(Acs) Perugia, 20 gennaio 2010 - “Abbiamo eliminato qualche forzatura che potenzialmente avrebbe potuto innescare fenomeni di deregulation e di anarchia normativa. Ma rimangono alcune criticità che sono state bene illustrate nel corso dell'audizione e che incomprensibilmente la Giunta ha voluto ignorare”. Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, motiva la sua astensione sull'atto di recepimento della “Direttiva servizi” della Commissione europea, approvato oggi dalla Prima commissione consiliare.
“Siamo riusciti a evitare il peggio – aggiunge Dottorini - ed è importante che non rimangano vuoti normativi che avrebbero aperto la strada a sicuri fenomeni di proliferazione incontrollata. Purtroppo non è stato accolto un nostro emendamento che avrebbe evitato una diffusione eccessiva di grandi centri commerciali su tutto il territorio regionale, in particolare lungo le principali arterie di comunicazione. Adesso anche i piccoli Comuni quindi potranno ospitare grandi superfici di vendita, mettendo a repentaglio l'integrità del nostro paesaggio e del nostro sistema viario e infrastrutturale. E' vero che siamo riusciti a introdurre degli importanti correttivi relativi alla prevenzione del consumo di territorio e all'alterazione del contesto ambientale – osserva il consigliere regionale dell'Italia dei valori - ma rimane aperto il varco di una possibile proliferazione di strutture commerciali di cui l'Umbria non ha certo bisogno. Rimane positivo, tuttavia, che sia stata accolta la nostra proposta di sospendere le procedure di autorizzazione fino a che non saranno stati definiti gli atti di programmazione con i relativi criteri qualitativi”. “L'Umbria già oggi – spiega il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni - presenta un rapporto tra superfici di vendita e abitanti nettamente superiore alla media nazionale. Nessuno avverte il bisogno di incentivare ulteriori ferite al territorio, creando i presupposti per nuove mostruosità infrastrutturali, nodi viari congestionali e ulteriore consumo del territorio che snaturano i tratti caratteristici della nostra regione”. RED/mp