(Acs) Perugia 22 marzo 2011 - “I conflitti burocratici non cancellano la realtà di una fase pre-emergenziale che è il frutto di decenni di immobilismo nell’applicazione dei vari Piani di smaltimento rifiuti”. Così Alfredo De Sio consigliere regionale del Pdl, in merito al paventato stop, da parte della Sovrintendenza, all’ampliamento della discarica Le Crete di Orvieto. L’esponente del Pdl sostiene che il rischio che il conflitto tra enti, “condito dagli ultimatum dei gestori della discarica, metta in ginocchio l’intero sistema di smaltimento non solo dell’ambito ternano, ma probabilmente dell’intero sistema regionale, la dice lunga sull’efficienza di una Regione che, nel corso di pochi anni, ha depauperato per pigrizia ed ignavia una potenzialità che era a servizio di tutti i cittadini”.
“L’immobilismo riscontrato sulla raccolta differenziata – aggiunge De Sio - con percentuali sempre lontane dagli obiettivi fissati, ha costituito le premesse per ampliamenti che, per le volumetrie di cui originariamente disponeva la discarica, erano inimmaginabili appena qualche hanno fa. Il ritardo poi con il quale si giunge ad una decisione che tutti sapevano inevitabile, vista la scellerata applicazione del Piano rifiuti, è l’ennesima dimostrazione della superficialità con la quale si rinviano scelte che appaiono improcrastinabili, in merito al sistema delle discariche e chiusura del ciclo”.
“Non siamo tra quelli - continua l’esponente del Pdl - che nascondono la testa di fronte ad un emergenza che, se non affrontata rischia veramente di degenerare ma non siamo neppure tra coloro che vogliono minimizzare l’accaduto, come se la corsa alla quale istituzioni, gestori e cittadini sono stati iscritti per evitare la paralisi dello smaltimento, fosse da ritenersi solo un incidente di percorso. Oggi – conclude De Sio- la buccia di banana si chiama ‘Sovrintendenza’, ma ho l’impressione che domani il problema per Orvieto si chiamerà invece permeabilità dei diversi ambiti, secondo quanto previsto in fase iniziale da un Piano regionale che non sa come affrontare la fase di transizione, privo di scelte sulla chiusura del ciclo e con discariche esaurite”. RED/