(Acs) Perugia, 15 marzo 2011 - Fare il punto sulla situazione economica e produttiva dell’area ternana alla luce delle numerose emergenze che caratterizzano quel territorio. È stato questo il tema centrale dell’incontro tra una delegazione del Pdl della provincia di Terni, guidata dai consiglieri regionali del Pdl, Raffaele Nevi (capogruppo) e Alfredo De Sio, con il presidente della Commissione industria del Senato, Cesare Cursi. Nevi e De Sio riferiscono che “tra le questioni affrontate nel corso dell’incontro, cui ha partecipato anche il senatore Domenico Benedetti Valentini, spicca quella del Polo chimico e della vicenda Basell che è all’attenzione del Governo nazionale in vista della trattativa che, auspicabilmente, dovrebbe portare all’accordo tra Basell e Novamont per la cessione degli impianti a quest’ultima”.
In questo quadro di “forti incertezze” riguardanti il settore chimico, Nevi e De Sio aggiungono che la delegazione “ha voluto sensibilizzare il presidente Cesare Cursi e la Commissione anche in ordine ad un altro delicato aspetto riguardante la siderurgia e specificatamente la Thyssen Krupp. Le vicende riguardanti il processo di Torino a carico dei vertici della Thyssen per il tragico incidente del dicembre 2007 – spiegano gli esponenti del Pdl -, rischiano infatti di avere ripercussioni negative sul sito ternano. E la preoccupazione che serpeggia tra istituzioni e lavoratori, è che nell’ambito di un giusto e sacrosanto accertamento della verità e delle responsabilità inerenti il tragico incidente di Torino, accada che Terni rimanga a fare da cavia per sperimentazioni giuridiche che appaiono fuori dalla realtà europea e mondiale”.
Secondo Nevi e De Sio “il decreto legislativo ‘231/2001’ e le novità introdotte dalla legge ‘123/2007’ con l’estensione di responsabilità anche al novero dei reati colposi in materia antinfortunistica, rischia di scaturire in interpretazioni ed applicazioni abnormi come appare dalla richiesta delle pene da parte dei Pubblici ministeri torinesi. Occorre – aggiungono - che il Parlamento avvii una riflessione, fermo restando il rispetto per l’autorità giudicante per l’accertamento della verità e di ogni responsabilità nel caso specifico”.
Sottolineano gli esponenti del Pdl che “non c’è un modo ‘equo’ per soppesare la vita persa nel luogo di lavoro. E il tragico rogo di Torino appartiene a quelle tragedie che lasciano ferite talmente profonde che non possono essere né minimizzate, ma neppure strumentalizzate. Ma le cosiddette pene accessorie richieste dall’accusa – aggiungono -, come la restituzione di agevolazioni ricevute nel passato, di contributi, finanziamenti e sussidi, il divieto di pubblicità per un anno delle produzioni ed altre sanzioni economiche, comporterebbero di fatto una ingiusta penalizzazione a carico esclusivo della Tk-Ast di Terni, dei lavoratori e del tessuto industriale dell’intero territorio”.
Spiegano Nevi e De Sio che la città di Terni in questi anni “ha sviluppato un rapporto corretto con la multinazionale, basato su impegni reciproci e vincolanti che azienda e lavoratori hanno insieme sostenuto e rispettato fin dal 2005, data della firma del Patto di territorio. La delegazione che si è incontrata con il presidente Cursi – spiegano gli esponenti del Pdl - ha voluto perciò esporre la propria preoccupazione che il processo di Torino non si trasformi in un processo politico, facendo scontare a Terni ed ai lavoratori colpe che non hanno, e per avviare da parte della Commissione un approfondimento sulla normativa vigente”.
“In questa stagione politica intrisa di ipocrisia e calcolo personale - hanno dichiarato al termine dell’incontro gli esponenti del PdL- siamo consapevoli che sarebbe stato più comodo tacere evitando di essere mal compresi, ma il palcoscenico torinese, dove si starebbe sperimentando la nascita di nuove situazioni di reato con possibili effetti devastanti per il sito ternano, ci ha indotto a non rimanere silenti spettatori”. RED/