(Acs) Perugia, 28 marzo 2011 - “Dove e come l’Umbria ospiterà i profughi del Magrheb provenienti da Lampedusa e dove, invece, collocherà i clandestini che non hanno diritto all’asilo, in attesa del rimpatrio?” E’ la sintesi di una question time presentata dal consigliere Franco Zaffini (Fli) alla presidente Marini, dopo le dichiarazioni di disponibilità rilasciate dalla stessa al termine del vertice tra la Regioni e il Ministro degli Interni.
“E’ evidente che ci troviamo davanti ad una emergenza umanitaria gravissima – spiega il coordinatore di Futuro e libertà Umbria – alla quale occorre rispondere, nel rispetto dei valori fondanti della cultura occidentale, ma con la necessaria lucidità, che eviti la nascita di tensioni sociali pericolose sia per gli immigrati che per gli italiani. Per questo – prosegue – i governatori regionali, quindi anche la presidente Marini, hanno il dovere di pianificare dettagliatamente l’accoglienza di coloro che avranno diritto a restare in Italia, in quanto profughi e perseguitati, e la gestione dei clandestini che dovranno essere rimandati nei paesi d’origine”.
Zaffini auspica che l’esecutivo stili un piano di ricevimento, sistemazione e integrazione degli emigranti del Nord Africa “tale da non creare nuove zone ghetto alle periferie delle città umbre, garantendo un’assistenza socio-sanitaria che scongiuri il disagio e renda vane le mire della malavita organizzata, avvezza a reperire in situazioni di disperazione ed emarginazione la manovalanza per i traffici illeciti”.
Secondo Zaffini “occorre anche considerare che c’è una gran parte di immigrati a cui non è riconosciuto diritto di asilo, persone che dovranno essere rimpatriate nei paesi d’origine dopo l’identificazione nei cosiddetti Cie (centri identificazione ed espulsione). L’Umbria – continua – si è sempre dichiarata contraria ad ospitare queste strutture ma, stando a quanto dichiarato dal ministro Maroni, ora più che mai si rende necessario individuare delle aree militari dismesse facenti funzione di Cie su tutto il territorio nazionale”.
“Vorremmo dunque sapere – conclude – se, oltre a quella dell’ospitalità ai profughi, esiste anche la volontà di dotarsi in Umbria di un Cie che, passata l’emergenza, rimanga come struttura territoriale dove collocare i clandestini fermati nella nostra regione e avviare le procedure di rimpatrio. Riguardo alla pianificazione dell’accoglienza dei profughi e della gestione dei clandestini, nonché alle risorse impegnate per far fronte a questa emergenza chiediamo che la presidente riferisca, anziché sulla stampa, nell’aula del Consiglio regionale, il posto in cui si compiono le scelte di indirizzo politico e amministrativo dell’Umbria”. RED/pg
