(Acs) Perugia, 5 ottobre 2015 - “La Regione Umbria, col Piano dei trasporti ora in discussione in Seconda Commissione, si appresta a depennare per sempre un'infrastruttura ferroviaria come la ex Ferrovia centrale umbra, che ha fatto la storia dell'Umbria contemporanea, accompagnando generazioni di studenti, lavoratori, turisti, ma anche trasportando merci, umbre e no. Tempi ormai lontani”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Cesaroni, Andrea Liberati, rimarcando che “il nuovo Piano cancella di fatto la ex Fcu, a causa dell'assenza di una incisiva visione strategico-logistica da parte della presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini”.
Liberati evidenzia che “saranno anzitutto fortemente ridotte le coppie di treni tra Perugia e Terni: dalle attuali dieci a sole tre. Inoltre, su questa tratta, la ferrovia rimarrà sbarrata per circa 90 giorni su 365, mentre tra Perugia e Ponte San Giovanni saranno almeno 60 i giorni di interdizione: sono i prodromi della chiusura definitiva. Come per la Spoleto-Norcia: la stessa stolida politica dei rami secchi, mezzo secolo dopo. In questo modo – aggiunge - si perderà un asset che, dopo esser stato de-elettrificato, fu poi ri-elettrificato a suon di miliardi di vecchie lire, senza che tuttavia un solo elettrotreno ancor oggi, dopo 20 anni, lo attraversi: nonostante tanta cattiva politica, la ex FCU è riuscita finora a sopravvivere. Oggi rintoccano però le campane a morto: a cosa servono le Regioni se non riescono a difendere nemmeno servizi essenziali come questi?”
“A fronte del caos dentro il quale stiamo sprofondando – dichiara Liberati - è stato comunque affermato che, nei prossimi anni, i treni che rimarranno sulla ex FCU sfrecceranno alla paurosa velocità commerciale di ben 60 chilometri orari, ossia appena 15/20 chilometri orari in più rispetto a 100 anni fa. Il tutto mentre le auto, secondo i dati snocciolati dagli esperti, percorrono la contigua E/45 a circa 120 chilometri orari, velocità oltre Codice, salvo arrivare all'imbuto-nodo di Perugia, dove nelle ore di punta si scende anche a 25 chilometri orari”.
Per Andrea Liberati “la mancanza di investimenti seri sull'ex FCU e la grave carenza di manutenzione programmata minima; l'assenza di un piano merci regionale e di piastre logistiche connesse al ferro; un raddoppio Perugia S.Anna-Pallotta non ancora operativo; i milioni e milioni di euro gettati sulla lucrosa quanto inutile ramificazione Umbertide-Pierantonio e sulla Terni-Cesi; gli inutilizzabili treni a trazione elettrica, acquistati e subito dopo ovviamente bloccati; tutto questo imbarazzante quadro conduce l'Umbria verso un nuovo isolamento ferroviario, ma anche stradale, giacché l'utenza, deprivata degli amati binari, dovrà riversarsi in massa sulle arterie esistenti. Arterie notoriamente già al collasso. Tutto questo mentre non viene tenuto in considerazione cosa pensano di tali avvilenti prospettive i pendolari, i cittadini, le imprese umbre, comitati e associazioni. Nessuno li ha mai sentiti e non hanno quindi partecipato alla redazione di questo Piano. È questo il modo di tenere in considerazione l'interesse pubblico?”. RED/mp