: “La Cgil, insieme a Cisl e Uil, condivide gli obiettivi della legge. È importante che queste istituzioni vengano inserite a pieno titolo nella rete dei servizi sociosanitari. Il percorso prevede trasformazioni abbastanza complesse, ma non si capisce quale sarà la gestione del personale. Sembra addirittura che non ci sia una ricognizione aggiornata del personale a vario titolo impiegato nelle ex Ipab. Servirebbe un periodo transitorio per accompagnare la ricollocazione del personale, per evitare contestazioni e perdite dei diritti da parte dei lavoratori. Servirà una regia complessiva da parte della Regione per sovrintendere alla trasformazione. Auspichiamo che venga mantenuta la natura pubblica delle aziende e che i beni di quelle che verranno estinte restino ai Comuni”.
DINA CENTOGAMBE: “Chiarire in che modo si svilupperà la partecipazione alla programmazione sociale e sanitaria. Serve una razionalizzazione delle risorse presenti, ad esempio evitando di attivare nuovi posti nelle residente sanitarie assistite quando ci sono posti già disponibili in altre strutture. Difficile per noi capire se trasformarci in Asp o in fondazione e per farlo dovremmo ricorrere ad un consulente. Sarebbe meglio se la Regione svolgesse questo ruolo per agevolare la trasformazione”.
FRANCO MARINI: “Disegno di legge positivo. Anche se andrebbero fatti degli aggiustamenti. Andrebbe chiarito a quali statuti bisogna fare riferimento, se a quello originario o a quello più recente, soluzione che risulterebbe decisamente più semplice. Mancano i riferimenti ai bonus fiscali che Regione e Comuni potrebbero concede alle Ipab per quanto riguarda i beni posseduti, che altrimenti saranno gravati da pesanti oneri. Sul personale, credo ci sia un equivoco, dato che non viene chiarito a quale normativa si rinvia”.
LAURA MARINELLI: “Le Ipab dovranno essere messe al centro della programmazione strategica della Regione. Ottimo disegno di legge, che richiederà però tavoli di concertazione e programmazione. La natura pubblica sembra quella più coerente con le nostre finalità, ma la Regione dovrebbe darci un sostegno. Sarebbe opportuno prevedere la possibilità di trasformare la Asp in fondazione in un secondo momento, in caso di difficoltà. Sulle questioni del personale non c'è abbastanza chiarezza e sarebbe opportuno sapere se si può passare dalla contribuzione Inpdap a quella Inps. Concordo sui bonus fiscali, a volte ci sono patrimoni che rappresentano più un peso che una risorsa”.
ALFONSO GENTILI: “Il procedimento per la trasformazione prevede solo 90 giorni, per i cda, per decidere per l'Asp o la fondazione. Andrebbero aumentati per consentire di fare una scelta non facile che richiede tempi adeguati. Nel nostro caso la scelta pubblica sarebbe la più coerente. Ma la decisione spetta ai singoli consigli di amministrazione. La Regione però non dà indicazioni su quale sia la propria idea in merito, ma visto il ruolo delle Ipab nella programmazione sanitaria e sociale questo sarebbe opportuno. La Regione, in base agli ambiti sociali e alle strutture che ci insistono, forse dovrebbe dare indicazioni per facilitare le decisioni dei cda. La Regione avrebbe la facoltà di promuovere e incentivare la fusione, così come previsto dal decreto legislativo 207/2001. L'incentivazione alla fusione rappresenterebbe un modo, per la Regione, di orientare e facilitare le scelte dei cda. Vigilanza e controllo sulle Asp dovrebbe passare dai Comuni alla Regione, ma sembra essere stato reintrodotto il controllo preventivo (non è chiaro se di legittimità o di merito). Che per certi versi garantisce le Asp ma che andrebbe chiarito e dettagliato meglio”. MP/
