EX-FAT CITTA’ DI CASTELLO: “IL COMUNE RENDA PUBBLICO PROGETTO DI VARIANTE. NO AL MOSTRO DI CEMENTO NEL CENTRO STORICO” – NOTA DI DOTTORINI (IDV)

Secondo il capogruppo dell’Idv, Oliviero Dottorini, è necessario “prendere atto del fallimento” del progetto di contratto di quartiere della ex Fat di Città di Castello, sospenderne subito l’esecutività, rivedere radicalmente il progetto e procedere con un concorso internazionale di idee”. Dottorini, che sulla vicenda annuncia un’interrogazione alla Giunta regionale,  chiede che l’ipotesi di variante al progetto “sulla quale è stata coinvolta anche la Regione” venga resa pubblica e portata alla partecipazione di associazioni, comitati e dell’intera cittadinanza. Per Dottorini è da accogliere l’appello del giornalista Vittorio Emiliani e del Comitato per la Bellezza.

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11 Mar 2011 00:00

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(Acs) Perugia, 11 marzo 2011 – “È necessario prendere atto del fallimento del contratto di quartiere e sospendere subito l’esecutività di un progetto, quello della ex Fat, devastante per l'intera città. Sappiamo che esiste un’ipotesi di variante rispetto alla quale è stata coinvolta anche la Regione”. Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, torna a sostenere la proposta di un concorso internazionale di idee per l’area della ex Fat, recentemente avanzata da un gruppo di cittadini tifernati e annuncia la presentazione di un’interrogazione all’Esecutivo regionale. In particolare, Dottorini, chiede che “la variante ipotizzata venga resa pubblica e portata alla partecipazione di associazioni, comitati e dell’intera cittadinanza. Nessuno – spiega - può pensare di proseguire in azioni sul centro storico a dispetto dei suoi abitanti e di una visione complessiva della città, Città di Castello non merita un mostro di cemento nel cuore del suo centro storico”.

 

A giudizio dell’esponente dell’Idv "dietro le ostentate convinzioni dell’amministrazione di Città di Castello si nasconde la consapevolezza di errori che in molti denunciano da tempo. Pertanto il Comune di Città di Castello sta tentando di mettere una toppa in un abito decisamente fuori misura. L’idea – spiega Dottorini - sarebbe quella di intervenire con una riduzione di cubatura, pari a 8-9mila metri cubi, da recuperare fuori centro storico attraverso la perequazione. Inoltre si tenta di evitare lo scempio del cemento armato addossato agli elementi architettonici storici. Se confermata, questa richiesta di variante dimostrerebbe l’infondatezza delle tesi degli amministratori tifernati che hanno sempre sostenuto la bontà della loro progettazione e l’impossibilità di modificare il progetto iniziale. Ma la parziale marcia indietro del Comune dimostra anche che evidentemente non erano così campate in aria le tesi che associazioni ambientaliste e comitato Prato-Mattonata hanno da sempre sostenuto, anche attraverso manifestazioni e convegni. La parziale marcia indietro del Comune tifernate – insiste Dottorini - dovrà essere analizzata con cura. Tuttavia passare da 28mila a 20mila metri cubi difficilmente renderà meno amaro l’insulto alla città e l’impressione è quella di un maquillage per sedare l’indignazione cittadina in vista delle elezioni amministrative. D’altra parte il silenzio che circonda questa segretissima iniziativa non lascia ben sperare”.

 

“Per quanto ci riguarda – dice Dottorini –  riteniamo doveroso raccogliere l’appello del giornalista e scrittore, ex consigliere Rai e parlamentare Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza, associazione cui aderiscono Fai, Italia Nostra, Legambiente, Wwf. La sua bocciatura senza appello palesa tutti i limiti di un progetto privo di lungimiranza che soddisfa solo gli interessi della proprietà e che, alla faccia della partecipazione, nessuno ha avuto modo di discutere. Dobbiamo sentirci tutti impegnati in un’azione tesa alla revisione complessiva del progetto, non a un maquillage, buono al massimo per soddisfare l’esigenza di qualche promessa pre-elettorale. Per questo la proposta di un concorso internazionale di idee deve essere presa seriamente in considerazione. Purtroppo Comune di Città di Castello e Giunta regionale, rappresentata dall’assessore Rometti, hanno già decretato da tempo la sorte di quell’area. L’ipotesi di variante su cui si sta coinvolgendo in queste ore la Regione sarebbe il primo cedimento in anni di granitica difesa d’ufficio della cattiva amministrazione della città”.  RED/

Ultimo aggiornamento: 11/03/2011