(Acs) Perugia, 15 marzo 2011 – “Ogni giorno, anche in Umbria, assistiamo ad un costante incremento del disagio giovanile che si manifesta con incremento, fra i giovanissimi, di consumi di alcool, droghe anche sintetiche che generano comportamenti devianti che vanno dal bullismo, a nuove forme di dipendenza da internet e videogame, alla pericolosa guida in stato di ebbrezza che provoca le ricorrenti stragi del sabato sera, fino a forme di violenza, compresa quella a sfondo sessuale”. Maria Rosi, consigliere regionale del Pdl, parte da questa allarmante premessa per chiedere con una interrogazione alla Giunta regionale umbra, “quale approccio programmatico e quali iniziative intenda adottare, o ha già avviato, al fine di adeguare l'offerta di servizi educativi ed assistenziali per contrastare le diffusione delle forme di devianza giovanile, particolarmente evidenti negli ultimi tempi proprio in età adolescenziale.
Dopo aver aggiunto fra gli effetti del disagio dei più giovani ci sono patologie legate al comportamento alimentare come bulimia, anoressia ed obesità, Maria Rosi si sofferma sui dati Istat che attestano un consumo di droghe fra i giovanissimi, “doppio rispetto agli adulti” e di alcool, cui ricorre il 61 per cento della fascia di età 15-17 anni e ben il 78 nella fascia successiva, dai 18 ai 24 anni.
A giudizio del consigliere del Pdl esiste un'evidente correlazione di questi dati con la diffusione dei disturbi psichiatrici, “derivanti per il 15 per cento dalle dipendenze da droghe e per il 30 dall'alcool”.
Pur definendo queste forme di devianza giovanili, un problema generale della società contemporanea, “per effetto della rinuncia al un sistema valoriale da adottare come fondamento della stessa società”, Maria Rosi considera il disagio giovanile, “un problema comunque generale, dovuto all'indebolimento dei legami familiari e di strutture comunitarie come scuola, quartiere e parrocchia”.
Sollecitando la Regione ad adottare progetti educativi capaci di dare risposte ad ampio raggio, Maria Rosi spiega che in altra parti d'Italia “sono state avviate iniziative sociali che hanno coinvolto istituzioni dirigenti scolastici, forze di polizia, servizi sociosanitari e i comuni interessati. Nello specifico, ricorda Rosi, hanno preso forma “protocolli di intesa che molte prefetture d'Italia hanno stipulato per la prevenzione e il contrasto della devianza giovanile in ambito scolastico, con l'intendimento in primo luogo di intensificare l'attività di prevenzione e contrasto al consumo e spaccio di sostanze stupefacenti”. GC/gc